Una nuova tragedia sul lavoro ha colpito Spoleto, dove un operaio di 61 anni, originario di Benevento, ha perso la vita mentre stava caricando materiale fotovoltaico all’interno di un’area privata. Questo tragico incidente riaccende i riflettori sul drammatico fenomeno delle “morti bianche” in Umbria, una regione che continua a registrare un elevato numero di decessi sul lavoro.
L’incidente, avvenuto in un contesto lavorativo apparentemente sicuro, ha lasciato sgomenti non solo i colleghi dell’uomo, ma anche l’intera comunità locale. Il drammatico evento si inserisce in un quadro più ampio di allarme per la sicurezza sul lavoro in Italia, e in particolare in Umbria, dove il tasso di infortuni mortali è tristemente alto.
Tragedia sul lavoro a Spoleto: le dinamiche dell’incidente che ha causato la morte di un operaio
Secondo le prime ricostruzioni, l’operaio stava caricando un lotto di pannelli fotovoltaici all’interno di un’area privata quando è avvenuta la tragedia. Durante le operazioni di carico, un bancale di oltre una tonnellata si è improvvisamente staccato, schiacciando l’uomo e causandogli traumi fatali. L’impatto è stato così violento che per il 61enne non c’è stato nulla da fare; è deceduto sul colpo, rendendo vano ogni tentativo di soccorso.
Il personale medico del 118, giunto prontamente sul luogo, non ha potuto fare altro che constatare il decesso dell’operaio. Sul posto sono intervenuti anche i carabinieri e gli operatori della Usl Umbria, che hanno immediatamente avviato le indagini per capire le cause dell’incidente. Al momento, la procura di Spoleto ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, e saranno eseguite ulteriori verifiche per stabilire eventuali responsabilità.
Le ipotesi sulle cause sono molteplici: si parla di un possibile errore umano, ma non si escludono malfunzionamenti tecnici o mancanze nelle misure di sicurezza. Le autorità stanno vagliando ogni dettaglio, cercando di ricostruire esattamente come e perché un bancale così pesante abbia potuto sganciarsi improvvisamente. In questo senso, gli esiti dell’inchiesta potrebbero risultare fondamentali per capire se siano stati rispettati tutti i protocolli di sicurezza previsti dalla normativa vigente.
Le “morti bianche” in Umbria: un problema allarmante
La tragedia di Spoleto si aggiunge a una lista purtroppo lunga di incidenti mortali sul lavoro che si verificano in Umbria. La regione, una delle più affascinanti dal punto di vista paesaggistico e culturale, è tristemente famosa per essere tra le più pericolose d’Italia in termini di sicurezza sul lavoro. Secondo i dati dell’Osservatorio Sicurezza e Ambiente Vega di Mestre, l’Umbria figura tra le regioni con il più alto tasso di “morti bianche”, insieme a Campania e Basilicata.
Negli ultimi quattro anni, l’analisi condotta su dati Istat e Inail ha evidenziato numeri drammatici: in Italia, sono state 4.622 le vittime sul lavoro. E il report Vega del 2023 conferma che Umbria, insieme ad altre regioni come Abruzzo, Molise, Puglia e Calabria, si trova in zona rossa, con un’incidenza di decessi sul lavoro superiore del 25% rispetto alla media nazionale.
I dati riguardanti le categorie più vulnerabili sono ancora più preoccupanti. I lavoratori stranieri, per esempio, hanno un rischio di infortunio mortale più che doppio rispetto agli italiani: nel 2023, si sono registrate 65,3 morti per milione di occupati stranieri, contro i 31,1 degli italiani. Anche gli anziani e i giovanissimi risultano tra i gruppi più a rischio. Gli ultrasessantacinquenni hanno un tasso di mortalità che varia da 96 a 188 morti per milione di occupati negli ultimi anni, mentre per i giovani tra i 15 e i 24 anni, il rischio di decesso va da 23 a 28 morti per milione di occupati.
Gli aggiornamenti Inail del luglio 2024 hanno rilevato che Perugia occupa il 17esimo posto tra i territori italiani più pericolosi per i lavoratori, con nove morti in sette mesi su una popolazione lavorativa di 278 mila persone, portando l’indice di rischio a 32,3.