Mercoledì 11 dicembre la sala Brugnoli di Palazzo Cesaroni a Perugia è stata il centro di un importante dibattito sui diritti delle persone con disabilità. L’incontro conclusivo degli Stati Generali della Disabilità in Umbria è stato organizzato dalla Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (FISH) a livello regionale. E ha coinvolto rappresentanti istituzionali, esperti e associazioni con l’obiettivo di delineare strategie innovative per garantire l’inclusione sociale e culturale.
Questo evento ha raccolto il contributo di figure di spicco, tra cui la ministra per la Disabilità Alessandra Locatelli, la presidente della Regione Umbria Stefania Proietti e la sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi. Insieme a loro anche Paola Fioroni, ex presidente dell’Osservatorio regionale sulla disabilità, e Daniele Parbuono, delegato per i servizi agli studenti con disabilità presso l’Università di Perugia. A dare avvio ai lavori sono stati Marialuisa Meacci, presidente di FISH Umbria, e Vincenzo Falabella, presidente nazionale della federazione. I tre relatori hanno ribadito l’importanza dell’inclusione come fondamento per una società equa e giusta, lasciando poi la parola ai tanti interventi degli ospiti presenti.
Il ruolo dell’Umbria come laboratorio di cambiamento
Nel suo intervento la presidente Stefania Proietti ha sottolineato il valore simbolico della sua presenza, indicandola come il primo impegno ufficiale del suo mandato regionale. “La disabilità è una questione universale che riguarda ognuno di noi”, dichiara Proietti, “nell’ambito del quale un ruolo fondamentale viene giocato dal mondo associativo, dalle famiglie e dalle istituzioni”. Proietti aggiunge anche che l’Umbria è pronta a diventare un modello di innovazione sociale. Il suo discorso ha infatti evidenziato l’urgenza di abbattere non solo le barriere architettoniche, ma anche quelle culturali che spesso ostacolano una piena partecipazione delle persone con disabilità.
Proietti ha annunciato un impegno concreto nel reperire risorse per progetti pilota che possano trasformare la regione in un esempio virtuoso per l’Italia e per l’Europa. Tra le priorità, indica la necessità di costruire una rete tra istituzioni, famiglie e associazioni per garantire un futuro sostenibile e inclusivo. “L’Umbria ha tutte le carte in regola per essere un laboratorio di innovazione sociale al fine di garantire un pieno diritto di cittadinanza”, conclude.
Stati generali della disabilità in Umbria: le nuove prospettive per la riforma del 2025
La ministra Alessandra Locatelli ha illustrato i piani del governo per una riforma che, a partire dal 2025, integrerà i servizi sociali e sanitari, con l’obiettivo di rispondere in modo più efficace ai bisogni delle persone con disabilità. Questa riforma mira a valorizzare le capacità individuali e a garantire il diritto al lavoro, alla salute e alla partecipazione attiva alla vita culturale e sociale.
“Gli Stati generali della disabilità sono un’occasione unica per costruire politiche che rispondano concretamente ai bisogni delle persone con disabilità”. Con queste parole Locatelli sottolinea come l’Umbria sia già un esempio positivo grazie a iniziative come il G7 sull’inclusione e i progetti educativi basati sulla Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità. La ministra ha inoltre ribadito l’importanza di un cambiamento culturale che metta al centro le potenzialità delle persone, promuovendo una società più giusta e inclusiva.
Inclusione e innovazione: una sfida collettiva
L’evento conclusivo degli Stati generali della disabilità in Umbria ha puntato l’attenzione a più riprese proprio sulla necessità di un impegno collettivo per abbattere ogni ostacolo, sia fisico che culturale. Ma anche per promuovere un cambiamento che sia duraturo e riguardi in modo capillare tutti gli attori coinvolti. L’Umbria ha una lunga storia di iniziative innovative con il coinvolgimento attivo delle istituzioni locali e per questo si candida a diventare un laboratorio di riferimento a livello nazionale.
Tra i temi trattati, particolare attenzione è stata data alla collaborazione tra enti pubblici, famiglie e associazioni. Considerata un elemento essenziale per realizzare progetti di ampio respiro. L’obiettivo comune è garantire alle persone con disabilità non solo il diritto di cittadinanza, ma anche il protagonismo nella costruzione del proprio futuro.
Gli Stati generali, però, non si sono limitati a una riflessione teorica. Hanno invece rappresentato un’occasione per tracciare azioni concrete e condividere esperienze replicabili su scala nazionale.