Uno studente di un istituto tecnico di Perugia, che lo scorso luglio non era riuscito a superare l’esame di maturità ottenendo 52 centesimi, avrà un’altra possibilità. Da bocciato a riammesso. Il Tribunale Amministrativo Regionale ha accolto il ricorso presentato dai genitori, ravvisando errori procedurali nella gestione dell’esame. Entro 30 giorni, la commissione dovrà rivedere le prove scritte del ragazzo e consentirgli di ripetere l’orale, questa volta con tutte le carte in regola.
Esame di maturità, una commissione “fuori regola”
Il nodo della vicenda è tutto nelle irregolarità rilevate durante la correzione delle prove scritte. Il Tar ha osservato che la prima prova è stata valutata da “una commissaria non appartenente alla commissione” della classe del ragazzo, a cui si è aggiunta una docente di matematica, materia che non c’entrava nulla con il compito. Anche la seconda prova è stata corretta da insegnanti estranei al gruppo assegnato alla classe. Una situazione che non poteva passare inosservata e che ha portato i giudici amministrativi a ordinare la revisione di entrambe le prove.
L’orale senza gli “spunti di partenza”
Le irregolarità non si fermano qui. Il Tar ha riscontrato problemi anche nella gestione della prova orale, dove mancavano i materiali previsti per lo svolgimento del colloquio, i cosiddetti “spunti di partenza”. Questi dovevano essere preparati in anticipo e assegnati ai candidati secondo criteri precisi, ma così non è stato. Una mancanza che ha inciso sull’intero iter di valutazione.
La sentenza del Tar
Il 28 novembre i giudici del collegio, presieduto da Ungari con Di Mauro a latere, hanno emesso una sentenza chiara: entro 30 giorni, la commissione dovrà riunirsi di nuovo, questa volta nel rispetto delle regole. Le prove scritte saranno riesaminate e l’orale verrà ripetuto. Una decisione che restituisce allo studente la possibilità di giocarsi il diploma ad armi pari.
Esame di maturità, quando il Tar dà una seconda chance agli studenti
Non è una novità che il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) intervenga su decisioni scolastiche ritenute non corrette. Numerosi casi in Italia hanno portato a un annullamento delle bocciature, facendo discutere sulle procedure adottate dagli istituti e sul diritto degli studenti a una valutazione trasparente.
Un caso simbolico arriva dal Lazio, dove una studentessa di prima media, bocciata con sei insufficienze, ha visto ribaltare la decisione grazie al ricorso. Il TAR ha evidenziato l’importanza di una valutazione complessiva del percorso, ricordando che la promozione dovrebbe essere garantita, salvo circostanze eccezionali.
Un altro episodio significativo ha coinvolto un maturando pugliese, escluso dall’esame finale. Il TAR ha stabilito che l’istituto non aveva considerato adeguatamente le difficoltà personali del ragazzo, legate sia alla situazione pandemica sia a specifici problemi di apprendimento. La sentenza ha permesso al giovane di accedere agli esami l’anno successivo.
Questi interventi dimostrano che il TAR è un punto di riferimento per chi ritiene di aver subito un trattamento scorretto, soprattutto quando emergono irregolarità o mancanze nelle procedure di valutazione scolastica.
Da immaturi alla realtà: quando il Tar fa ripetere l’esame di maturità
Il celebre film “Immaturi”, diretto da Paolo Genovese, racconta di un gruppo di amici che, vent’anni dopo il diploma, si ritrovano costretti a rifare l’esame di maturità per un vizio procedurale. Una trama che sembrava solo cinematografica, ma che ha trovato un riscontro nella realtà.
Nel 2023, a Spadafora, in provincia di Messina, undici studenti del liceo linguistico “Galileo Galilei” hanno dovuto ripetere l’esame. Il motivo? Il TAR ha annullato le prove dopo un ricorso presentato da una studentessa insoddisfatta del suo voto. L’indagine ha portato alla luce irregolarità procedurali, costringendo l’intera classe a tornare sui banchi.
Un caso che ricorda da vicino la trama del film, ma che nella realtà evidenzia quanto sia essenziale rispettare ogni passaggio previsto per le prove scolastiche.