Le formazioni artistiche riunite per il tradizionale Concerto di Natale ad Assisi, che si è svolto ieri presso la suggestiva Basilica di San Francesco, hanno fatto da cornice a un evento ricco di significato. Durante la serata, la presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, ha rilasciato dichiarazioni di forte impatto, puntando l’attenzione sul tema della pace. “La pace è possibile, la pace è necessaria e noi possiamo farci strumento di pace. Assisi e l’Umbria possono essere un messaggio universale di pace per il mondo”, ha affermato la Proietti, sottolineando come il territorio umbro abbia un ruolo simbolico e concreto in questo momento storico segnato da conflitti internazionali.

Stefania Proietti: “Nella musica tutto si riassume nella pace, e da Assisi parte un messaggio fortissimo”

Durante il suo intervento, Stefania Proietti ha ribadito la necessità di lavorare insieme per costruire un futuro pacifico. “Non solo Assisi è strumento di pace, ma l’intera Umbria può farsi promotrice di questo messaggio fondamentale”, ha detto, facendo riferimento alla partecipazione di artisti provenienti da territori di guerra. “Nella musica tutto si riassume nella pace, e da Assisi parte un messaggio fortissimo”.

Un appello che trova eco nella cornice storica e spirituale della Basilica di San Francesco, simbolo universale della fratellanza. La presidente ha colto l’occasione per sottolineare come l’Umbria possa diventare un modello di dialogo, inclusione e speranza.

Parallelamente, la Proietti ha voluto omaggiare il questore uscente di Perugia, Fausto Lamparelli, per il lavoro svolto a favore della sicurezza regionale. Durante un incontro ufficiale presso Palazzo Donini, la presidente ha espresso “profondo apprezzamento” per il suo operato e gli ha augurato il meglio per il nuovo incarico a Firenze. “La collaborazione tra le istituzioni è fondamentale per rafforzare il senso di fiducia dei cittadini”, ha dichiarato.

Il Concerto di Natale di Assisi: un inno alla pace

Il Concerto di Natale, registrato ieri pomeriggio nella Basilica di San Francesco, sarà trasmesso il 25 dicembre su Rai Uno e in Eurovisione. Giunto alla 39esima edizione, l’evento ha visto la partecipazione di artisti internazionali provenienti da territori segnati dai conflitti: la cantante palestinese Amal Markus, il violinista israeliano Itamar Zorman e la soprano Ekaterina Bakanova, di origine russa e ucraina.

Fra Marco Moroni, custode del Sacro Convento, ha voluto ringraziare tutti i presenti e ribadire l’importanza del messaggio del concerto: “Quest’anno, ancor più del solito, desideriamo che attraverso questo evento si levi la richiesta, il grido di pace. Abbiamo invitato artisti provenienti da paesi in guerra per testimoniare insieme il desiderio universale di pace”.

Il programma musicale ha spaziato tra grandi classici della tradizione natalizia cristiana, da Puccini a Mozart, fino a Stille Nacht di Franz Xaver Gruber, eseguita in una commovente performance corale. L’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, diretta dal Maestro David Giménez, e il Coro Maghini, diretto dal Maestro Claudio Chiavazza, hanno arricchito la serata con interpretazioni di altissimo livello.

Significativa anche la presenza del ministro della Cultura, Alessandro Giuli, che ha ribadito il valore di iniziative come questa nel promuovere la cultura della pace e del dialogo. “La presenza del ministro al Concerto di Natale è per la comunità del Sacro Convento un fatto molto significativo”, hanno dichiarato i francescani, sottolineando l’importanza del sostegno delle istituzioni.

San Francesco, un messaggio senza tempo

Fra Giulio Cesareo, direttore dell’ufficio comunicazione del Sacro Convento, ha evidenziato il valore simbolico del luogo e delle iniziative legate a San Francesco: “Pochi giorni fa al Senato è stata inaugurata una mostra dedicata al santo patrono d’Italia, che espone anche la Chartula, un biglietto scritto a mano da Francesco 800 anni fa. Questi eventi dimostrano come la figura di San Francesco possa ancora oggi arricchire la nostra società, andando oltre il valore religioso”.

Cesareo ha poi sottolineato come la Basilica rappresenti un luogo di incontro e riflessione, capace di unire spiritualità e cultura. “Il messaggio di San Francesco rimane un faro per chiunque desideri un mondo più giusto e pacifico”, ha concluso.