Le operazioni di ricerca in mare hanno preso ieri una svolta intensa e drammatica nella costa meridionale della Sardegna, dove i soccorritori hanno ripreso con rinnovato impegno le ricerche dei due sub dispersi nelle acque di Villassimius. Stefano Bianchelli, 56 anni, originario di Todi ma da tempo residente in Sardegna, e Mario Perniciano, 55 anni, nativo di Cagliari, si erano immersi per una perlustrazione subacquea a oltre cento metri di profondità fra le isole di Serpentara e dei Cavoli, nella zona del celebre relitto della nave San Marco.
Sub dispersi a Villassimius, è mistero: dove si trovano?
I due sub, esperti conoscitori di quei fondali e della loro intricata storia marinaresca, si trovano dispersi in mare da domenica, e la speranza di ritrovarli si è fatta più incerta con il passare delle ore. L’allarme è scattato quando l’amico a bordo della barca di appoggio, che li attendeva in superficie, ha notato la loro assenza dopo l’orario previsto per il rientro.
Le ricerche, coordinate dalla Guardia Costiera e dal Corpo delle Capitanerie di Porto, sono proseguite senza sosta, coinvolgendo numerose risorse umane e tecniche. Sin dalle prime luci dell’alba, i soccorritori hanno impiegato ogni mezzo a loro disposizione per scandagliare il mare e cercare tracce dei due uomini scomparsi. Anche l’intervento del robot sottomarino della Marina militare, giunto appositamente da Genova, ha aggiunto una nuova speranza alle operazioni di ricerca.
Il punto focale della ricerca si concentra attorno all’area del relitto della San Marco, un piroscafo affondato durante la seconda guerra mondiale, dove i due sub intendevano esplorare le profondità marine. Tuttavia, nonostante gli sforzi congiunti delle autorità e dei soccorritori, non sono stati individuati intorno al relitto neanche dopo l’uso di un piccolo robot utilizzato dai vigili del fuoco, il quale ha una portata limitata ma è stato impiegato nell’area.
Perché si erano immersi
Secondo quanto riferito, Bianchelli e Perniciano avevano pianificato di posizionare una boa di segnalazione per agevolare le immersioni successive e rendere più agevole l’individuazione del punto esatto per le immersioni. L’idea era di ancorare la boa al fondale con delle cime, ma purtroppo i due esperti sub non sono riemersi dopo aver intrapreso questa operazione.
L’attesa per i familiari e gli amici dei due dispersi è stata tormentosa e angosciante. La speranza di un ritrovamento miracoloso si scontra con la dura realtà delle operazioni di ricerca in un ambiente marino complesso e mutevole come quello del sud della Sardegna.
Per la ricerca si stanno coinvolgendo risorse e mezzi specializzati, come il robot sottomarino della Marina militare e la nave cacciamine. Ogni istante conta, e ogni risorsa disponibile viene impiegata per esplorare ogni angolo del mare e delle sue profondità alla ricerca di segni vitali dei due sub dispersi.
Cosa potrebbe essere accaduto
Le circostanze dell’incidente che ha coinvolto Stefano Bianchelli e Mario Perniciano, due subacquei esperti, rimangono avvolte nel mistero. Mentre le ipotesi abbondano, dalla possibilità di un malore ad un impaccio durante l’immersione, non c’è ancora chiarezza su cosa sia effettivamente accaduto sul fondo del mare. Nonostante le ricerche svolte lungo la costa e attorno alle isole coinvolte, l’esito è stato negativo. La zona è stata scrutata diligentemente dai gommoni per ore, ma senza successo.
Bianchelli e Perniciano, con la loro vasta esperienza e prudenza, conoscevano bene i pericoli del mare, rendendo ancora più enigmatica la situazione.
Il sindaco di Villassimius, Gianluca Dessì, ha commentato così: “Questa vicenda ha colto tutti di sorpresa vista l’esperienza di Bianchelli che conosco personalmente e che è stato uno dei primi a creare un diving qui a Villasimius. Sono affranto e dispiaciuto e tutto il settore è turbato da questo evento catastrofico, Come comune e area marina protetta stiamo offrendo tutto il supporto necessario alle ricerche“.