04 Apr, 2025 - 18:00

Spopolamento di Corso Garibaldi a Gubbio: tra chiusure anticipate e proteste di commercianti e residenti

Spopolamento di Corso Garibaldi a Gubbio: tra chiusure anticipate e proteste di commercianti e residenti

La recente decisione dell'amministrazione comunale di Gubbio di anticipare la chiusura estiva di Corso Garibaldi ha sollevato un'ondata di polemiche tra commercianti e residenti. Dopo intense proteste, la Giunta Fiorucci ha deciso di fare marcia indietro, riportando l'orario di chiusura alle 20:30 a partire dal 7 aprile. Questa vicenda mette in luce le crescenti preoccupazioni riguardo allo spopolamento del centro storico e alle difficoltà affrontate dalle attività commerciali locali.

Il 1° aprile 2025, senza preavviso, l'amministrazione comunale ha implementato la chiusura estiva di Corso Garibaldi e di Via dei Consoli fino a Via XX Settembre, anticipando di un mese la consueta regolamentazione che solitamente entrava in vigore a giugno. Questa decisione ha suscitato immediate reazioni negative da parte di commercianti e residenti, che si sono trovati di fronte a una modifica improvvisa e non annunciata.

La chiusura anticipata ha avuto un impatto significativo sulla vita quotidiana del centro storico. Le strade, solitamente animate, sono apparse deserte, con un calo evidente del flusso pedonale e una conseguente diminuzione delle vendite per i negozianti. Le immagini di un Corso Garibaldi vuoto hanno rapidamente fatto il giro dei social media, amplificando il malcontento generale.

Proteste di commercianti e residenti: le ragioni del dissenso

I commercianti di Corso Garibaldi hanno espresso profonda preoccupazione per le ripercussioni economiche derivanti dalla chiusura anticipata. Molti di loro hanno sottolineato come la riduzione del traffico pedonale abbia influito negativamente sulle vendite, già messe a dura prova da precedenti chiusure e lavori stradali.

Un residente ha dichiarato:"Siamo intrappolati. In queste situazioni è fondamentale considerare le esigenze di chi vive e lavora qui. Vedere il corso deserto è frustrante; è necessario agire rapidamente per ripristinare la normalità."

Queste parole riflettono il sentimento diffuso tra gli abitanti, che si sentono trascurati nelle decisioni amministrative che influenzano direttamente la loro quotidianità.

Di fronte alle crescenti pressioni e alle polemiche, la Giunta Fiorucci ha deciso di revocare la decisione iniziale. A partire da lunedì 7 aprile, si è tornati all'orario di chiusura invernale, con la chiusura delle strade posticipata alle 20:30 anziché alle 18:30. Questa retromarcia è stata accolta con sollievo da commercianti e residenti, che hanno visto riconosciute le loro istanze.

Tuttavia, rimane il malcontento per la gestione della situazione e per la mancanza di comunicazione preventiva da parte dell'amministrazione. Molti auspicano un dialogo più aperto e una maggiore considerazione delle esigenze locali nelle future decisioni.

La vicenda di Corso Garibaldi si inserisce in un contesto più ampio di spopolamento e difficoltà economiche che affliggono il centro storico di Gubbio. Negli ultimi anni, numerosi esercizi commerciali hanno chiuso i battenti, e il numero di residenti è diminuito, portando a una perdita di vitalità e attrattività della zona.

Le cause di questo fenomeno sono molteplici:

  • Chiusure stradali frequenti: lavori di manutenzione e regolamentazioni del traffico hanno spesso reso difficile l'accesso al centro, scoraggiando sia i residenti che i visitatori.

  • Mancanza di parcheggi: la difficoltà nel trovare posti auto nelle vicinanze del centro storico rappresenta un deterrente per chi desidera fare acquisti o passeggiare in zona.

  • Competizione con i centri commerciali: la presenza di grandi centri commerciali nelle periferie attira una parte significativa dei consumatori, a discapito dei negozi tradizionali del centro.

Questi fattori contribuiscono a creare un circolo vizioso: meno persone frequentano il centro, più le attività commerciali soffrono, portando a ulteriori chiusure e a un ulteriore declino dell'area.

Le proposte di commercianti e residenti per rivitalizzare Corso Garibaldi

Di fronte a questa situazione, commercianti e residenti hanno avanzato diverse proposte per invertire la tendenza e riportare vitalità a Corso Garibaldi e al centro storico in generale:

  • Pianificazione condivisa delle chiusure stradali: coinvolgere attivamente commercianti e residenti nelle decisioni riguardanti le chiusure al traffico, garantendo una comunicazione tempestiva e valutando l'impatto economico e sociale di tali misure.

  • Miglioramento dei parcheggi: creare nuove aree di sosta nelle vicinanze del centro storico o implementare servizi di navetta per facilitare l'accesso.

  • Eventi e manifestazioni: organizzare eventi culturali, mercatini e altre iniziative che possano attrarre visitatori e animare le strade del centro.

  • Incentivi per nuove attività e botteghe artigiane:
    Molti residenti e operatori commerciali auspicano l’introduzione di agevolazioni fiscali, contributi a fondo perduto o affitti calmierati per incentivare l’apertura di nuove attività, soprattutto legate all’artigianato e ai prodotti tipici, che possano valorizzare l’identità storica di Gubbio e attrarre un turismo di qualità.

“Serve una nuova generazione di esercenti, ma per attirarla bisogna creare condizioni concrete e sostenibili”, ha spiegato un commerciante storico di Corso Garibaldi.

La vicenda legata alla chiusura anticipata di Corso Garibaldi pone una questione politica di fondo, che riguarda il modo in cui le amministrazioni locali gestiscono la convivenza tra esigenze di viabilità, tutela del patrimonio e sviluppo economico.

Se da un lato le ZTL e le pedonalizzazioni sono strumenti utili per migliorare la vivibilità urbana, dall’altro è necessario equilibrare queste misure con le reali condizioni socio-economiche dei centri storici, specialmente quelli soggetti a spopolamento e crisi commerciale.

“Non si può applicare lo stesso modello tutto l’anno – ha spiegato un rappresentante dei commercianti – in primavera non c’è ancora il flusso turistico che giustifichi chiusure così anticipate. È una questione di buon senso e di ascolto del territorio.”

Altro punto critico sollevato dai residenti è la mancanza di comunicazione preventiva.
Molti lamentano come le ordinanze vengano applicate senza confronto e soprattutto senza un adeguato preavviso, creando disagi imprevisti e danni economici.

Non ci è stato detto nulla. L’ordinanza è arrivata il giorno stesso, e la gente ha scoperto della chiusura trovandosi davanti le transenne, ha dichiarato una residente.

Un’amministrazione moderna, affermano molti, dovrebbe coinvolgere attivamente la cittadinanza, anche con strumenti semplici come assemblee pubbliche, questionari o piattaforme digitali di consultazione.

Corso Garibaldi non è solo una via del centro storico: è un simbolo del tessuto urbano e sociale di Gubbio. Un tempo cuore pulsante di attività, relazioni e cultura, oggi rischia di diventare un luogo di passaggio vuoto e silenzioso, privato della sua funzione di spazio pubblico vitale.

Lo dimostrano i dati degli ultimi anni: aumentano i locali sfitti, calano i residenti, diminuiscono le attività storiche e le nuove faticano a restare aperte.
Il corso si svuota, lentamente ma inesorabilmente, e ogni decisione urbanistica o regolamentare che non tiene conto di questa realtà rischia di accelerare il declino.

Il rilancio del centro storico: una sfida da non rimandare

Dalla vicenda emersa nelle ultime settimane, è chiaro che il centro storico di Gubbio ha bisogno di un progetto di rilancio organico e condiviso. Serve una visione a medio-lungo termine, capace di coniugare tutela e innovazione, vivibilità e sostenibilità economica.

Le chiusure al traffico, le ZTL, le pedonalizzazioni non possono essere considerate in modo isolato, ma devono far parte di un disegno più ampio, che includa:

  • Un piano strategico per il commercio di prossimità;

  • Interventi mirati per contrastare lo spopolamento residenziale;

  • Valorizzazione del centro storico come luogo vivo, non solo vetrina turistica;

  • Coinvolgimento attivo delle categorie economiche e dei cittadini nei processi decisionali.

La vicenda della chiusura anticipata di Corso Garibaldi e del suo dietrofront rappresenta un episodio emblematico della distanza che a volte si crea tra amministrazione e cittadinanza. Una distanza che si colma solo con ascolto, trasparenza e responsabilità.

L’auspicio di commercianti, residenti e operatori è che l’esperienza serva da lezione, e che da ora in avanti ogni decisione che riguarda il cuore della città venga condivisa, spiegata e motivata.

Perché Gubbio merita un centro storico vivo, vissuto, attrattivo. E Corso Garibaldi, con la sua storia e le sue botteghe, non può e non deve essere lasciato indietro. Serve coraggio politico, visione e soprattutto la volontà di costruire insieme, per ridare senso, funzione e speranza a uno dei luoghi più identitari della città.

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Mario Farneti
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