27 Oct, 2025 - 15:00

Stadio-Clinica, il Consiglio Comunale di Terni chiede un tavolo istituzionale per garantire la prosecuzione del progetto

Stadio-Clinica, il Consiglio Comunale di Terni chiede un tavolo istituzionale per garantire la prosecuzione del progetto

Con 20 voti a favore, 6 contrari e un astenuto, il Consiglio Comunale di Terni ha approvato un atto di indirizzo presentato dal gruppo Fratelli d’Italia, ribadendo la pubblica utilità e la necessità di proseguire il progetto di partenariato pubblico-privato Nuovo Stadio e clinica privata. L’iniziativa mira a preservare l’interesse pubblico e a garantire continuità amministrativa di fronte alle recenti contestazioni della Regione Umbria.

Il consigliere Roberto Pastura ha sottolineato l’importanza della serietà e della concretezza nella gestione del dossier: “Ritengo che su questa questione serva estrema serietà e concretezza, alcuni politici intendono strumentalizzare questo tema pro domo propria. Chiediamo al Consiglio Comunale di impegnare il sindaco e la Giunta a riportare la questione su un tavolo istituzionale con la Regione Umbria. Da ternani vogliamo che il tema sia incardinato nei processi amministrativi e istituzionali. L’atto vuole essere inclusivo, non vuole mettere in difficoltà nessuno".

Necessità di un tavolo tecnico-istituzionale per chiarire le divergenze con la Regione

Nei giorni scorsi, una impugnativa al TAR dell’Avvocatura della Regione Umbria ha contestato la validità della Determinazione Dirigenziale n. 2088/2025, aprendo un contenzioso istituzionale e giuridico tra Regione e Comune. Questa situazione rischia di rallentare il cronoprogramma, mettendo a rischio la chiusura finanziaria entro febbraio 2027, condizione essenziale per evitare la risoluzione del contratto.

L’atto approvato dal Consiglio Comunale impegna il sindaco e la giunta a confermare formalmente l’interesse pubblico del progetto e a promuovere un tavolo tecnico-istituzionale Comune-Regione, finalizzato a chiarire definitivamente i profili amministrativi della clinica privata. L’obiettivo è assicurare la prosecuzione dell’intera operazione Stadio-Clinica nel rispetto delle competenze reciproche, evitando strumentalizzazioni politiche e garantendo credibilità verso futuri investitori e cittadini.

Il dibattito in aula: confronto acceso ma costruttivo sul futuro del progetto

Nel corso della seduta, il dibattito tra i consiglieri ha messo in luce differenze di vedute ma anche la comune consapevolezza che il progetto Stadio-Clinica rappresenti un nodo strategico per il futuro di Terni. Il consigliere Ferranti (Forza Italia) ha evidenziato le contraddizioni emerse nel tempo, ricordando che “l’interesse pubblico del progetto era stato già votato e approvato con nove voti in più rispetto alla maggioranza di centrodestra”, e definendo “incomprensibile” il cambio di posizione di alcuni gruppi oggi contrari. Ferranti ha poi invitato a superare lo scontro tra territori, sottolineando come “la valorizzazione delle eccellenze umbre debba prescindere dall’appartenenza geografica”, criticando però la politica sanitaria regionale che, a suo dire, avrebbe privilegiato l’area perugina a scapito di Terni. Per Ferranti, la riqualificazione dello stadio è un’urgenza strutturale - “non possiamo continuare coi cerotti” - e la clinica rappresenta “uno strumento di sussidiarietà per ridurre le liste d’attesa e sostenere la sanità pubblica”.

Di diverso avviso Spinelli (PD), che ha ribadito la contrarietà del suo gruppo a legare i due interventi in un unico progetto. “Non siamo contro la clinica né contro la riqualificazione dello stadio - ha chiarito - ma il legame tra i due rischia di bloccare entrambi”. Per il consigliere, la convenzione stipulata sarebbe “viziata da un errore di impostazione”, perché subordina la parte sportiva a quella sanitaria. Spinelli ha richiamato il caso di Pisa, dove “uno stadio del 1919 è stato ristrutturato in tre mesi con risorse miste pubblico-private”, invitando il Comune a valutare soluzioni più snelle e sostenibili.

Tensioni politiche e richieste di chiarimento istituzionale

Sui banchi del consiglio, Orsini (Masselli sindaco) ha difeso l’operato dell’amministrazione e la legittimità del percorso avviato nel 2021, sottolineando che “la seconda provincia dell’Umbria non può essere trattata come una città di serie B” e che “ogni volta che a Terni si cerca di costruire qualcosa, si trova un modo per fermarla”. Secondo Orsini, la Regione avrebbe dovuto aprire un confronto istituzionale invece di procedere al ricorso, mentre il consigliere Patalocco (PD) ha avvertito che “portare la vicenda al TAR significa condannare il progetto al fallimento”.

Tra i banchi dell’opposizione, Fiorelli (M5S) ha espresso dubbi sulla correttezza della ripartizione dei posti letto e sulla solidità giuridica dell’intervento, invitando a “seguire con rigore la procedura” per evitare contenziosi. Il consigliere Gubbiotti (PD) ha presentato un emendamento che proponeva di verificare vie d’uscita dal contenzioso attraverso il ritiro della determina comunale e la riapertura del dialogo con la Regione, ipotesi che ha trovato il favore di alcuni esponenti del centrosinistra ma non del resto dell’aula.

Il dibattito si è acceso anche sul piano politico con l’intervento di Cecconi (FdI), che ha puntato il dito contro il Partito Democratico e la gestione regionale della sanità. “Basta speculazioni e promesse disattese - ha detto - non è accettabile che dopo un anno si venga ancora a Terni a dire che bisogna cercare un’area per l’ospedale. La presidente della Regione non può prenderci in giro raccontando che si tratti di un atto tecnico e non politico e che sia stata l'avvocatura a tirarla per la giacchetta. Piuttosto investa sull'ospedale di Terni i 184 milioni di gettito delle tasse in più che avrà mettendo le mani in tasca ai cittadini”.

Durissimo, invece, l’intervento di Francescangeli, che ha accusato la Regione di comportamento “scorretto istituzionalmente e moralmente”, parlando di “piano diabolico” e rivendicando il diritto della città di completare un’opera già riconosciuta di interesse pubblico. “Ben venga l’interlocuzione - ha detto - ma se aspettiamo l’esito del TAR, Terni muore”.

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Federico Zacaglioni
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