Tassa rifiuti: i piani economici e finanziari dei sub-Ambiti umbri sono approdati nell’Assemblea dei sindaci. E ora, dopo la votazione, i verbali e le documentazioni torneranno sulle scrivanie dei sindaci e degli assessori ai tributi per la trasmissione ai consigli comunali. La stangata prevista, compresa tra il 5 e il 9% a seconda del costo dei servizi di gestione del ciclo integrato dei rifiuti, ha animato la discussione tra i 91 comuni della regione. Il presidente dell’AURI (l’Authority umbra di rifiuti e idrico), il sindaco di Todi Antonino Ruggiano, ha chiesto ai rappresentanti degli enti di avere responsabilità. E di votare i PEF che porteranno a un aumento della tassa per il 2024 e il 2025, perché i metodi di calcolo dovranno inglobare l’inflazione del biennio precedente. E nel frattempo i costi operativi presentati all’AURI dalle società che gestiscono il servizio sono cresciuti ulteriormente. Per colpa del caro energia, in primis, ma anche perché ci sarebbero stati circa 8 milioni di oneri impropri che l’Autorità ha defalcato dal conto.
Tassa rifiuti: situazione peggiore nel sub-Ambito 3 (Foligno, Spoleto, Valnerina), Terni schiva il rischio stangata
A essere messo peggio, secondo le indiscrezioni trapelate a margine dell’incontro tra i sindaci (in parte svoltosi in videoconferenza), dovrebbe essere il sub-Ambito 3, quello che va da Foligno, a Spoleto alla Valnerina. I ritocchi della Tari si attesterebbero nella fascia più alta. Quella che arriva a toccare il 9% rispetto alle bollette del 2023. Sub-Ambito 2, quello del capoluogo regionale, con rincari previsti nell’ordine del 7%, ma più contenuti nel Comune di Perugia. E il sub-Ambito 1 (Città di Castello) sfrutterebbe il paracadute di aumenti più contenuti dovuti all’indizione della gara per la gestione. L’assorbimento della botta inflattiva, di conseguenza, riguarderebbe un solo anno rispetto a tutti gli altri altri territori che si sono beccati il rincaro su base biennale.
Buone notizie per Terni, che finirà nella parte più stretta della forbice. I comuni del sub-Ambito 2 che hanno dato in gestione il servizio e deliberato il passaggio da tassa (TARI) a tariffa rifiuti corrispettiva (TARIC) sono riusciti a tenere maggiormente sotto controllo i costi. Era proprio una delle ragioni che portarono alla scelta di scegliere questa modalità: abbassare il costo nei confronti degli utenti virtuosi che migliorano la propria raccolta differenziata, riducendo la quantità dei rifiuti da conferire in discarica. Qualche Comune si potrebbe veder recapitare PEF stabili rispetto all’anno precedente. Per qualche Comune addirittura potrebbe anche esserci la sorpresa di premialità.
Richiesto un atto di responsabilità per evitare che la gestione dei servizi diventi problematica
Insomma, un quadro a macchia di leopardo, ma che evidenzia una tendenza alla crescita dei costi del servizio, trascinata da trasporti, raccolta e difficoltà impiantistiche. Per i Comuni un problema in più, che si aggiunge alla corsa contro il tempo per l’approvazione dei PEF, prima dei bilanci. Quest’anno poi, con l’impianto normativo per il calcolo e le deliberazioni dell’ARERA, l’aggiornamento è obbligatorio. I Comuni avranno tempo fino al 30 aprile per approvare e quindi per determinare il gettito in ottemperanza a quanto previsto nel Piano Finanziario che dovrà essere aggiornato. Da qui la richiesta di Ruggiano di un atto di responsabilità da parte dei sindaci. Astensioni e voci critiche non sono mancate nel dibattito. E slittamenti o ricorsi porterebbero a rendere problematica non solo la gestione del settore, ma la tenuta stessa dei conti degli enti.
Impianto normativo che solleva critiche
Non mancano le critiche al sistema di calcolo dei Piano economici e finanziari della TARI e al collo di bottiglia che si viene a creare nelle aule consiliari. È il caso, ad esempio del Comune di Terni. L’assessore ai tributi Michela Bordoni, che ha partecipato all’assemblea per conto del sindaco Bandecchi, evidenzia la delicatezza del problema.
“Il fatto che Terni non sia stata particolarmente travolta dagli aumenti non cambia la natura dei fatti – afferma -. Dobbiamo fare i conti con una legge contorta, che assegna ruoli di supervisione ad Arera e che tiene conto di troppe variabili. Noi siamo fermamente contrari a una modalità operativa farraginosa. Come Comune, poi, il calcolo della tariffa possiamo solo subirla, Abbiamo votato favorevolmente e con responsabilità. Ma abbiamo anche iniziato un confronto serrato con ASM, che gestisce la TARIC, per andare ad analizzare nel dettaglio ogni costo che si scarica e si scaricherà sulle famiglie. I nostri uffici stanno svolgendo proiezioni e simulazioni proprio per tenere d’occhio la situazione anche in futuro“.