21 Sep, 2025 - 18:26

Dramma al carcere di Capanne: si suicida una 35enne detenuta

Dramma al carcere di Capanne: si suicida una 35enne detenuta

Una mattina come tante, dentro le mura silenziose del carcere di Perugia-Capanne, si è consumata una tragedia: una detenuta italiana di 35 anni, affetta da patologie psichiatriche e condannata per reati legati al traffico di stupefacenti, ha scelto di togliersi la vita. A darne notizia è stato il Garante regionale delle persone private della libertà, l’avvocato Giuseppe Caforio, che ha parlato di “profondo dolore e anche un senso di sconforto e sconfitta”.

Secondo le prime informazioni, la donna si sarebbe impiccata nella sua cella. L’allarme lanciato dal personale penitenziario non è bastato a salvarla. L’episodio, che richiama atmosfere da cronaca nera care al racconto di Federica Sciarelli, riporta al centro dell’attenzione la condizione drammatica delle carceri umbre e italiane, tra sovraffollamento, carenze di organico e disagio psichiatrico sempre più diffuso tra i ristretti.

Il suicidio di una detenuta nel carcere di Perugia-Capanne

Il dramma si è consumato nella mattinata di domenica, all’interno della Casa Circondariale di Capanne. La donna, già seguita per problemi di natura psichiatrica, era rinchiusa nella sezione femminile insieme ad altre decine di detenute. L’ennesimo suicidio riporta con forza la questione del disagio mentale dietro le sbarre: secondo le organizzazioni sindacali, le patologie psichiatriche sono sempre più diffuse, ma l’assistenza risulta insufficiente e frammentata.

Le parole del Garante Caforio: “senso di sconforto e sconfitta”

Il Garante regionale dei detenuti, Giuseppe Caforio, ha parlato di una tragedia che scuote nel profondo: “È un fatto gravissimo in un momento in cui gli sforzi per cercare di migliorare le condizioni nelle carceri umbre si stanno moltiplicando, anche se i risultati tardano ad arrivare”.

Caforio ha ricordato che si è ancora in attesa della piena operatività del provveditorato Umbria-Marche, che dovrebbe rappresentare un presidio più vicino alle esigenze delle strutture penitenziarie. “La situazione permane fortissimamente grave – ha aggiunto – specie se si considera che oltre la dolorosa vicenda odierna, si sono moltiplicati episodi di autolesionismo e di violenza nei confronti della polizia penitenziaria”.

Infine, l’avvocato ha auspicato l’adozione di “provvedimenti di natura straordinaria che consentano un alleggerimento della pressione sulle carceri”, sottolineando come il diritto a condizioni di detenzione dignitose resti ancora troppo spesso disatteso.

Sovraffollamento e carenze di organico: la denuncia dei sindacati

Alle parole del Garante si aggiunge l’allarme della Uilpa Polizia Penitenziaria. Il segretario generale Gennarino De Fazio ha denunciato che, con il decesso di oggi, salgono a 61 i suicidi tra i detenuti dall’inizio del 2025, a cui si sommano tre operatori penitenziari. “Numeri inconcepibili per un paese che voglia dirsi civile”, ha dichiarato, puntando il dito contro la mancanza di interventi da parte del Ministero della Giustizia.

De Fazio ha fornito dati drammatici: nel carcere di Perugia risultano presenti 495 detenuti, di cui 70 donne, a fronte di soli 313 posti disponibili. Significa un sovraffollamento del 58% gestito da appena 196 agenti, quando ne servirebbero almeno 338. La stessa sproporzione si riscontra a livello nazionale: 63.160 reclusi stipati in 46.545 posti regolamentari, con un organico della Polizia penitenziaria carente di oltre 20.000 unità.

“Queste condizioni trasformano le carceri in gironi infernali, non solo per chi vi è ristretto ma anche per chi vi lavora”, ha spiegato il sindacalista, ricordando come gli agenti siano costretti a turni massacranti, in alcuni casi fino a 26 ore continuative, e a subire aggressioni che nel 2025 hanno già superato quota 2.300 episodi.

I numeri dei suicidi in carcere in Italia nel 2025

Con la tragedia di Perugia, il bilancio dei suicidi dietro le sbarre sale a 61 dall’inizio dell’anno. Tra le vittime ci sono cinque donne e, parallelamente, tre operatori penitenziari. Numeri che rendono evidente la dimensione nazionale del problema e che confermano come il disagio psichico rappresenti una delle principali emergenze del sistema penitenziario.

Le organizzazioni di categoria chiedono interventi urgenti: potenziamento del personale, maggiore sostegno psicologico e programmi di reinserimento sociale. In assenza di misure concrete, avvertono, il fenomeno è destinato a crescere ulteriormente.

La situazione nelle carceri umbre tra attese e criticità

In Umbria, oltre al carcere di Perugia, anche la struttura di Terni vive criticità analoghe. Sovraffollamento, scarsità di agenti e assenza di percorsi strutturati per la salute mentale rendono difficile la gestione quotidiana. Il Garante regionale ha più volte richiamato la necessità di un cambio di passo, ribadendo che il sistema carcerario non può ridursi a un luogo di mera custodia, ma deve garantire condizioni di vita rispettose della dignità umana.

L’attesa per l’avvio del nuovo provveditorato Umbria-Marche rimane una delle questioni centrali: un passo considerato indispensabile per affrontare in maniera più mirata i problemi che affliggono le strutture penitenziarie della regione.

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Francesca Secci
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