La voce di Sara Francescangeli, presidente del Consiglio comunale di Terni e ormai punto di riferimento comunicativo per i sostenitori del progetto Stadio-Clinica, continua a scuotere il dibattito politico umbro. Con interventi sempre più seguiti sui social - tra video, post e dirette che raccolgono centinaia di commenti e condivisioni - la rappresentante di Alternativa Popolare ha lanciato un nuovo, durissimo attacco al centrosinistra regionale, accusandolo di voler sabotare il progetto che lega la riqualificazione del Liberati alla costruzione di una clinica privata convenzionata.
“Sanno perfettamente quello che fanno e sono scientemente orientati ad affossare definitivamente il progetto Stadio-Clinica e con esso le legittime aspettative di questa città”, ha dichiarato Francescangeli, sottolineando come il clima politico attorno al dossier si sia ormai trasformato in uno scontro istituzionale aperto tra Comune di Terni e Regione Umbria.
Le sue parole arrivano all’indomani della seduta del Consiglio regionale, in cui non è stata presa alcuna decisione formale. L’atto di indirizzo presentato dal centrosinistra, che sosteneva la linea della Giunta regionale nel ricorso al TAR contro la determina del Comune, non è stato discusso per mancanza della maggioranza qualificata dei tre quarti dell’aula. Ma secondo Francescangeli, più che un episodio procedurale, è la prova di una precisa volontà politica.
Nel suo intervento, la presidente del Consiglio comunale ha messo a confronto due modi opposti di affrontare la vicenda. “Lunedì il Consiglio comunale di Terni ha approvato un atto unitario, su iniziativa di Fratelli d’Italia, per chiedere una soluzione negoziata della vertenza. In Regione, invece, il centrosinistra ha presentato un atto di segno opposto, chiedendo alla Giunta di perseverare con determinazione nell’azione intrapresa”, ha ricordato.
Per Francescangeli, l’obiettivo è chiaro: dividere i due progetti e far naufragare quello ternano. “La mozione del centrosinistra prevede che lo stadio resti in capo al Comune e la clinica alla libera iniziativa privata. Così Terni non avrebbe mai uno stadio nuovo”, ha spiegato, ricordando che il Liberati, prossimo alla chiusura per inagibilità, necessita di 42 milioni di euro di lavori che il Comune, ancora gravato dalle conseguenze del dissesto finanziario, non può sostenere.
Francescangeli ha ribadito che il progetto non comporta costi per la Regione. “La Regione Umbria non metterà un euro sul progetto Stadio-Clinica”, ha affermato, chiarendo che sarà l’imprenditore privato, la Ternana Calcio in partenariato con il Comune, a farsi carico della costruzione dello stadio, in cambio della possibilità di edificare la clinica. “Garantire anche ai cittadini ternani di potersi curare in una clinica privata come fanno da sempre i cittadini perugini sarebbe davvero rispetto dell’imparzialità della pubblica amministrazione”, ha aggiunto, sottolineando come le risorse sanitarie destinate al privato convenzionato vadano oggi in gran parte alle strutture del Perugino.
E poi l’affondo politico: “Non avete avuto il coraggio di tutelare gli interessi di questa città in Consiglio regionale. Abbiate almeno il coraggio di non prenderci ulteriormente in giro”.
Le parole di Sara Francescangeli hanno trovato un sostegno esplicito da parte del consigliere regionale della Lega, Enrico Melasecche, che ha rilanciato la polemica con toni altrettanto duri. “Non sono d’accordo su moltissime cose che avvengono a Terni, e chi vuol capirlo lo ha capito da tempo, tuttavia rilevo che quanto dichiara Sara Francescangeli costituisce la perfetta ricostruzione della verità fattuale che ho fatto emergere ieri, fortemente indignato, rispetto alla manovra a tenaglia in corso per truffare Terni, ripeto truffare (attendo ben volentieri una querela) del progetto Stadio-Clinica”, ha affermato.
Melasecche ha parlato di una “situazione ributtante”, denunciando l’atteggiamento di “molti eletti ternani in Giunta e Consiglio regionale, appoggiati in modo pedissequo dai consiglieri comunali di sinistra”.
Il consigliere leghista ha poi invitato i cittadini a reagire: “Mi auguro che i ternani capiscano la manovra in corso, perché se la città viene sottomessa in questa occasione diventa inutile insistere nella battaglia per il nuovo ospedale. La sinistra lo fa balenare fra 10 o 15 anni, ma non lo farà mai”. E ha concluso con un appello accorato: “Ognuno si ricordi di queste mie parole dettate dall’esperienza, dalla perfetta conoscenza dei problemi, ma anche dal cuore, che molti hanno venduto per una poltrona o per una futura carriera politica”.
Le sue parole arrivano all’indomani della seduta del Consiglio regionale, in cui non è stata presa alcuna decisione formale. L’atto di indirizzo presentato dal centrosinistra, che sosteneva la linea della Giunta regionale nel ricorso al TAR contro la determina del Comune, non è stato discusso per mancanza della maggioranza qualificata dei tre quarti dell’aula. Ma secondo Francescangeli, più che un episodio procedurale, è la prova di una precisa volontà politica.
Nel suo intervento, la presidente del Consiglio comunale ha messo a confronto due modi opposti di affrontare la vicenda. “Lunedì il Consiglio comunale di Terni ha approvato un atto unitario, su iniziativa di Fratelli d’Italia, per chiedere una soluzione negoziata della vertenza. In Regione, invece, il centrosinistra ha presentato un atto di segno opposto, chiedendo alla Giunta di perseverare con determinazione nell’azione intrapresa”, ha ricordato.
Per Francescangeli, l’obiettivo è chiaro: dividere i due progetti e far naufragare quello ternano. “La mozione del centrosinistra prevede che lo stadio resti in capo al Comune e la clinica alla libera iniziativa privata. Così Terni non avrebbe mai uno stadio nuovo”, ha spiegato, ricordando che il Liberati, prossimo alla chiusura per inagibilità, necessita di 42 milioni di euro di lavori che il Comune, ancora gravato dalle conseguenze del dissesto finanziario, non può sostenere.
Francescangeli ha ribadito che il progetto non comporta costi per la Regione. “La Regione Umbria non metterà un euro sul progetto Stadio-Clinica”, ha affermato, chiarendo che sarà l’imprenditore privato, la Ternana Calcio in partenariato con il Comune, a farsi carico della costruzione dello stadio, in cambio della possibilità di edificare la clinica. “Garantire anche ai cittadini ternani di potersi curare in una clinica privata come fanno da sempre i cittadini perugini sarebbe davvero rispetto dell’imparzialità della pubblica amministrazione”, ha aggiunto, sottolineando come le risorse sanitarie destinate al privato convenzionato vadano oggi in gran parte alle strutture del Perugino.
E poi l’affondo politico: “Non avete avuto il coraggio di tutelare gli interessi di questa città in Consiglio regionale. Abbiate almeno il coraggio di non prenderci ulteriormente in giro”.
Le parole di Sara Francescangeli hanno trovato un sostegno esplicito da parte del consigliere regionale della Lega, Enrico Melasecche, che ha rilanciato la polemica con toni altrettanto duri. “Non sono d’accordo su moltissime cose che avvengono a Terni, e chi vuol capirlo lo ha capito da tempo, tuttavia rilevo che quanto dichiara Sara Francescangeli costituisce la perfetta ricostruzione della verità fattuale che ho fatto emergere ieri, fortemente indignato, rispetto alla manovra a tenaglia in corso per truffare Terni, ripeto truffare (attendo ben volentieri una querela) del progetto Stadio-Clinica”, ha affermato.
Melasecche ha parlato di una “situazione ributtante”, denunciando l’atteggiamento di “molti eletti ternani in Giunta e Consiglio regionale, appoggiati in modo pedissequo dai consiglieri comunali di sinistra”.
Il consigliere leghista ha poi invitato i cittadini a reagire: “Mi auguro che i ternani capiscano la manovra in corso, perché se la città viene sottomessa in questa occasione diventa inutile insistere nella battaglia per il nuovo ospedale. La sinistra lo fa balenare fra 10 o 15 anni, ma non lo farà mai”. E ha concluso con un appello accorato: “Ognuno si ricordi di queste mie parole dettate dall’esperienza, dalla perfetta conoscenza dei problemi, ma anche dal cuore, che molti hanno venduto per una poltrona o per una futura carriera politica”.