Si è da poco concluso a Roma il tavolo sull’Ast di Terni. Il summit è stato convocato direttamente dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. Originariamente previsto per la metà di gennaio, i tempi sono stati anticipati dietro richiesta delle rappresentanze sindacali che hanno voluto far luce su alcune criticità legate al piano industriale dell’azienda e sullo stato di attuazione dell’accordo di programma siglato tra le parti. All’appello erano presenti i rappresentanti dell’azienda AST, della Regione Umbria, della Provincia e del Comune di Terni, oltre ai delegati sindacali.
Usciti dal Parlamentino di Palazzo Piacentini, gli umori a caldo sono apparsi piuttosto perplessi e delusi per la mancata firma dell’accordo ormai in ballo da tempo che consentirebbe all’azienda di viale Brin una maggiore sostenibilità, garantendo, fra le altre cose, un costo minore per l’energia elettrica. Eppure quella che avrebbe dovuto rivelarsi una giornata decisiva per Terni e per una delle più importanti aziende del comparto siderurgico italiano, si è risolta con un cronoprogramma. In altre parole: per la firma si deve attendere ancora.
Tavolo Ast a Roma, il ministro Urso: “Entro febbraio la firma dell’accordo di programma”
“Abbiamo fatto il punto su una vertenza così importante e significativa – ha detto il ministro Urso fuori da Palazzo Piacentini, ma la gestazione per arrivare alla tanto sospirata firma appare ancora lunga -. Abbiamo condiviso un cronoprogramma che ci porterà entro la fine del mese di febbraio a firmare l’accordo di programma con l’Azienda e le varie Istituzioni per il rilancio di questo significativo sito siderurgico italiano“.
Al tavolo su Ast a Roma, Urso ha sottoposto il documento sulle industrie energivore presentato da poco in sede Europea, per rendere più competitiva e sostenibile la siderurgia europea che vede l’Italia giocare un ruolo da protagonista. Sul piatto, ha dichiarato Urso, anche la revisione del meccanismo del Green Deal per il settore automotive.
Il ministro è quindi tornato sul cronoprogramma per il polo ternano e sul piano energetico in particolare. La questione è complessa e ci vorranno almeno cinque anni per venirne a capo. “È fondamentale per quanto riguarda l’approvvigionamento energetico la gara per la nuova concessione della centrale idroelettrica, da sempre a servizio delle acciaierie di Terni, che avverrà nel 2029. C’è bisogno di chiarezza. La faremo nelle prossime settimane affinché sia possibile convocare per febbraio un tavolo conclusivo per la sottoscrizione dell’accordo di programma” ha concluso.
Il sindaco di Terni Stefano Bandecchi: “Si è rischiato di non arrivare a nulla”
Che il gelo fosse sceso in sala quando la firma è saltata, era chiaro già da un breve resoconto del sindaco di Terni, Stefano Bandecchi. Un’atmosfera che il primo cittadino ha confermato all’uscita dal tavolo ministeriale. “Una riunione paradossale e gelida per molti minuti” ha detto. Quello che si prospettava come un incontro risolutivo, non lo è stato. “Si è rischiato di non arrivare a nulla, io pensavo che oggi di fosse la firma ma non c’è stata” eppure qualcosa si è mosso.
“Ho visto che c’erano una serie di problemi – ha dichiarato Bandecchi – e mi sono permesso di dire dove stava il problema, quello vero. Dopo il mio intervento abbiamo cominciato una riunione vera che ha portato a un termine. Ci siamo dati un mese di tempo per risolvere il problema più importante che metterà i puntini sulle ‘I’. Se l’Ast vuole fare questo accordo siamo pronti come eravamo già pronti a ottobre“.
“Finalmente il Governo ha preso una posizione e credo che la Regione si adatterà. Non potremmo dare nessuna agevolazione all’Ast a livello energetico – ha puntualizzato il sindaco di Terni – perché dovremmo darla a tutti gli italiani e perché andremmo contro le regole europee. L’Ast deve decidere se vuole fare questa operazione oppure no“.
Bandecchi rimane comunque positivo sul futuro industriale di Terni e sulla firma dell’accordo di programma. “Terni è la città giusta su cui investire. Sono convinto che l’accordo si farà. Finalmente oggi il Ministro Urso ha annunciato le regole per le nuove centrali nucleari e cominceremo a fare le cose diversamente. L’energia in Italia finalmente costerà meno“.
Loris Scarpa, Cgil: “Dovremo attendere il 2029, non siamo assolutamente soddisfatti”
“Non siamo assolutamente soddisfatti di come si è svolto il confronto” così Loris Scarpa, coordinatore nazionale Fiom- Cgil. “Noi oggi attendevamo delle proposte, delle soluzioni in merito alle problematiche ancora aperte ma non si è visto nulla“. Se la firma dell’accordo è stata promessa a febbraio 2025, la questione energetica appare molto più lontana. I tempi sono critici perché non garantirebbero la necessaria sostenibilità all’impianto siderurgico ternano. “Sono state stabilite delle ulteriori date per degli incontri tecnici ma tutto sembra essere rimandato al 2029 – ha sottolineato -. L’Azienda oggi ha dichiarato che gli interventi strutturali e investimenti non se ne potranno fare prima di quella data“.
“Prendiamo atto di questa cosa – ha concluso Scarpa, ma non finisce qui – . Abbiamo fatto presente che per noi la questione dell’energia e quella dell’area a caldo sono temi preminenti e che non deve esserci alcun impatto sull’occupazione e sui lavoratori. Noi difenderemo in tutti i modi gli impianti“.