Divisi alla meta: il giorno dopo il tavolo AST è una babele di dichiarazioni della politica umbra, con il sindaco di Terni Stefano Bandecchi che anima il dibattito sulla questione dell’energia. Intorno a una questione strategica come l’Accordo di programma per l’acciaieria i partiti, da sinistra e da destra, scelgono di assecondare il clima elettorale.
Ma andiamo per ordine. Che non si sarebbe arrivati alla firma, nonostante la soluzione-ponte fino al 2029 prospettata dai Ministeri delle Imprese e dell’Ambiente e sicurezza energetica, lo si era capito dall’assenza al tavolo dell’AD di Finarvedi Mario Caldonazzo. Che a differenza del CEO di AST Menecali, aveva fatto capire, già nei giorni scorsi, che l’azienda si sarebbe presa il tempo di valutare le carte. E così, l’iperbole utilizzata dal sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, sulla possibilità che Comune e Stato possano acquisire l’acciaieria, è servita a portare al tavolo ministeriale la posizione di chi, dopo anni di lavoro, vive con disagio la palla lanciata in tribuna dall’azienda sui costi dell’energia.
“Siamo convintamente sulle posizioni del sindaco – dice il suo vice Riccardo Corridore, in corsa con AP per la Regione -. È giunto il momento di andare alla firma dell’Accordo di programma. E Arvedi-AST non può tenere in ostaggio la città, lo Stato e i lavoratori su una questione che è stata inserita solo successivamente sul tavolo delle trattative. Comprendiamo che quella dell’energia sia una questione fondamentale per la competitività dell’azienda e il ritorno degli investimenti. Ma un tema che ha riflessi europei e una complessità elevatissima di carattere tecnico, non può essere usato come una clava proprio a un passo dalla risoluzione di una trattativa che ha richiesto anni di lavoro e impegni di tutte le istituzioni. Si mettano in sicurezza investimenti e livelli occupazionali. Perché anche sull’energia la soluzione è a portata di mano“.
Tavolo AST e posizione di Bandecchi, il dibattito politico si riscalda alla vigilia delle elezioni
Il ministro Urso, dopo la riunione di ieri, aveva parlato di clima di chiarezza sui contenuti dell’intesa da finalizzare nelle prossime settimane. “Ora c’è anche l’impegno comune a individuare una soluzione strutturale per il problema dei costi energetici, in linea con il quadro normativo europeo”, aveva detto.
Chi proprio non digerisce la posizione di Bandecchi è il Movimento 5 Stelle, che interviene con il consigliere regionale uscente Thomas De Luca. “Le sue sparate ai tavoli ministeriali non solo non fanno ridere ma mettono a repentaglio il futuro di migliaia di famiglie di lavoratori e lavoratrici del polo siderurgico – sostiene De Luca -. Invece di fare il sindaco di Terni, facendosi ascoltare dai suoi alleati, dalla sua presidente Tesei e dal suo governo, Bandecchi perde il controllo della situazione. Quasi un miliardo di euro di investimenti sul territorio rischiano di andare in fumo per colpa del suo governo. E l’unica cosa che è in grado di fare è buttarla in caciara, per celare che a Perugia e Roma non ha alcuna autorevolezza“.
L’assessore allo sviluppo economico del Comune, Sergio Cardinali, che era presente al tavolo lancia un appello. “La partita resta dura e delicata – chiarisce -. E c’è il rischio che i lavoratori e i cittadini ternani in primis, ma anche l’economia della regione, paghino un prezzo sociale importante. Di contro la possibilità di una soluzione potrebbe essere alla portata. Quello di cui non c’è bisogno è una strumentalizzazione politica della vicenda che rischia di farla implodere. Ognuno si assuma le proprie responsabilità e come diceva qualche sindacalista in questi giorni non si giochi la campagna elettorale sulle spalle dei lavoratori, il rischio è troppo alto“.
La candidata governatrice del centrosinistra Proietti: “Cresce la preoccupazione”. Cecconi (FdI): “Posizione sconcertante”
Ma non ci sono solo le reazioni alla posizione di Bandecchi. Perché dopo il tavolo a intervenire è anche la candidata del centrosinistra Stefania Proietti. La sindaca di Assisi, appena conclusa la riunione, fa uscire una nota nella quale esprime “forte preoccupazione rispetto all’inadeguatezza delle risposte avanzate. Non esistono impegni concreti se non quelli messi nero su bianco all’interno di un accordo di programma che non può in alcun modo essere procrastinato al 2029“.
Per Proietti ci sono profonde divisioni tra le istituzioni locali e nazionali. E, con evidente riferimento all’attacco di Bandecchi, chiede di “garantire un comportamento sobrio che sia garanzia verso gli investimenti che l’azienda deve mettere in campo. Questa sfida la possiamo vincere solo se ciascuno dei soggetti interessati, ad ogni livello, saprà svolgere correttamente il suo ruolo. Da parte mia – conclude – non cederò di un centimetro, facendo tutto quello che è possibile per stare al fianco dei lavoratori e delle lavoratrici, di AST e del suo indotto, pensando alle loro famiglie”.
Una posizione che scatena la reazione stizzita del coordinatore comunale di Terni di Fratelli d’Italia, Marco Cecconi. Anche lui candidato alle prossime Regionali.
“Oltre a scoprire Terni ed il sud dell’Umbria, che non conosce, Proietti scopre l’accordo di programma AST – dice Cecconi -. Suscitando ilarità oltre che sconcerto quando dice che questo, da stasera, sarebbe rimandato al 2029. Voglio tranquillizzare la candidata che non ha approfondito il tema prima di dichiarare, ed anche chi, improvvisandosi, le prepara note stampa grottesche. Come ribadito anche oggi al Ministero c’è un perfetto allineamento tra Ministro, Regione ed azienda. Sono confermati i 300 milioni di finanziamento pubblico per sostenerne il piano industriale privato da altri 700 milioni di investimenti di AST. E finalmente pure sul tema del caro energia è stata trovata una soluzione che vede favorevole l’azienda come dichiarato al tavolo. Certo, preoccupa invece tutta la nostra comunità che chi si candidi al ruolo di presidente della Regione non solo dimostri di non conoscere per nulla temi così importanti, ma nemmeno trovi il tempo di studiarli”.
Posizione, quella di Cecconi, che scatena il capolista pentastellato Simonetti. “È bullizzato da Bandecchi – attacca -. Il centro-destra ormai è totalmente succube delle ambizioni bandecchiane, una deriva che sta oscurando completamente Donatella Tesei, mai stata così debole. Al contrario le dichiarazioni di Stefania Proietti rappresentano una finestra di buon senso all’interno di un dibattito surreale e dilettantesco“.
Anche la parlamentare del PD Anna Ascani va all’attacco del Governo e della governatrice Tesei. “Per Acciai Speciali Terni nulla di fatto – afferma-. Il tavolo convocato dal ministro Urso non ha portato alla firma dell’Accordo di programma, attesa da due anni. Ancora altro tempo, ancora promesse vane, ancora nessuna certezza, ancora chiacchiere, sotto lo sguardo di una presidente di Regione incapace di tutelare gli interessi dell’Umbria“.
Insomma, al di là degli appelli a tenere fuori la campagna elettorale dalla vicenda, ormai la scelta della politica umbra sembra fatta. Sarà guerra di trincea anche sul futuro dell’acciaieria. Almeno fino al 19 novembre.