Negli ultimi anni, il tema del turismo è diventato un punto focale nel dibattito politico e sociale di Gubbio. La città, nota per il suo patrimonio culturale e storico, si è vista promuovere come “città del turismo” dalla precedente amministrazione comunale. Tuttavia, il bilancio delle presenze turistiche nei mesi di giugno e luglio 2024 racconta una storia diversa, con un centro storico quasi deserto e un settore che stenta a raggiungere i livelli sperati.

Questo scenario solleva importanti interrogativi sulla gestione dei beni culturali e delle politiche turistiche da parte della Giunta Fiorucci, mettendo in evidenza ritardi e mancanze che rischiano di compromettere il futuro della città come destinazione turistica di rilievo.

Il calo delle presenze turistiche a Gubbio nei mesi estivi non può essere attribuito solo a fattori esterni come la concorrenza di altre destinazioni o le oscillazioni del mercato turistico globale. Al contrario, questo fenomeno sembra riflettere una crisi più profonda, legata a problemi strutturali e a una gestione non all’altezza delle sfide attuali.

L’assessore alla cultura e al turismo, la ex grillina Paola Salciarini, ha riconosciuto che Gubbio sta perdendo il suo ruolo di meta di soggiorno per i turisti, diventando sempre più un luogo di passaggio per visite brevi. Questo è un segnale allarmante che evidenzia la mancanza di una strategia integrata capace di attrarre e trattenere i visitatori.

Salciarini denuncia la carenza di servizi in un’offerta turistica frammentata

Uno dei punti critici sollevati dall’assessore Salciarini riguarda la carenza di servizi adeguati che possano rendere Gubbio una destinazione attraente per soggiorni più lunghi. In un’epoca in cui i turisti cercano esperienze diversificate e ben strutturate, l’offerta turistica di Gubbio appare frammentata e poco coordinata. La mancanza di un collegamento rapido con l’aeroporto di Sant’Egidio, l’insufficienza di parcheggi e l’assenza di una rete efficiente di trasporti locali sono solo alcuni degli ostacoli che impediscono alla città di competere efficacemente con altre destinazioni umbre.

Inoltre, la mancata integrazione di Gubbio nei principali circuiti turistici nazionali e internazionali rappresenta un altro grave limite. La città, pur avendo un patrimonio culturale di grande valore, è stata esclusa dai grandi flussi turistici che attraversano l’Umbria, diretti principalmente verso mete come Assisi e Perugia. Questo isolamento è il risultato di una politica turistica miope, da 80 anni a questa parte, che non ha saputo valorizzare e promuovere in maniera adeguata le potenzialità del territorio.

La soluzione proposta dall’assessore Salciarini di fare rete con i territori circostanti sembrerebbe un passo nella giusta direzione. Tuttavia, affinché questa strategia sia efficace, è necessario un approccio integrato che coinvolga non solo i comuni limitrofi, ma anche tutti gli attori del settore turistico, culturale e commerciale di Gubbio.

Secondo la Salciarini, la promozione del turismo enogastronomico, dei percorsi naturalistici e del cicloturismo, così come la valorizzazione della Gola del Bottacione e dei dinosauri, devono essere parte di un piano strategico ben articolato, che non si limiti a eventi sporadici ma che preveda un’offerta turistica continuativa e di qualità.

Crerare sinergie con altre città umbre come Città di Castello e Assisi sul tema del turismo

La creazione di sinergie con altre città umbre, come Città di Castello e Assisi, potrebbe inoltre contribuire a rafforzare l’attrattività di Gubbio, inserendola in un circuito turistico più ampio e diversificato. In questo contesto, è fondamentale che le istituzioni locali si impegnino a promuovere la città alle grandi fiere nazionali e internazionali del turismo, recuperando il tempo perso e rilanciando l’immagine di Gubbio come una delle mete principali dell’Umbria.

Un’altra importante sfida all’orizzonte, secondo la Salciarini, è rappresentata dall’anno giubilare 2025, che porterà migliaia di pellegrini e visitatori ad Assisi. Questo evento avrebbe offerto un’opportunità unica per rilanciare il turismo nella città, ma avrebbe richiesto una preparazione adeguata e una pianificazione attenta già da alcuni anni.

L’assessore Salciarini non ha ben presente che il processo di organizzazione del Giubileo 2025 ha richiesto 10 anni di preparazione e che è impossibile inserirsi ora a pochi mesi dall’inizio, in programmi consolidati che vedono Gubbio fortemente in ritardo e completamente esclusa. Assisi si è già mossa da alcuni anni e non crediamo intenda condividere all’ultimo momento con la Città dei Ceri i proventi di un programma economico multimilionario. Si tratta perciò solo di una esternazione di tipo propagandistico, quella dell’assessore eugubino,priva di qualsiasi aggancio con la realtà.

Gubbio è ormai fuori dal Giubileo, necessario programmare un piano per i prossimi 5 anni

Non che si voglia gettare la croce addosso all’amministrazione Fiorucci perché certe iniziative avrebbe dovuto prenderle la precedente amministrazione, tuttavia appare ridicolo che l’assessore Salciarini in una decina di settimane, tante ne sono rimaste di qui all’inizio del Giubileo 2025, intenda trovare la soluzione a un problema irrisolvibile. Gubbio è ormai fuori dal Giubileo, se ne prenda atto e si lavori a un solido programma per lo sviluppo del turismo e la gestione dei beni culturali per i prossimi cinque anni. Un’impresa che appare titanica da parte di un assessore che spartisce il proprio tempo tra il lavoro in banca e gli incarichi istituzionali.

Nonostante le difficoltà, Gubbio rimane una città ricca di cultura e tradizioni mal comprese e altrettanto male gestite.  Tuttavia, per sfruttare appieno questo patrimonio, è necessario l’impegno nella programmazione e nella promozione degli eventi che già esistono. Il Torneo dei Quartieri, il Trofeo Fagioli, il Festival del Medioevo e la Mostra del Tartufo sono solo alcune delle manifestazioni che potrebbero attirare un numero significativo di turisti, se adeguatamente promosse e valorizzate. Ma questi sono solo una minima parte degli eventi da progettare e da programmare per riempire un anno intero.

Sul tema del turismo necessaria comunicazione di alto livello e non propaganda di facciata

Anche in questo campo l’assessore cerca di muoversi attraverso la propaganda e non attraverso azioni concrete che sono ormai impossibili da intraprendere, visti i tempi strettissimi aggravati anche dal mese perso per spartirsi le cariche. Pensi invece come programmare queste manifestazioni il prossimo anno con un piano ben articolato e pensi anche di promuoverne di nuove. Altrimenti l’attivismo che intende dimostrare, si riduce alla solita “ammuina” di borbonica memoria.

La comunicazione in particolare, necessita di asset di alto profilo che stentiamo a riconoscere tra i collaboratori della presente giunta. Non si può programmare un evento che abbia risonanza planetaria con gente che non sa neanche se la terra è tonda o piatta.

In definitiva, la crisi del turismo a Gubbio è il risultato di una serie di ritardi e mancanze che richiedono un intervento immediato e deciso. La nuova amministrazione comunale ha davanti a sé una sfida complessa, che diventa impossibile con gli standard di (in)efficienza appena dimostrati.