La sinistra a Gubbio si trova di fronte a un bivio nodale: la costituzione di un tavolo permanente da parte del Patto Avanti rappresenta un tentativo di rilancio, ma il contesto in cui questa iniziativa si inserisce è tutt’altro che incoraggiante. La sonora sconfitta elettorale dello scorso giugno ha messo in evidenza le profonde divisioni e debolezze del fronte progressista, che ora cerca di riorganizzarsi in un panorama politico locale dominato dall’Amministrazione Fiorucci.

Le elezioni comunali di giugno hanno rappresentato un momento di svolta per Gubbio, ma non nella direzione sperata dalla sinistra. Il centrodestra, guidato da Vittorio Fiorucci, ha conquistato una vittoria netta, capitalizzando su una campagna elettorale ben orchestrata e su un malcontento diffuso nei confronti delle precedenti amministrazioni di centrosinistra. La sconfitta non è stata solo elettorale, ma anche simbolica: il risultato ha mostrato l’incapacità della sinistra di proporre un progetto unitario e convincente per la città.

Il Partito Democratico, tradizionale pilastro del centrosinistra, è apparso frammentato e poco incisivo. Altri partiti, come Sinistra Italiana e il Movimento 5 Stelle, non sono riusciti a intercettare il malessere dei cittadini, lasciando spazio a una destra compatta e determinata. In questo contesto, il Patto Avanti nasce con l’obiettivo dichiarato di superare le divisioni e ricostruire un fronte progressista credibile, ma le premesse appaiono fragili.

La creazione del tavolo permanente del Patto Avanti è stato accolto a Gubbio con scetticismo

L’annuncio del tavolo permanente a Gubbio è stato accolto con un misto di scetticismo e curiosità. Secondo la dichiarazione ufficiale, il tavolo si propone come uno spazio per il dialogo e il confronto tra le forze progressiste, con l’obiettivo di affrontare temi importanti per la città, come la tutela della sanità pubblica, la transizione ecologica e digitale, e la difesa dei beni comuni. Inoltre, si punta a costruire un’opposizione rigorosa e organizzata all’Amministrazione Fiorucci.

Tuttavia, molte critiche si concentrano sul carattere autoreferenziale dell’iniziativa. L’idea di un tavolo permanente rischia di trasformarsi nell’ennesima struttura vuota, incapace di incidere realmente sulla politica locale. La sinistra eugubina, negli ultimi anni, è stata spesso accusata di concentrarsi più sulle dinamiche interne che sulle esigenze concrete della cittadinanza. La metafora della falegnameria, con Gubbio trasformata in un laboratorio di manovre politiche inconcludenti, descrive efficacemente il cinismo con cui parte della popolazione guarda a questo tipo di iniziative.

Uno dei principali ostacoli al successo del Patto Avanti è rappresentato dalle divisioni interne tra le diverse forze politiche coinvolte. Il Partito Democratico, pur essendo la forza trainante, è spesso accusato di voler fagocitare gli alleati minori, riducendoli a semplici strumenti per rafforzare la propria posizione. Il Movimento 5 Stelle, che un tempo si presentava come una forza antisistema, appare oggi privo di una chiara identità politica, mentre Sinistra Italiana e il Psi lottano per mantenere una minima rilevanza nel panorama locale.

La mancanza di una leadership unitaria e riconosciuta rappresenta un ulteriore problema. Senza una figura capace di guidare il progetto con autorevolezza e visione, il rischio è che il tavolo permanente si riduca a un’arena di conflitti e contrapposizioni, piuttosto che un motore di cambiamento.

Il programma del Patto Avanti, ricco di dichiarazioni di intenti ma povero di dettagli

Il programma annunciato dal Patto Avanti è ricco di dichiarazioni di intenti, ma povero di dettagli concreti su come raggiungere gli obiettivi prefissati. Tra le priorità dichiarate vi sono:

  1. Opposizione all’Amministrazione Fiorucci: Il Patto promette un lavoro rigoroso di contrasto alle politiche dell’attuale giunta, ma finora l’opposizione si è dimostrata frammentata e poco incisiva.
  2. Iniziative per la cittadinanza: Si punta a organizzare eventi e incontri per sensibilizzare la popolazione su temi fondamentali. Tuttavia, senza una strategia chiara, queste iniziative rischiano di trasformarsi in operazioni di facciata.
  3. Collaborazione con la Giunta Regionale: L’idea di una stretta collaborazione con il governo regionale dell’Umbria appare ambiziosa, ma è necessario chiarire come questa sinergia possa tradursi in benefici concreti per Gubbio.
  4. Inclusione delle forze escluse dal Consiglio Comunale: La volontà di dare voce a chi è privo di rappresentanza è un segnale positivo, ma resta da vedere come questa inclusività possa essere effettivamente realizzata.

Per convincere i cittadini, il Patto Avanti deve dimostrare di essere qualcosa di più di un semplice esperimento politico. Questo significa tradurre le dichiarazioni di intenti in azioni concrete e visibili. La città di Gubbio ha bisogno di soluzioni reali ai problemi che la affliggono, dal rilancio economico alla tutela del patrimonio culturale e ambientale, fino al miglioramento dei servizi pubblici.

Il primo obiettivo sarà quello di saper coinvolgere la cittadinanza

La credibilità del progetto dipenderà anche dalla capacità di coinvolgere attivamente la cittadinanza. Troppe volte, in passato, la sinistra è stata percepita come distante e autoreferenziale, incapace di ascoltare le esigenze della popolazione. Se il tavolo permanente riuscirà a invertire questa tendenza, potrà rappresentare un punto di svolta. Altrimenti, rischia di essere ricordato come l’ennesima occasione sprecata.

La costituzione del tavolo permanente del Patto Avanti a Gubbio è un tentativo ambizioso ma rischioso di rilanciare la sinistra in un contesto politico locale difficile. Le sfide da affrontare sono molteplici: superare le divisioni interne, costruire una leadership credibile, e dimostrare alla cittadinanza che il progetto è in grado di portare risultati concreti.

In un momento in cui la fiducia nei confronti della politica è ai minimi storici, il Patto Avanti ha l’opportunità di dimostrare che un altro modo di fare politica è possibile. Ma per farlo, deve andare oltre le formule vuote e le dichiarazioni di principio, concentrandosi su ciò che conta davvero: rispondere alle esigenze reali dei cittadini di Gubbio.

Riuscirà il burattino di legno, costruito nell’opificio della sinistra a diventare un bambino vero?