Lo stress correlato al lavoro non solo aumenta il rischio di infortuni professionali, ma anche quello di un infortunio nel tempo libero. Alcuni studi rivelano che le persone che sul lavoro devono mantenere spesso un livello di concentrazione molto alto, subiscono un infortunio con una frequenza 1,5 volte più elevata nel tempo libero.
Su questo si è concentrato negli ultimi 8 anni il percorso di prevenzione di Inail Umbria e Inca Cgil, rispetto al quale, è stato tracciato un bilancio nel corso del convegno “Lavoro e Benessere” organizzato dall’istituto e dal patronato della Cgil.
La correlazione tra stress e infortuni: coinvolti nel workshop circa duemila lavoratori
Il pomeriggio di lavoro e approfondimento ha visto confrontarsi tra gli altri Roberto Panico, coordinatore regionale Inca Cgil Umbria e Valentina Nardi, Consulente del Lavoro e Psicologa. Con loro Alessandra Ligi, direttrice regionale di Inail Umbria, Silvio Ranieri, segretario regionale di Anci Umbria per la parte istituzionale. Mirella Cleri, docente a contratto di Psicologia del Lavoro e delle organizzazioni alla facoltà di Medicina dell’Università di Perugia e Matteo Ronchetti, ricercatore del laboratorio rischi psicosociali e tutela dei lavoratori vulnerabili Inail, hanno approfondito le tematiche scientifiche.
Le conclusioni sono state affidate a Sara Palazzoli, dell’ufficio di presidenza dell’Inca Cgil, settore danno da lavoro. Sono stati circa duemila le lavoratrici e i lavoratori coinvolti nei workshop di prevenzione, 10 mila quelli raggiunti dalla campagna di comunicazione.
I numeri degli infortuni disegnano una realtà che non funziona al meglio
“La cruda realtà dei numeri in termini di infortuni anche mortali, l’incidenza dello stress e delle malattie professionali, ci fa capire che qualcosa non funziona. – ha detto Roberto Panico, coordinatore Inca Cgil Umbria – E questo ci rende responsabili di agire concretamente per attuare una reale prevenzione. Ma soprattutto un cambiamento culturale nell’approccio al mondo del lavoro da parte di tutti noi”.
“In ogni progetto abbiamo sviluppato un punto di vista diverso della cultura orgnaizzativa e l’abbiamo testato. – ha aggiunto Valentina Nardi, psicologa e responsabile dei progetti per Inca Cgil – Abbiamo somministrato centinaia di questionari di gradimento. In tutti era presenta la domanda: ritiene questo argomento saliente nella sua vita lavorativa quotidiana? Il 99% dei partecipanti ha risposto di sì”.
Le esperienze dei lavoratori coinvolti nel progetto su stress e infortuni
“Ho imparato a non tenermi dentro il disagio – ha raccontato uno dei lavoratori coinvolti nel progetto -. Ma ad affrontarlo e viverci in modo da tirar fuori tutto il malessere, per arrivare ad una soluzione che mi aiuti a continuare il percorso senza tante costrizioni e sofferenze. Vorrei davvero che chi nel lavoro prova un disagio, una difficoltà, venga aiutato a risolverli”.
“Ho appreso l’importanza delle relazioni con i colleghi di lavoro. E quanto risulti vitale e prioritario sviluppare la capacità di instaurare scambi positivi e costruttivi – ha detto un altro partecipante al progetto -. Nei rapporti di lavoro possono esserci delle difficoltà e delle incomprensioni. Ma è possibile trasformare tutto questo in circostanze produttive e in occasioni di apprendimento. Il conflitto positivo è un momento per conoscere gli altri e soprattutto per conoscere se stessi”.
Precarietà e frammentazione del lavoro come minaccia per il lavoro
“L’obiettivo comune deve essere quello di conoscere i rischi del proprio lavoro. E di agire per raggiungere quel benessere organizzativo necessario a garantire un lavoro dignitoso. Infine, mettere in campo la corretta tutela nei confronti di chi si ammala di lavoro – ha concluso Sara Palazzoli, dell’Inca Cgil nazionale -. Oggi troppo spesso la precarietà e la forte frammentazione del lavorano rappresentano una minaccia al diritto di ognuno di lavorare in ambienti salubri. Ma il diritto alla salute non può essere in contrapposizione con il diritto al lavoro. Perché sono entrambi cardini della nostra costituzione”.