Quella che lega l’Umbria alla produzione del tabacco è una storia antica di secoli, dove non mancano le curiosità. Poco dopo la sua scoperta nelle Americhe, il tabacco arriva in Umbria a inizio del Cinquecento grazie al vescovo di San Sepolcro, Tornabuoni, diventando presto una risorsa economica per tutta l’Alta Valle del Tevere. Chi si specializzò nella produzione tabacchicola fu in particolar modo la Repubblica di Cospaia, oggi frazione del Comune di San Giustino. Nata a metà Quattrocento per un errore nella designazione dei confini quando papa Eugenio IV cedette il territorio di Sansepolcro alla Repubblica di Firenze, gli abitanti si dichiararono indipendenti e lo rimasero fino al 1826. A Cospaia il tabacco era chiamato “erba tornabuona” in onore al vescovo che per primo la portò qui. Grazie alla produzione e al commercio di tabacco, gli abitanti dell’antica Cospaia godettero sempre di un certo benessere economico.
Il Museo storico del tabacco a San Giustino
Oggi in quella che un tempo era una piccolissima repubblica, sorge il Museo storico e scientifico del tabacco, nato nel 2004 dove prima c’era il Consorzio Tabacchicoltori. All’interno è possibile ripercorrere la storia della lavorazione del tabacco nell’Alta Valle del Tevere attraverso le varie fasi. Si parte dalla coltivazione, passando per la fase della selezione e del trattamento delle foglie, per arrivare alla fase manifatturiera. Un viaggio che attraversa una tradizione secolare e che per le donne locali è stata anche sinonimo di emancipazione perché qui le tabacchine furono tra le prime a lasciare il lavoro di cura in casa, per essere impiegate nella produzione di tabacco guadagnandosi così l’indipendenza.
Filiera tabacchicola in Umbria: un’eccellenza internazionale
Il settore del tabacco nel cuore verde d’Italia, oltre a vantare una tradizione secolare, rappresenta oggi un’eccellenza riconosciuta anche in ambito internazionale. A marzo 2023 è arrivata la sigla dell’accordo tra Masaf e JTI (Japan Tobacco International), il secondo player del tabacco nel mercato italiano. Un accordo che ha coinvolto centinaia di aziende italiane del settore, dislocate principalmente tra Umbria, Veneto e Campania, le tre regioni che coprono il 90% della produzione di tabacco in Italia. L’accordo impegna la JTI a acquistare 8 milioni di chili di tabacco fino al 2026, numeri importanti per i produttori italiani.
Il tabacco in Umbria: l’Isuc propone un incontro tra storia e prospettive future
Sabato 11 maggio, l’Isuc, l’Istituto per la storia dell’Umbria contemporanea, propone un incontro di approfondimento sulla storia del tabacco nella nostra regione. L’appuntamento è alle 16 presso la Sala “Paolo Rossi Monti” della Biblioteca Comunale “Carducci” in via XI Settembre, 18 a Città di Castello. L’evento, realizzato in collaborazione con l’Associazione Eticamente e con il patrocinio del Comune di Città di Castello, ripercorrerà le vicende storiche del settore del tabacco in Umbria proponendosi di individuare le future possibili linee di sviluppo nella nostra regione.
L’incontro, moderato da Vincenzo Silvestrelli, presidente di Eticamente, vedrà come relatori la professoressa Marisa Paradisi dell’Università di Perugia, che ricostruirà la vicenda della filiera produttiva del tabacco; Cristina Saccia, ricercatrice, con un intervento sul Museo del tabacco di San Giustino e Cesare Trippella (Head of Leaf EU Philip Morris) che si concentrerà sul futuro della coltivazione in Europa e in Umbria. Interverranno per i saluti il sindaco di Città di Castello, Luca Secondi, Alberto Stramaccioni presidente dell’Isuc e Giuseppina Giglio, imprenditrice coltivatrice.
Valorizzare il presente per costruire il futuro è il focus della serie di conferenze organizzate dall’Isuc in collaborazione con l’Associazione Eticamente a partire dal 2021, con l’obiettivo di approfondire la storia economica locale delle comunità umbre che spesso, come nel caso del tabacco, è ancora presente e viva.