La tassa di soggiorno in Umbria (ma si paga in tutta Italia) è un tributo locale richiesto ai turisti che pernottano nelle strutture ricettive della regione. Questo contributo è destinato a finanziare servizi turistici e infrastrutture locali, migliorando l’esperienza dei visitatori.
Proprio da pochi giorni, è stata proposta una revisione della tassa di soggiorno in Italia, che potrebbe portare a un aumento dell’importo massimo fino a 25 euro al giorno per gli alberghi di lusso. Questa proposta prevede anche la possibilità di estendere l’applicazione dell’imposta a tutti i 7.904 comuni italiani, non solo ai capoluoghi e alle città turistiche principali.
Umbria, quanto costa la tassa di soggiorno attualmente
Perugia, capoluogo dell’Umbria, applica una tassa di soggiorno con importi variabili in base alla categoria della struttura ricettiva. Ecco le tariffe dettagliate:
- Hotel 5 stelle: 3,00 euro per persona, per notte.
- Hotel 4 stelle: 2,50 euro per persona, per notte.
- Hotel 3 stelle: 1,50 euro per persona, per notte.
- Hotel 1 e 2 stelle, agriturismi, bed & breakfast, case vacanze: 1,00 euro per persona, per notte.
Sono esenti dal pagamento i bambini fino a 12 anni e altre categorie specifiche, come accompagnatori di persone disabili.
Anche Terni ha introdotto la tassa di soggiorno con tariffe simili a quelle di Perugia. Le tariffe variano a seconda della categoria della struttura e della stagionalità. Gli importi specifici sono determinati dal comune e sono destinati a finanziare la promozione turistica e il miglioramento delle infrastrutture locali.
La tassa di soggiorno, o imposta di soggiorno, è un contributo che viene richiesto ai turisti per ogni notte di permanenza presso una struttura ricettiva di qualsiasi genere, inclusi hotel, bed & breakfast e agriturismi. Questo tributo è stato introdotto dalla legislazione italiana nel 2011 come parte della riforma del federalismo fiscale.
Gli importi della tassa di soggiorno possono variare notevolmente da un minimo di 1 euro a un massimo di 5 euro per persona, per notte, a seconda del comune e della categoria della struttura.
Sono previste esenzioni per determinate categorie, tra cui:
- Bambini (fino a 10 anni o 18 anni, a seconda del comune).
- Persone disabili e i loro accompagnatori.
- Autisti e accompagnatori turistici.
- Forze armate.
- Residenti nel comune in cui si pernotta.
- Ostelli della gioventù
Il pagamento della tassa di soggiorno viene richiesto al termine del soggiorno direttamente dalla struttura ricettiva, che poi provvede a versare gli importi raccolti al comune. È possibile pagare sia in contanti che con metodi elettronici.
Come potrebbero cambiare i costi
La proposta di revisione della tassa di soggiorno prevede una rimodulazione degli importi in base al costo del pernottamento:
- Fino a 5 euro: pernottamenti inferiori a 100 euro a notte.
- Fino a 10 euro: stanze con un costo tra 100 e 400 euro a notte.
- Fino a 15 euro: alloggi con un costo tra 400 e 750 euro a notte.
- Fino a 25 euro: pernottamenti in alberghi di extralusso, superiori a 750 euro a notte
Questi importi massimi rappresentano un aumento rispetto ai limiti attuali, dove l’importo massimo è generalmente di 5 euro per notte. L’obiettivo della proposta è quello di garantire un flusso costante di fondi per migliorare non solo le infrastrutture turistiche, ma anche servizi locali come la raccolta dei rifiuti.
Le associazioni di categoria del settore turistico hanno espresso forti critiche alla proposta. Federalberghi, ad esempio, ha dichiarato che l’aumento previsto della tassa è ingiusto e potrebbe ridurre la competitività delle destinazioni italiane. Hanno sottolineato che un ulteriore aumento, dopo il recente incremento del 40% del tetto massimo in occasione del Giubileo, sarebbe un peso per le imprese turistiche e per i visitatori.
Anche Confindustria Alberghi ha manifestato preoccupazioni, dicendo che le strutture ricettive non dovrebbero essere considerate una facile risorsa di finanziamento per i comuni. La presidente Maria Carmela Colaiacovo ha dichiarato che l’approvazione improvvisa di questa norma rischia di vanificare i mesi di dialogo costruttivo con il governo, specialmente riguardo alla destinazione dei proventi per il sostegno delle attività turistiche.