È stata approvata lo scorso 3 aprile 2025, con la delibera n. 59, la decisione ufficiale della Giunta Fiorucci di avviare la procedura per l’affidamento in gestione dello stadio “Pietro Barbetti” di Gubbio. Un atto atteso da mesi, che arriva a poco tempo dalla scadenza della precedente convenzione, fissata al 30 giugno 2025. Assenti alla seduta gli assessori Filippo Farneti e Micaela Parlagreco, ma la decisione è passata comunque, e ora il tempo stringe: ci sarà tempo fino al 18 aprile per aderire al bando, ovvero 15 giorni dalla data di adozione dell’atto.
Dietro la scadenza formale, però, si celano questioni ben più sostanziali: dalla definizione dei criteri di gestione dell’impianto alle manutenzioni ordinarie e straordinarie, fino al ruolo che il Comune potrà e vorrà assumersi. Il tutto in un contesto segnato dalle eredità irrisolte della precedente amministrazione Stirati, che – secondo molti – ha lasciato un impianto allo sbando, tra promesse mancate e mancata chiarezza sulle competenze economiche tra Ente e società sportiva.
La questione centrale è quella della convenzione che sarà stipulata tra Comune e gestore, con ogni probabilità ancora una volta la AS Gubbio 1910, presieduta da Sauro Notari. Il problema? Le condizioni economiche e operative del nuovo accordo, che dovrà sciogliere nodi che da anni gravano sul “Barbetti”.
In particolare, sarà necessario chiarire chi dovrà farsi carico delle manutenzioni ordinarie e straordinarie, un punto che nella precedente gestione politica non è mai stato definito con precisione. La Giunta Stirati, con l’ex assessore allo Sport Gabriele Damiani, aveva più volte promesso interventi e stanziamenti che, nei fatti, non si sono mai visti. Anni di rassicurazioni e annunci si sono tradotti in un lento e inesorabile degrado dell’impianto.
Lo stato attuale dello stadio “Barbetti” è oggettivamente preoccupante. Sono molte le criticità che compromettono la piena agibilità dell’impianto e che rischiano di impattare direttamente sulla licenza per l’iscrizione al prossimo campionato di Serie C. Tra i problemi strutturali più gravi figurano:
L’anello idrico antincendio, che non rispetterebbe gli standard previsti.
Le coperture delle tribune, vetuste e bisognose di interventi significativi.
I servizi igienici, inadeguati per accogliere il pubblico in maniera dignitosa.
L’illuminazione, con fari vecchi e insufficienti per le esigenze di gare serali o televisive.
Senza interventi rapidi e incisivi, il rischio è concreto: il Gubbio potrebbe non essere nelle condizioni di giocare le gare interne allo stadio “Barbetti” nella prossima stagione.
Altro tema che sta generando perplessità è la durata del bando di gestione, fissata in 5 anni. Un periodo troppo breve per attrarre investimenti strutturali da parte della società sportiva o da eventuali soggetti privati. Chiunque si assuma l’onere della gestione – presumibilmente ancora una volta la società rossoblù – non potrà realisticamente accollarsi interventi di ampio respiro su un impianto che, lo ricordiamo, resta di proprietà pubblica.
Una concessione più lunga – di 10 o 15 anni – avrebbe forse incentivato una vera progettualità a medio termine, con la possibilità di spalmare investimenti e pianificare migliorie strutturali. Ma così, la prospettiva è quella di una gestione a basso profilo, limitata a garantire l’ordinario, mentre tutto ciò che esula dalla routine dovrà essere discusso e finanziato, se possibile, dal Comune.
E qui arriva l’altro nodo: l’Amministrazione Fiorucci non dispone, al momento, delle risorse necessarie per effettuare le opere strutturali richieste. Il rischio è quello di una situazione di stallo, in cui la società sportiva non può investire, e il Comune non riesce a farlo.
In un contesto simile, l’unica via d’uscita possibile sembra essere il confronto diretto tra le parti, per definire almeno con chiarezza quali interventi debbano essere considerati di ordinaria amministrazione e quindi a carico della società, e quali invece straordinari e dunque di competenza comunale.
Il presidente Sauro Notari, alla guida dell’AS Gubbio 1910, ha già annunciato che dopo Pasqua presenterà una proposta scritta, dettagliata e formalizzata, con l’obiettivo di stabilire confini precisi tra i doveri economici della società e quelli dell’Ente pubblico.
Notari – che ha sempre dimostrato grande senso di responsabilità nella gestione sportiva – intende evitare a ogni costo che il Gubbio sia costretto a disputare le gare casalinghe in campo neutro, ipotesi già circolata negli ambienti sportivi e che vedrebbe come destinazione più probabile il Curi di Perugia. Una prospettiva drammatica, sia per i tifosi, sia per l’indotto economico cittadino.
Ma, come lui stesso ha riconosciuto, l’ultima parola spetterà comunque all’Amministrazione comunale, che dovrà decidere se – e come – farsi carico degli interventi più urgenti.
Una delle principali critiche mosse alla Giunta Fiorucci è quella di aver proposto un bando “fotocopia” di quello della precedente amministrazione Stirati. Nonostante i proclami di discontinuità e la volontà di rilanciare l’impianto, la delibera n. 59 non contiene elementi di vera innovazione, limitandosi a riproporre lo schema e i criteri già adottati anni fa, con risultati tutt’altro che soddisfacenti.
Serve uno scatto in avanti, uno slancio progettuale capace di restituire al “Barbetti” una prospettiva pluriennale, sostenibile e funzionale. Lo stadio non è solo un impianto sportivo: è un simbolo cittadino, un attrattore per l’economia, un punto di riferimento per i giovani e per l’identità della città.
In gioco non c’è solo la gestione di uno stadio, ma il destino del calcio professionistico a Gubbio. Se non si troverà una quadra tra Comune e società sportiva, se non si chiariranno le competenze e le priorità, il rischio è che l’impianto resti fatiscente e che la squadra venga penalizzata anche sul piano sportivo.
La Giunta Fiorucci ha l’occasione di segnare una svolta vera, uscendo dalla logica dell’emergenza e della “toppatura”. Serve un piano chiaro, partecipato, condiviso. E serve in fretta.
Il tempo stringe. Il bando scade il 18 aprile. Il campionato incombe. E il “Barbetti”, con le sue crepe, chiede di tornare a essere un luogo all’altezza della storia sportiva e civica di Gubbio.