Le Tavole Eugubine, o “Tavole di Gubbio”, sono universalmente considerate uno dei testi religiosi più importanti dell’antichità classica. La loro unicità risiede nel fatto che rappresentano l’unico accesso diretto alla civiltà degli antichi Umbri, un popolo che abitava l’Italia centrale prima della dominazione romana. Nessun altro documento antico, né in lingua greca né latina, offre una testimonianza così ricca e dettagliata sulla vita religiosa di una comunità preromana.
Le Tavole Eugubine sono sette lastre di bronzo, di dimensioni variabili tra i 28×40 cm e i 57×87 cm, con un peso che oscilla tra i 2,5 e i 7,6 chilogrammi. Incise su entrambi i lati (eccetto la Tavola 3 e la Tavola 4), contengono un totale di 12 facciate e circa 4365 parole. I testi risalgono, almeno nella loro ultima forma scritta, al I millennio a.C., ma rappresentano la trascrizione di documenti ancora più antichi, originariamente riportati su materiali deperibili come lino, legno o pelli conciate.
Conservate oggi nel Museo Civico di Palazzo dei Consoli a Gubbio, le Tavole sono di proprietà del Comune, che le acquistò il 25 agosto 1456 da due privati, Paolus Greghori e Presentina, i quali le avevano trovate probabilmente nel 1444, durante lavori nell’area del Teatro Romano.
Le sette tavole in bronzo sono redatte in due alfabeti distinti
Le Tavole presentano testi scritti in due alfabeti distinti:
- Grafia etrusca adattata (definita “lingua ikuvina”), utilizzata per le Tavole 1, 2, 3, 4 e 5a, databili tra il 250 e il 150 a.C.
- Alfabeto latino, usato per le Tavole 5b, 6 e 7, redatte tra il 150 e il 70 a.C.
L’alfabeto della lingua ikuvina è composto da 14 consonanti e 4 vocali (manca la “O”) e la scrittura procede da destra a sinistra. Nonostante le Tavole siano state incise in epoca più tarda, riflettono una tradizione religiosa e culturale molto più antica, risalente alla civiltà umbra preromana.
Le Tavole Eugubine rappresentano una sorta di “breviario” liturgico redatto per uso sacerdotale. Probabilmente trascritte su bronzo per garantirne la durata nel tempo, esse derivano dagli archivi della confraternita Atiedia, un’associazione di cittadini di spicco della comunità ikuvina. Il testo descrive in dettaglio i riti religiosi da seguire durante le principali festività, come le Bimestrali e le Cereali, con indicazioni precise sui cerimoniali, le offerte e le invocazioni agli dèi.
Oltre al valore religioso, le Tavole offrono uno straordinario spaccato sulla storia e sulla cultura della Gubbio antica, capitale religiosa della civiltà umbra. Tuttavia, non tutto il contenuto è stato ancora pienamente interpretato. Rimangono dubbi e discussioni su alcune parole chiave e sul significato di intere frasi.
La decifrazione delle Tavole Eugubine ha impegnato studiosi di tutto il mondo fin dal Rinascimento. Tra i primi a studiarle ci fu Stefano da Cremona, seguito nei secoli successivi da figure illustri come Filippo Buonarroti, Scipione Maffei e Giacomo Devoto.
Molti sono stati gli studiosi che si sono cimentati nella interpretazione delle Tavole Eugubine
Nel XIX e XX secolo, gli studi sulla lingua ikuvina hanno offerto un contributo fondamentale anche alla comprensione della scrittura etrusca, pur non essendo direttamente correlata alla lingua degli Etruschi. Tra i nomi di spicco, ricordiamo Aldo Luigi Prosdocimi, Augusto Ancillotti e Romolo Cerri.
L’alfabeto utilizzato nelle Tavole incise con la lingua ikuvina presenta alcune peculiarità che lo distinguono dagli alfabeti contemporanei. Ad esempio:
- La mancanza della vocale “O” è una caratteristica unica.
- La direzione della scrittura da destra a sinistra rispecchia una tradizione condivisa con altre culture antiche.
Le Tavole Eugubine non sono solo un documento religioso, ma anche una finestra sulla vita quotidiana, le credenze e le istituzioni di una civiltà antica. I testi offrono indicazioni dettagliate sui sacrifici, sulle formule rituali e sugli oggetti sacri utilizzati durante le cerimonie. Ad esempio, si parla di offerte di animali e di doni simbolici, che dovevano essere disposti con grande precisione per ottenere il favore degli dèi.
La scoperta e lo studio delle Tavole Eugubine hanno permesso di gettare luce su una cultura che altrimenti sarebbe rimasta in gran parte sconosciuta. Gli Umbri, uno dei popoli italici più antichi, avevano una tradizione religiosa profondamente radicata, che trovava nella città di Gubbio il suo fulcro spirituale.
Le Tavole Eugubine sono oggi uno dei simboli più rappresentativi di Gubbio e della sua storia. Esibite con orgoglio nel Museo Civico, attraggono ogni anno studiosi e visitatori da tutto il mondo. La loro importanza va oltre il contesto locale, poiché rappresentano una testimonianza unica del patrimonio culturale dell’Italia preromana.
Gubbio, custode di questo straordinario patrimonio, resta un luogo di pellegrinaggio per chiunque voglia avvicinarsi al cuore della civiltà umbra e al mistero delle sue tradizioni.