La recente decisione dell’AURI (Autorità Umbra Rifiuti e Idrico) di sospendere la procedura per la realizzazione del termovalorizzatore in Umbria ha scatenato un’ondata di proteste da parte dei sindaci delle amministrazioni di centrodestra. La sospensione, secondo i rappresentanti locali, avrà conseguenze devastanti per l’ambiente, la gestione dei rifiuti e le tasche dei cittadini.
I sindaci di centrodestra hanno definito la decisione “scellerata”, accusando la sinistra regionale di perseguire politiche ambientaliste che non tengono conto delle necessità reali del territorio. “Continuare a smaltire i rifiuti nelle discariche è una scelta miope che danneggia l’ambiente e penalizza la qualità della vita dei cittadini umbri”, si legge in una nota congiunta dei sindaci.
L’accusa principale mossa dai primi cittadini riguarda la mancata conformità della decisione alle direttive europee, che puntano alla riduzione del ricorso alle discariche attraverso soluzioni come il recupero energetico dai rifiuti. I termovalorizzatori, secondo i sindaci, rappresentano una strada obbligata per coniugare la sostenibilità ambientale con l’efficienza nella gestione dei rifiuti.
Attualmente, l’Umbria si affida a tre principali impianti di smaltimento: le Crete di Orvieto, Borgogiglione a Magione e Belladanza a Città di Castello. Questi siti, già sovraccarichi, non solo continueranno a operare, ma saranno soggetti a ulteriori ampliamenti per far fronte alla crescente produzione di rifiuti. “Le discariche sono una soluzione temporanea, mai accettabile come alternativa a lungo termine”, affermano i sindaci. Tuttavia, la sospensione del termovalorizzatore rischia di cristallizzare questa situazione, con gravi implicazioni ambientali e sanitarie.
Sospensione del termovalorizzatore produrrà un aumento della TARI per il 2025
Un’altra questione sollevata dai sindaci riguarda l’impatto economico della decisione. “Tra pochi mesi verranno approvate le nuove tariffe della TARI per il 2025, e i cittadini si renderanno conto delle conseguenze di questa scelta sbagliata“, dichiarano i primi cittadini. Gli aumenti della tassa sui rifiuti sembrano ormai inevitabili, e i sindaci ritengono che la responsabilità ricadrà direttamente sulla gestione regionale.
Le tariffe più alte rifletteranno non solo i costi di ampliamento e gestione delle discariche, ma anche l’inefficienza di un sistema che non ha saputo evolversi verso modelli più sostenibili. “Questa sinistra fuori dal tempo e dal mondo sta giocando con la salute e il futuro della nostra regione”, aggiungono con tono polemico.
I termovalorizzatori, secondo i sindaci, rappresentano una soluzione moderna e in linea con le politiche europee. Questi impianti permettono di ridurre drasticamente il volume dei rifiuti destinati alle discariche, generando al contempo energia. In molte regioni italiane e paesi europei, i termovalorizzatori sono già una realtà consolidata, contribuendo alla transizione ecologica.
La mancata realizzazione di un termovalorizzatore in Umbria rappresenta, secondo i sindaci, un’occasione persa per la regione. “Con un termovalorizzatore, potremmo non solo gestire i rifiuti in modo più efficiente, ma anche produrre energia per le nostre comunità, riducendo la dipendenza dalle discariche e rispettando l’ambiente”, sostengono.
Decisione in netto contrasto con politiche di altre regioni e con decisioni dell’Europa
La decisione di sospendere il progetto del termovalorizzatore si pone in netto contrasto con le politiche di altre regioni italiane, che stanno investendo sempre più in tecnologie innovative per la gestione dei rifiuti. La Lombardia, ad esempio, ha fatto del termovalorizzatore uno strumento chiave per la gestione sostenibile dei rifiuti, con impatti positivi sia sull’ambiente sia sull’economia.
L’Umbria, invece, sembra destinata a rimanere indietro, mantenendo un sistema basato principalmente sulle discariche. Questo approccio non solo è obsoleto, ma rischia di compromettere il paesaggio naturale della regione, uno dei suoi principali asset turistici ed economici.
I sindaci di centrodestra hanno promesso di continuare a lottare contro quella che definiscono una “decisione miope e dannosa”. La creazione del termovalorizzatore, secondo loro, non è solo una necessità ambientale, ma anche una questione di responsabilità verso le future generazioni.
Il “Comitato Flaminia Sicura”, recentemente nato per affrontare i problemi legati alla sicurezza stradale, potrebbe diventare un modello per la formazione di un comitato regionale dedicato alla gestione dei rifiuti. Un simile organismo potrebbe unire amministrazioni, cittadini e associazioni in un fronte comune per spingere verso soluzioni più moderne ed efficienti.
La sospensione del termovalorizzatore in Umbria rappresenta un punto di svolta nella gestione dei rifiuti regionali. Le proteste dei sindaci di centrodestra evidenziano le profonde divisioni politiche su un tema che riguarda la salute, l’ambiente e il benessere economico dei cittadini.