Il Lago Trasimeno, gioiello naturalistico dell’Umbria, sta vivendo in questi giorni un nuovo allarme ambientale: una preoccupante morìa di pesci sta colpendo diverse località del bacino lacustre, generando sconcerto tra cittadini, pescatori, turisti e istituzioni.
A fronte dell’emergenza in corso, è stata attivata una vera e propria task force composta da enti pubblici, associazioni, Protezione civile e Comuni dell’area del Trasimeno, che stanno operando in sinergia per affrontare con tempestività la situazione, evitare ulteriori danni e ripristinare il decoro ambientale e urbano del lago, anche in vista delle festività pasquali.
L’attivazione del piano d’emergenza è avvenuta su impulso dell’assessore regionale con delega ai Laghi, Simona Meloni, in collaborazione con l’assessore all’Ambiente Thomas De Luca, e con il supporto tecnico di ARPA Umbria, AFOR (Agenzia Forestale Regionale), Protezione civile e l’Unione dei Comuni del Trasimeno, presieduta da Sandro Pasquali.
L’obiettivo è duplice: da un lato, procedere immediatamente alla raccolta delle carcasse dei pesci, già cominciata in diverse aree costiere del lago; dall’altro, avviare gli atti amministrativi necessari per monitorare e gestire il fenomeno, al fine di evitare rischi sanitari, ambientali e turistici.
“Sono eventi che si sono già verificati in passato e che, purtroppo, dovremo affrontare anche in futuro” – hanno dichiarato Meloni, De Luca e Pasquali – “per questo motivo è fondamentale un approccio integrato e una risposta rapida e condivisa da parte di tutte le istituzioni coinvolte.”
Grazie alla collaborazione tra Regione e Unione dei Comuni, sono stati attivati i COC (Centri Operativi Comunali) della Protezione civile, attraverso i quali vengono coordinate le operazioni di rimozione e smaltimento delle carcasse dei pesci lungo le sponde del lago.
Le amministrazioni locali, in costante contatto con i tecnici regionali, hanno avviato gli interventi più urgenti, anche con il supporto dei volontari della Protezione civile, impegnati in prima linea per contenere la diffusione di odori molesti, problematiche igienico-sanitarie e un impatto negativo sull'immagine del territorio.
“Il nostro ringraziamento va ai volontari, ai pescatori e a tutti i cittadini che si sono messi a disposizione con senso di responsabilità e amore per il lago”, hanno sottolineato Meloni e Pasquali.
Sebbene l’emergenza sia in pieno corso, ARPA Umbria sta conducendo analisi e rilievi per determinare con esattezza le cause del fenomeno.
Le ipotesi più accreditate, per ora, riguardano possibili cambiamenti improvvisi nella temperatura dell’acqua, diminuzione dell’ossigeno disciolto o fenomeni di eutrofizzazione, spesso legati a fattori climatici, carichi organici o alterazioni del ciclo naturale del lago.
“Il Trasimeno è un ecosistema delicato, e l’equilibrio tra le sue componenti biologiche può spezzarsi anche a fronte di piccoli squilibri ambientali”, ha spiegato un tecnico ARPA.
“L’accumulo di sostanze organiche o la proliferazione di alghe può abbassare il livello di ossigeno, provocando morie improvvise tra i pesci, in particolare le specie più sensibili.”
Il Lago Trasimeno non è solo un’area di interesse naturalistico, ma anche un pilastro dell’economia e della cultura umbra.
Ogni anno, il lago attira decine di migliaia di visitatori, rappresentando un punto di riferimento per il turismo sostenibile, la pesca, l’agricoltura e l’enogastronomia locale.
Proprio per questo, la comparsa di pesci morti lungo le sponde, in un periodo importante come quello pasquale, rappresenta un danno d’immagine significativo, che rischia di scoraggiare visitatori e compromettere attività economiche, già provate da mesi di incertezza climatica e gestionale.
“Il nostro impegno è massimo per riportare rapidamente il lago alle sue condizioni ottimali”,ha assicurato l’assessore De Luca, “ma serve anche un cambio di passo nella prevenzione e nella gestione di questi eventi.”
Oltre alla risposta emergenziale, la Regione Umbria e l’Unione dei Comuni stanno valutando l’opportunità di elaborare un piano strutturale di salvaguardia per il Lago Trasimeno, che preveda misure di prevenzione, investimenti in monitoraggio ambientale, educazione ecologica e aggiornamento dei protocolli di intervento.
“Non possiamo limitarci a intervenire solo quando l’emergenza è già visibile. Dobbiamo dotarci di strumenti permanenti, tecnologici e normativi, che ci permettano di anticipare questi fenomeni e mitigarne gli effetti”, ha detto Simona Meloni.
Tra le proposte al vaglio figurano:
Il potenziamento della rete di monitoraggio della qualità dell’acqua
L’introduzione di piani di gestione del pesce in sinergia con i consorzi di pescatori
Interventi ecologici per migliorare il ricambio idrico e contrastare l’eutrofizzazione
Campagne di sensibilizzazione per cittadini e turisti
L’intervento rapido e congiunto di Regione, ARPA, Comuni, Protezione civile e associazioni locali rappresenta un esempio positivo di collaborazione istituzionale, che potrebbe diventare un modello replicabile per altri contesti fragili del territorio umbro.
“Quando le istituzioni collaborano con tempestività e rispetto dei ruoli, i risultati si vedono subito”, ha osservato il presidente Pasquali, “e il cittadino si sente parte di una comunità che reagisce, che si prende cura del proprio territorio.”
Il Lago Trasimeno è vivo, fragile, bellissimo. Ma come ogni ecosistema, ha bisogno di attenzione costante, prevenzione e amore.
La moria di pesci che lo ha colpito in questi giorni è anche un’opportunità per ripensare il nostro rapporto con la natura, con l’acqua, con l’equilibrio tra sviluppo e sostenibilità.
Grazie all’impegno della task force coordinata dalla Regione, la situazione è sotto controllo. Ma il futuro del Trasimeno si gioca non solo nei giorni dell’emergenza, ma in quelli dell’attesa, della pianificazione, della cura silenziosa.