Un fine settimana fuori dall’ordinario ha visto due icone dello spettacolo scegliere la via della contemplazione piuttosto che quella del tappeto rosso. Mogol, penna d’oro della musica italiana, e Terence Hill, volto intramontabile del grande schermo, si sono ritagliati un momento di raccoglimento al Santuario di Santa Rita, lontano da telecamere e clamori.

L’iniziativa porta la firma di Daniela Gimmelli, moglie del paroliere, che ha orchestrato il viaggio per offrire al marito e all’amico un’esperienza fuori dagli schemi, tra spiritualità e silenzi carichi di significato. Un’immersione che ha rinsaldato un’amicizia già segnata da melodie e pellicole, ma che questa volta ha trovato nella sacralità di Cascia un nuovo capitolo da scrivere.

Mogol e Terence Hill, accoglienza tra istituzioni e comunità religiosa

All’arrivo, la delegazione è stata accolta con tutta la solennità del caso dal sindaco di Cascia, Mario De Carolis, da padre Giustino Casciano e dalla priora del santuario, suor Maria Grazia Cossu. L’atmosfera, un misto tra cerimonia ufficiale e calorosa familiarità, ha subito catturato gli ospiti.

Mogol, che a Cascia si sente ormai di casa, ha riabbracciato la magia del luogo, mentre Terence Hill si è lasciato trasportare dal silenzio carico di storia e dal fascino di una basilica che sembra parlare a chi sa ascoltare.

Un viaggio nella spiritualità

Mogol, veterano delle atmosfere sacre di Cascia, ha deciso di portare con sé un compagno di viaggio d’eccezione: Terence Hill. L’attore, abituato ai set cinematografici più che ai silenzi monastici, ha vissuto l’incontro con la comunità religiosa come un’immersione totale in un mondo lontano dalle cineprese.

Tra affreschi, reliquie e un’aria che sa di storia antica, il volto iconico del western all’italiana ha scoperto una dimensione più intima e contemplativa, lasciandosi trasportare dall’atmosfera rarefatta del Santuario. Per chi ha prestato il volto a eroi dal cuore buono, questa visita è stata qualcosa di più di una semplice tappa: un’istantanea che resterà impressa nella memoria, più potente di qualsiasi inquadratura da film.

Mogol e Terence Hill, tra sapori autentici e tradizione

Dopo la visita, gli ospiti hanno messo da parte l’austerità del Santuario per concedersi un viaggio altrettanto sacro: quello del gusto. Ad attenderli, piatti che raccontano la terra umbra meglio di mille parole. Le suore del monastero, con la maestria di chi custodisce segreti tramandati nei secoli, hanno offerto un banchetto degno di una celebrazione.

Sapori robusti, genuini, intrisi di storia e tradizione hanno suggellato un’esperienza che non si è limitata a un pellegrinaggio spirituale, ma è diventata un vero e proprio incontro con l’anima più autentica del territorio. Tra un boccone e l’altro, racconti e aneddoti hanno preso il posto delle formalità, trasformando una cena in una celebrazione di amicizia e cultura.

Un riconoscimento per Cascia

Cascia ha aggiunto un nuovo trofeo alla sua collezione grazie a “Film in Tour”, il progetto che l’ha portata sotto i riflettori con un prestigioso ‘Oscar’ per docufilm artistici. La statuetta, consegnata durante la rassegna cinematografica di Deruta, celebra il valore culturale di un documentario che ha saputo ritrarre il cuore pulsante dei borghi umbri con un linguaggio moderno e coinvolgente. Un’opera che mescola arte, memoria e innovazione, capace di avvicinare anche i più giovani a un’eredità culturale che non può restare chiusa in una teca.

Dietro le quinte di questo successo, un team di professionisti – registi, sceneggiatori e tecnici – che ha saputo costruire una narrazione autentica, capace di esaltare l’anima di ogni singolo borgo. Il progetto ha visto il coinvolgimento diretto delle comunità locali, con i ragazzi del posto che, per una volta, non si sono limitati a osservare la storia ma l’hanno raccontata con la loro voce.

Il documentario, dal titolo evocativo “Nella Terra delle Muse”, ha seguito un filo narrativo che ha dato corpo e anima ai territori umbri. Tra affreschi, pietre antiche e scorci mozzafiato, ogni comune ha svelato la propria unicità, rendendo la cultura un’esperienza accessibile e inclusiva. Nessun museo polveroso, nessuna didascalia ingessata, ma un viaggio che invita a guardare con occhi nuovi ciò che troppo spesso diamo per scontato.

La premiazione si è svolta tra applausi e sorrisi, con il sindaco di Deruta, Michele Toniaccini, che ha ribadito il valore di iniziative come questa per dare una nuova linfa alla promozione territoriale. Il riconoscimento è arrivato con un premio dal forte valore simbolico: una statuetta in ceramica impreziosita con oro zecchino, un omaggio alla tradizione artistica umbra. Un piccolo capolavoro che racchiude, in un solo oggetto, la grandezza di un territorio che non smette di raccontarsi.