Sembra di fare un salto indietro nel tempo di alcuni secoli, eppure nel 2024 si è tornati a parlare di scisma, proprio nella nostra regione. Due giorni fa è stata emessa formale scomunica nei confronti di un prete appartenente a una chiesa scismatica che ha operato abusivamente a Spoleto. La notizia, datata 19 aprile, è riportata sul sito dell’Archidiocesi di Spoleto – Norcia.
“Si comunica che in data 19 aprile u.s. è stato notificato al Sig. Federico Nagel Cesari il Decreto Prot. N. 13104/A/24 del 17 aprile u.s. con il quale l’Arcivescovo di Spoleto-Norcia dichiara, come previsto dalla Legge canonica (can.1364 §1 CIC), la scomunica latæ sententiæ in cui il medesimo Sig. Nagel Cesari è incorso per il delitto di scisma, con tutte le conseguenze derivanti dallo stesso provvedimento.” Cesari, che precedentemente svolgeva la professione di assicuratore, aveva ricevuto l’Ordine Sacro del Presbiterato al di fuori della Chiesa Cattolica, nella “Chiesa Romana Cattolica Antica” che non è mai stata riconosciuta dal Vaticano. Il provvedimento di scomunica è stato assunto dall’arcivescovo Renato Boccardo, e in seguito notificato dal cancelliere arcivescovile, don Luca Gentili.
Il prete abusivo di Spoleto e le accuse di scisma
Le prove che hanno portato l’Archidiocesi all’emissione della scomunica, sono dettagliate. Il finto prete avrebbe vestito abusivamente l’abito talare e avrebbe anche officiato una prima santa messa, sempre abusiva, lo scorso 15 ottobre 2023 alle ore 18 in piazza Achille Sansi n. 5 a Spoleto. A quanto pare, aveva anche un suo seguito, perché in quell’occasione aveva richiamato a sé dei fedeli per confessarli, chiedendo anche di venire contattato privatamente qualora qualcuno, fosse stato colto da “una eventuale vocazione al sacerdozio“.
Il prete scomunicato, appare con la qualifica di “parroco” a Spoleto, nel sito web della chiesa scismatica. La scomunica latæ sententiæ, una misura che la Chiesa Cattolica adotta solo in gravi circostanze e che ha colpito l’uomo, potrebbe estendersi anche ai suoi seguaci. “Coloro che dovessero prendere parte ad eventuali sue celebrazioni o ad altre pratiche di culto da lui presiedute” si legge ancora nel comunicato dell’Archidiocesi “e manifestassero in tal modo di rifiutare la sottomissione al Sommo Pontefice, incorrerebbero nel delitto di scisma“.
Un altro caso di prete scismatico prima di quello di Spoleto
Quello di Spoleto, non rappresenta un caso isolato. Tra le recenti scomuniche che hanno guadagnato spazio nella cronaca nazionale, c’è quella di Alessandro Minutella. Minutella, presbitero dell’Arcidiocesi di Palermo, era stata scomunicato il 18 agosto 2018 dal vescovo di Livorno, monsignor Simone Giusti. L’accusa era di “aver commesso il delitto contro la fede e l’unità della Chiesa, in quanto scismatico“, quindi sia di eresia che di scisma. A inizio del 2022 era stato dimesso dallo stato clericale. Il provvedimento era stato preso dalla Chiesa Cattolica a seguito delle pesanti accuse di Minutella contro papa Francesco e i vertici del clero, lanciate attraverso i suoi canali social.
Nonostante Minutella, non sia più sacerdote, ha fondato a Carini, vicino a Palermo, la “Piccola Nazareth” una struttura realizzata grazie alle donazioni dei suoi fedeli. Qui, l’ex prete continua ancora oggi a svolgere l’attività di sacerdote, vestendo l’abito talare, officiando battesimi, matrimoni e consacrando sacerdoti e suore. Nel 2019, tutte le polemiche che accompagnano la controversa figura di Minutella, si erano addensate proprio su Spoleto, dove lo scomunicato avrebbe dovuto celebrare messa in un locale di Cortaccione. La Curia era intervenuta, palesando la scomunica per chiunque vi avesse preso parte. L’incontro venne annullato, quando il titolare dell’esercizio in cui avrebbe dovuto tenersi l’evento, aveva ritirato la disponibilità degli spazi.