In arrivo tagli per 16 milioni di euro ai Comuni dell’Umbria nell’ambito del decreto del MEF sulla spending review. La polemica, in sede nazionale, va avanti da un paio di mesi. Da quando cioè sono state diffuse le prime indiscrezioni sul documento al quale stanno lavorando i tecnici del ministro Giorgetti. Si tratta di una manovra di spending review complessiva da 250 milioni di euro prevista dalla legge di bilancio.
ANCi e UPI, i Comuni e le Province italiane, avevano già lanciato l’allarme.

Con una decisione paradossale e irragionevole – avevano scritto in una lettera indirizzata a Giorgetti e al MEFil governo intende tagliare le risorse di parte corrente. Penalizzando fortemente i Comuni che hanno ricevuto i finanziamenti del PNRR e sono impegnati nella realizzazione delle opere pubbliche”.

E adesso la protesta si sposta in Umbria con il presidente umbro della Lega delle autonomie locali italiane e sindaco di Gualdo Tadino, Massimiliano Presciutti, che elabora i conti dei tagli per i Comuni umbri. E con il sindaco di Terni Stefano Bandecchi che critica fortemente l’impostazione del governo rispetto alle autonomie locali.

Tagli ai Comuni: tra il 2024 e il 2028 mancheranno dai bilanci delle municipalità umbre circa 16 milioni

Ammontano a quasi 16 milioni di euro i fondi tagliati ai Comuni dell’Umbria dal 2024 al 2028 – dice Presciutti, presidente del Consiglio delle autonomia locali umbre – nell’ambito di un intervento nazionale da 250 per il solo 2024. Saranno penalizzati i Comuni, più virtuosi che hanno preso più fondi del PNRR grazie alla loro capacità progettuale“.
Per Presciutti in Umbria “si va da Perugia, che dovrà fare a meno di 4,1 milioni di euro, a Foligno, 950 mila euro in fino al 2028, passando per Città di Castello (850 mila), Spoleto (818 mila), Gubbio (562 mila), Assisi (655 mila), Gualdo Tadino (344 mila), Corciano (383 mila), Bastia Umbra (418 mila) solo per citare i centri maggiori“.

L’effetto dei tagli di Comuni sarà paradossale. Il risultato è che la mannaia si abbatterà su chi avrà costruito più asili nido. Avrà aperto più case-famiglia. Avrà acquistato più autobus elettrici o avrà realizzato più parchi pubblici. Tutti investimenti che, per poter funzionare, richiederanno ai Comuni maggiore spesa corrente. Per esempio, per le manutenzioni o per l’assunzione degli educatori da impiegare negli asili nido.

Il sindaco di Terni Bandecchi contro l’autonomia differenziata: “Sistema da cambiare”

esercito europeo Bandecchi

Nell’ultimo consiglio comunale il sindaco di Terni, Stefano Bandecchi, si era lanciato contro la legge Bassanini. “È stata la rovina della buona amministrazione – aveva detto -. Ha delegittimato la politica e dato potere alla burocrazia, bisogna tornare indietro“. E ora, dopo la vicenda dei tagli ai Comuni più virtuosi per la spending review nazionale, insorge contro la legislazione che riguarda le autonomie locali in Italia.

Per quanto mi riguarda – afferma deciso – la gestione Stato-Regioni-Comuni, oggi quasi concorrenti fra di loro, è tutta da rivedere in quanto assurda. Se questi tagli ai Comuni saranno confermati, sommando l’effetto con l’inadeguatezza normativa, sarà impossibile dare ai cittadini servizi adeguati. Il sistema attuale non produce ricchezza, non sostiene il commercio e le imprese, non c’è vitalità“.

Il sindaco di Terni interviene, come già aveva fatto più volte durante la recente campagna elettorale su Europee e Amministrative, contro l’autonomia differenziata.

Serve un profondo cambiamento per il nostro Stato – sostiene Stefano Bandecchi -. L’autonomia differenziata regionale porterà altra miseria. Perché lo Stato sarà ancora più povero e le regioni ancora più centrali in un contesto nazionale in cui i Comuni hanno bisogno di rapportarsi direttamente con lo Stato“.

Ali Umbria chiama i Comuni alla mobilitazione: “Manovra che penalizza i territori”

Insomma, quelle che arrivano da Roma sono notizie non di certo incoraggianti per gli enti umbri. Visto che già da tempo si trovano a fronteggiare una continua diminuzione delle risorse economiche a disposizione.

Passate le elezioni, con questa manovra correttiva irragionevole e scellerata verso gli enti locali – sostiene Presciuttiè emersa la vera volontà di questo Governo. Ossia quella di penalizzare i territori, i Comuni e i cittadini, che senza i necessari fondi, non potranno crescere. Anzi la paura è quella che ora i tagli continuino e possano riguardare anche la sanità ed il welfare, settori già in grande difficoltà.
Tagliare fondi nel prossimo quinquennio per i comuni Umbri per quasi 16 milioni di euro, significa oltre che penalizzare gli enti che sono stati più bravi ad attrarre risorse, anche rallentare e bloccare la crescita dei nostri territori e delle nostre comunità, che sono già in forte sofferenza rispetto ad altre Regioni italiane. Come Ali Umbria siamo dunque pronti a batterci fortemente ed in ogni luogo a difesa dei Comuni e della spesa sociale contro questi tagli immotivati
“.