Arriva l’autunno e, con esso, la pioggia di solleciti per chi non ha ancora saldato le bollette della Tari del 2023. Una vera e propria morsa fiscale che coinvolge ben 17mila utenze, con un importo complessivo che si avvicina a sei milioni di euro. Una cifra pesante, che corrisponde a una fetta importante dei cinquanta milioni complessivi che Gesenu avrebbe dovuto incassare l’anno scorso.

Tari, tra solleciti e ganasce fiscali: il recupero non perdona

I solleciti non sono una semplice formalità. Chi non risponde entro venti giorni si troverà a fare i conti con misure più drastiche, come il recupero coattivo, che può portare a conseguenze pesanti, tra cui l’applicazione delle ganasce fiscali. Non si scherza: chi non paga nei tempi diventa ufficialmente moroso, con il rischio di vedere i propri beni bloccati. Un’azione dura, ma che si è rivelata efficace, se si considerano i risultati ottenuti in passato. La macchina del recupero funziona e i dati lo dimostrano.

Il quadro che emerge dai numeri è interessante. Su un totale di 82mila utenze tra domestiche e non domestiche, ben l’85% aveva già pagato la Tari entro la fine del 2023. Un risultato positivo, che però non basta: i solleciti, infatti, riescono a recuperare tra il 6 e il 7% delle somme mancanti, mentre i ruoli esecutivi, ovvero l’ultima fase del processo di riscossione, aggiungono un ulteriore 3%. Un meccanismo rodato che, nonostante le difficoltà, riesce a rimettere in carreggiata la maggior parte dei ritardatari. Tuttavia, tra i destinatari delle raccomandate, la maggioranza riguarda le utenze domestiche, mentre le attività economiche, avvisate tramite PEC, sono meno numerose ma non meno rilevanti.

Non c’è solo chi ritarda. C’è anche chi non ha mai pagato un centesimo per la Tari, e qui entra in gioco l’attività investigativa di Gesenu, che ha messo in campo una vera e propria caccia agli evasori. Si tratta soprattutto di affittuari – studenti o piccoli uffici – che sfuggono ai radar fiscali. Il metodo di controllo è capillare: gli 007 della Tari agiscono porta a porta, a caccia di chi non ha mai dichiarato nulla. Nel 2023, si prevede di recuperare circa 800mila euro da questi “fantasmi dei rifiuti,” una cifra certamente inferiore ai sei milioni recuperati nel 2019, ma comunque rilevante per le casse comunali.

Aree esterne e nuove verifiche: non solo bollette

Il controllo non si ferma alle abitazioni o agli uffici. Gesenu sta intensificando le verifiche anche sulle cosiddette “aree esterne operative,” come ad esempio le concessionarie, che sono obbligate a pagare la Tari anche per gli spazi esterni utilizzati. Questo tema aveva creato non poche polemiche qualche anno fa, ma oggi le regole sono più chiare e i controlli serrati.

Nel frattempo, la giunta Ferdinandi non resta a guardare. Su proposta dell’assessora al Bilancio, Alessandra Sartore, il Comune di Perugia ha varato un nuovo piano per migliorare la capacità di riscossione delle entrate. La mossa più rilevante è la riduzione dei tempi di formazione del ruolo coattivo, ossia l’ultimo stadio del procedimento che porta al recupero forzato delle somme dovute. Una stretta necessaria per garantire che il Comune incassi tutto quello che gli spetta, senza lasciare spazio ai ritardi o, peggio ancora, alle fughe.

Come si paga la Tari in Umbria

In Umbria, il pagamento della TARI avviene in base alle disposizioni del comune di residenza. Generalmente, il tributo è suddiviso in tre o quattro rate annuali, con scadenze fissate tra aprile e dicembre. Tuttavia, alcuni comuni offrono la possibilità di saldare l’importo in un’unica soluzione entro metà giugno. Il calcolo della TARI si basa su una quota fissa, relativa alla superficie dell’immobile, e una variabile, legata alla quantità di rifiuti prodotti e al numero di occupanti dell’abitazione.

Per il versamento, è possibile utilizzare diversi metodi, tra cui il bollettino postale, il modello F24 o il pagamento elettronico tramite home banking. Alcuni comuni, come Perugia, offrono agevolazioni per le famiglie con basso ISEE, come il cosiddetto Bonus TARI, che può essere richiesto dai nuclei familiari con difficoltà economiche. Gli avvisi di pagamento vengono inviati direttamente ai contribuenti da Gesenu, l’azienda che gestisce il servizio di raccolta rifiuti, e contengono tutte le informazioni utili, comprese le scadenze e le modalità di pagamento.