23 Oct, 2025 - 09:35

Stadio-Clinica, la bufera non si placa. Le reazioni politiche dal centrodestra a Avs

Stadio-Clinica, la bufera non si placa. Le reazioni politiche dal centrodestra a Avs

Non si placa la bufera che ha investito il Comune di Terni e il progetto Stadio-Clinica dopo che la Regione ha impugnato la determina contestando i posti letto in convenzione. Un provvedimento che sta causando tensioni altissime tra Comune e Regione. Dura la reazione del sindaco Stefano Bandecchi che ha attaccato Palazzo Donini accusando la Giunta di voler bloccare lo sviluppo di Terni, ancora una volta relegata a dover occupare una posizione subalterna rispetto a Perugia.

Dalla Regione tengono il punto e sostengono che no, non c'è nessuna volontà di colpire Terni ma solo trasparenza e legalità perché lo stadio-clinica "non ha avuto assenzo alla sua realizzazione". Dall'avvocatura della Regione hanno spiegato che l'intervento è legittimo dal momento che il progetto degli 80 posti letto in convenzione, era già stato bocciato dalla Conferenza dei Servizi, sotto la Giunta Tesei. 

Umbria Civica: "Terni ancora al centro di contraddizioni e ritardi"

"Terni continua a essere al centro di contraddizioni e ritardi che ne frenano lo sviluppo. Dalle infrastrutture alla sanità, dalle politiche industriali alla rigenerazione urbana, la seconda città dell’Umbria viene troppo spesso trattata come terreno di scontro politico invece che come realtà da sostenere e valorizzare come merita. È un atteggiamento che penalizza cittadini, imprese e l’intera comunità", questo quanto sostengono in una nota Nilo Arcudi, Andrea Di Fino e Marco Ravasio di Umbria Civica.

A gravare sull'Umbria, spiegano, è "la mancanza di una visione unitaria". Con il Comune di Terni che si è visto impugnare gli atti del progetto dalla Regione, manca dal governo regionale una volontà di confronto. "Non è con i ricorsi o con le carte bollate che si risolvono le questioni complesse - proseguono - ma con chiarezza, trasparenza e responsabilità istituzionale. Se ci sono aspetti da chiarire lo si faccia apertamente, senza bloccare ogni prospettiva di sviluppo".

Terni, scrivono ancora, è "una città con grandi potenzialità" che merita di ricorpire "il ruolo che le spetta". Invitando Comune e Regione a "sedersi allo stesso tavolo" per "trovare soluzioni condivise" Arcudi, Di Fino e Ravasio invocano "una nuova stagione di virtuosa collaborazione e non di scontro" che porti a superare le contraddizioni nell'interesse dei cittadini.

Forza Italia: "Auspichiamo che la Regione torni sui suoi passi"

Molto simile l'avviso di Forza Italia. In una nota, il segretario provinciale Stefano Fatale e il segretario comunale Antonio De Angelis, hanno espresso perplessità sull'operato della Regione. Ribadendo l'importanza per lo sviluppo della città del progetto stadio-clinica, "indipendentemente da chi sia il soggetto proponente" hanno sottolineato come "la realizzazione di strutture di tale rilevanza comporterebbe un evidente beneficio a tutto il tessuto economico ternano".

"Tentare di ostacolarle mediante lo strumento giudiziario è l’ennesimo tentativo della Giunta Regionale guidata da Stefania Proietti di affossare qualunque progetto che riguardi Terni" tagliano corto.

Anche in questo caso l'auspicio è che prima dello scontro legale, si apra al confronto e, soprattutto, che "la Regione Umbria torni sui suoi passi e decida di non coltivare il ricorso, dimostrando una volta tanto di avere a cuore gli interessi di Terni e del territorio ternano".

Avs: "La salute è un diritto, non un affare"

Diverso l'avviso da Alleanza Verdi e Sinistra che punta il dito contro la convenzione tra Comune e Ternana. "Chiunque può aprire una clinica privata a Terni - sostengono -. Ciò che non si può pretendere è che lo Stato paghi in anticipo, garantendo convenzioni e coperture pubbliche ancora prima dell’apertura. Le regole valgono per tutti, anche per i potenti e per chi urla più forte".

Difendendo quanto messo in atto dalla Regione, da Avs evidenziano che "la sanità ternana si difende e si rilancia investendo nel pubblico, assumendo personale, rafforzando servizi, strutture e tecnologie. Non consegnandola ai privati. La salute - concludono - è un diritto, non un affare".

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Sara Costanzi
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