Il viadotto lungo la Flaminia, tra Spoleto e Terni, in particolare nella zona di Strettura, è stato recentemente oggetto di monitoraggio intensivo da parte dell’Anas. L’ente ha avviato una serie di controlli per valutare la sicurezza strutturale del viadotto, utilizzando tecnologie avanzate come sensori ultra sensibili e prove di carico su larga scala. Tali interventi, fondamentali per garantire la sicurezza degli utenti, rientrano nei programmi periodici di manutenzione della rete stradale. Il viadotto Flaminia, come molti altri ponti e viadotti, è costantemente monitorato per individuare eventuali segni di usura o degrado che potrebbero compromettere la sua integrità.

Viadotto sulla Flamina tra Spoleto e Terni: l’importanza delle prove di carico

Il controllo, eseguito da una squadra di tecnici specializzati dell’Anas, ha coinvolto l’uso di un ponteggio mobile, noto tecnicamente come “by-bridge”, che permette di ispezionare anche le zone più difficili da raggiungere, come la parte inferiore dell’arco strutturale. Sono stati installati sensori in punti chiave del viadotto, capaci di rilevare eventuali spostamenti o anomalie strutturali. Inoltre, le prove di carico sono state effettuate con l’ausilio di sei mezzi pesanti da 40 tonnellate ciascuno, per un carico complessivo di 240 tonnellate, simulando condizioni di stress massime per testare la resistenza del viadotto. I dati raccolti saranno ora analizzati dagli specialisti dell’Anas, che valuteranno eventuali interventi per mantenere la piena funzionalità e sicurezza del viadotto Flaminia.

Le prove di carico sono un elemento centrale di qualsiasi operazione di monitoraggio strutturale. Nel caso del viadotto Flaminia, queste prove sono state effettuate con mezzi pesanti, mettendo alla prova la resistenza della struttura. Il carico complessivo di 240 tonnellate è stato distribuito su vari punti del viadotto, con l’obiettivo di verificare se ci fossero deformazioni o spostamenti eccessivi che potessero segnalare una riduzione della capacità portante.

Viadotto sulla Flaminia: il fondamentale utilizzo dei sensori

L’uso dei sensori, installati in punti chiave del viadotto, consente di monitorare continuamente la struttura anche dopo il termine delle prove di carico. Questi sensori sono in grado di rilevare con estrema precisione eventuali spostamenti millimetrici, vibrazioni anomale o cambiamenti nella distribuzione del peso. Si tratta di dati fondamentali per capire se il viadotto è in grado di sostenere il traffico previsto senza rischi.

Una volta raccolti tutti i dati, gli specialisti dell’Anas procederanno alla loro elaborazione. Se dalle analisi emergeranno problemi strutturali, verranno pianificati interventi mirati, che potranno andare dal semplice rinforzo di alcune parti del viadotto, fino alla chiusura temporanea per lavori più complessi.

Cos’è l’intervento by-bridge e come funziona

Uno degli strumenti più avanzati utilizzati durante le operazioni di controllo sui viadotti è il cosiddetto “by-bridge”. Si tratta di una tecnologia innovativa che permette ai tecnici di accedere alle parti più complesse e difficilmente raggiungibili delle strutture. Solitamente, la parte inferiore di un viadotto rappresenta una zona critica da ispezionare, poiché le sollecitazioni continue dovute al traffico pesante e agli agenti atmosferici possono causare danni invisibili dall’esterno.

Il by-bridge è una piattaforma che si estende dal bordo della strada verso il basso. In questa maniera gli operatori sono liberi di muoversi in sicurezza sotto la carreggiata senza interferire con il traffico sopra di loro. I tecnici possono svolgere ispezioni dettagliate di ogni parte della struttura, utilizzando strumenti come scanner laser e telecamere ad alta definizione. Inoltre vengono installati sensori per monitorare eventuali movimenti o fessurazioni nel cemento armato.

In particolare, il sistema consente di analizzare l’integrità degli elementi portanti e dei giunti del viadotto. Questi ultimi sono particolarmente vulnerabili alle sollecitazioni continue e alle condizioni meteorologiche avverse, e possono essere soggetti a deterioramento senza un adeguato monitoraggio. Il by-bridge, quindi, rappresenta un’innovazione fondamentale, poiché permette di raccogliere informazioni preziose senza interrompere il flusso di traffico.