I tartufai del territorio umbro, facenti parte del C.A.T Umbria (Associazione Tartufai dell’Umbria), esprimono una sempre più crescente preoccupazione per la scelta di Roberto Morroni, assessore alle politiche agricole e agroalimentari, di imporre restrizioni non ben definite alla raccolta libera del tartufo sul territorio regionale. Questa mossa, considerata dannosa e ingiustificata dai tartufai, rischia di minare una tradizione secolare profondamente radicata nella cultura e nell’economia umbra.

Il futuro dei tartufai dell’Umbria e i benefici della cerca libera

La raccolta del tartufo, radicata nella tradizione umbra, affonda le sue origini in tempi remoti. Le conoscenze e le pratiche tradizionali vengono tramandate di generazione in generazione. La cerca e cavatura del tartufo e la figura stessa del tartufaio è stata riconosciuta nel 2021 come patrimonio culturale immateriale dell’umanità dall’UNESCO. Questo riconoscimento internazionale sottolinea l’importanza culturale e storica di questa pratica, che va ben oltre il mero valore economico.

La libera cerca del tartufo ha permesso non solo la scoperta di luoghi di provenienza, ma anche la conduzione di particolari studi da parte della comunità scientifica. Queste ricerche hanno migliorato la comprensione degli ecosistemi naturali del tartufo, promuovendo lo sviluppo di attività specifiche nel settore e generando significativi benefici occupazionali. Tutto ciò ha avuto quindi un impatto significativo sull’occupazione locale, generando posti di lavoro e promuovendo lo sviluppo economico dell’Umbria. Attualmente, infatti, sono 15mila i tartufai abilitati in Umbria.

All’Umbriafiere di Bastia Umbra assemblea pubblica il 22 giugno

Come riportato da Perugia Today, “La scelta dell’assessore di avviare il processo di chiusura del territorio regionale, con pesanti limitazioni alla libera cerca, determinerebbe un non equilibrio tra le parti in causa. E innescherebbe un grave conflitto sociale proprio per l’impossibilità per i tartufai di esercitare la loro attività in libertà“. Questa la conclusione della nota dell’Associazione Tartufai dell’Umbria. Quello che si teme è che la chiusura del territorio potrebbe limitare l’accesso a risorse naturali che sono state liberamente disponibili per secoli.

Per affrontare questa questione cruciale il C.A.T Umbria ha organizzato un’assemblea pubblica sabato 22 giugno alle ore 10.00 presso il centro Umbriafiere di Bastia Umbra. L’evento vedrà la partecipazione di rappresentanti delle forze politiche e degli amministratori pubblici della regione. Questa assemblea sarà quindi l’occasione per i tartufai di esprimere le loro preoccupazioni e per discutere le possibili soluzioni al problema. Si spera che attraverso il dialogo e la collaborazione, le autorità possano essere sensibilizzate sui rischi legati alla chiusura del territorio regionale. Oltre che sulla necessità di preservare la libera cerca come parte integrante del patrimonio umbro.

Urbani Tartufi 1852 riunisce le imprese centenarie per promuovere il Made in Italy

Venerdì 7 giugno a Sant’Anatolia di Narco si terrà un importante incontro organizzato da Urbani Tartufi 1852 per riunire le imprese centenarie italiane e discutere le sfide e le opportunità del Made in Italy. L’evento vedrà la partecipazione dei rappresentanti dei marchi storici associati alla Unione Imprese Centenarie Italiane (UIC), tra cui Amarelli 1731, Busatti 1842, Aceto Del Duca 1891 e Carpenè-Malvolti 1868.

L’incontro sarà un’occasione per riflettere sul valore del patrimonio storico e culturale che queste aziende rappresentano. Si metterà in luce anche l’importanza di mantenere e valorizzare l’heritage, il patrimonio materiale e immateriale che distingue le imprese ultracentenarie italiane. Questo patrimonio, costruito in oltre un secolo di attività continua, è un elemento chiave per affrontare le sfide future e per sostenere la competitività del Made in Italy.

Durante l’evento, oltre alla visita all’azienda Urbani Tartufi e al Museo del Tartufo di Scheggino, verrà presentato il progetto Fattobene, una piattaforma dedicata alla ricerca, promozione e vendita di oggetti italiani storici. Fondato dalla giornalista Anna Lagorio e dal fotografo Alex Carnevali, Fattobene è stato accolto nel 2019 al MoMa Design Store di New York, riscuotendo grande successo. La piattaforma mira a celebrare e sostenere le eccellenze manifatturiere italiane, offrendo una vetrina internazionale ai prodotti che incarnano la tradizione e l’innovazione del nostro Paese.