Si chiama “Tampon Tax” ovvero tassa sui tamponi. In Italia si è tradotta per decenni con l’aliquota al 22% su assorbenti igienici, tamponi, appunto, e pannolini. Tutti articoli di prima necessità tassati al pari di qualunque altro bene di consumo. La questione non è di poco conto perché tassare gli assorbenti al 22% influisce notevolmente sul prezzo finale che ogni donna deve pagare mensilmente per i necessari prodotti igienico-sanitari. Negli anni, il primo governo a detassare i tamponi era stato quello britannico, seguito dalla Francia nel 2015.

In Italia la situazione è stata più intricata. La detassazione è arrivata anche da noi: un ottimo segnale certamente, peccato che poi il Governo Meloni nel 2024 abbia fatto un passo indietro, “dimenticandosi” di riconfermare l’aliquota più bassa che dal 5% è tornata al 10%. Firenze, città molto attiva sul tema, aveva comunque decretato per il 2024 l’abbassamento della tassa sugli assorbenti al 4% in tutte le farmacie comunali. Ora anche Perugia, seguendo l’esempio del capoluogo toscano, approva il taglio alla “Tampon Tax” e centra un bel traguardo in termini di inclusione e rispetto per le donne e le famiglie.

“Tampon Tax”: Perugia segue l’esempio di Firenze

A Perugia la questione “Tampon Tax” è entrata in Consiglio comunale a dicembre scorso quando i consiglieri del PD Lorenzo Ermenegildi Zurlo e Francesca Pasquino avevano presentato l’atto per la ridurla. Ieri, 27 gennaio, il Consiglio con 17 voti favorevoli e 5 astensioni, ha approvato quell’atto.

Uno dei temi al centro del dibattito sulla equità di genere, tra i 17 obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu – così si legge -, è quello legato al costo, in particolare alla tassazione, degli assorbenti. I movimenti femministi e numerose associazioni sono da tempo in prima linea per l’abolizione della cosiddetta “Tampon Tax”, in base al principio per cui il ciclo mestruale non è una scelta, come non è una scelta il dover acquistare gli assorbenti. L’applicazione a questi prodotti di forme di tassazione al consumo è un paradosso ormai difficilmente accettabile”.

In Italia la “Tampon Tax” è vittima di “dimenticanze”

Nell’atto i consiglieri hanno ripercorso le sorti alterne della “Tampon Tax”. “In Italia sono tre le aliquote Iva, tra cui quella minima al 4% viene applicata alle vendite di beni di prima necessità come generi alimentari (pane, farina, pasta, latte fresco, riso), stampa quotidiana e periodica, etc. Se il Governo Draghi, con la Legge di Bilancio per l’anno 2022, ha ridotto l’Iva sugli assorbenti dal 22% al 10% e il Governo Meloni ha stabilito, per l’anno 2023, l’agevolazione dell’aliquota Iva al 5%, tale riduzione della suddetta aliquota non è stata confermata per il 2024. Infatti, a far data dal primo gennaio, l’Iva su assorbenti femminili, pannolini per neonati e anziani e su altri prodotti per la prima infanzia, come il latte in polvere, è tornata al 10%, di fatto raddoppiando“. In altre parole gli assorbenti sono stati equiparati ai beni ordinari.

Perugia più vicina alle esigenze di donne e famiglie

Ora con l’approvazione ufficiale della riduzione della “Tampon Tax” dalla Giunta Ferdinandi, si procederà in due direzioni. Una riguarda la rete delle Farmacie Comunali e l’altra “l’esportazione” della minore tassazione oltre il Comune di Perugia. L’Azienda Speciale Farmacie di Perugia (AFAS) applicherà nelle farmacie del territorio “l’aliquota IVA minima, pari al 4%, riservata ai generi alimentari ed altri beni di prima necessità“. Un provvedimento che comporterà una riduzione del prezzo finale degli assorbenti.

Ma non è ancora tutto. Perché, come anticipato, nell’atto c’è un aspetto che supera il territorio del Comune di Perugia. L’impegno è il coinvolgimento dell’Anci dell’Umbria, l’Associazione dei Comuni italiani, affinché si avvii un confronto con Governo e Parlamento per “ottenere la detassazione totale o per lo meno una sensibile riduzione della tassazione dei beni essenziali alla salute e alla cura della persona” a livello regionale e nazionale.

Il ciclo – concludono i due consiglieri del PD – non è né un lusso né una scelta e gli assorbenti rappresentano una necessità assoluta e imprescindibile per ogni donna. L’applicazione a questi prodotti di forme di tassazione al consumo è un paradosso proprio per questo in molti paesi dell’Europa e del mondo, i prodotti sanitari femminili, non solo hanno un costo sensibilmente più basso, ma addirittura sono forniti gratuitamente ad alcune fasce della popolazione”.