Avviato l’Anno Giubilare della speranza. L’arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra, mons. Renato Boccardo, ha celebrato in Duomo, domenica 29 dicembre 2024, un momento importante che tantissimi fedeli stavano aspettando e che han vissuto in maniera cospicua.
La celebrazione è iniziata con una sosta di preghiera nella chiesa di S. Filippo Neri in Piazza Mentana; da lì, si è snodata la processione, segno del cammino di speranza, fino alla Basilia Cattedrale seguendo questo itinerario: chiesa di S. Filippo, Corso Mazzini, Piazza della Libertà, Piazza del Mercato, Via Saffi, Duomo.
Anno Giubilare, la celebrazione dell’Arcivescovo di Spoleto-Norcia
L’Arcivescovo, i presbiteri, i religiosi e le religiose, le autorità civili (tra cui i sindaci di Spoleto Andrea Sisti, di Montefalco Alfredo Gentili e di Cascia Mario De Carolis), oltre che tantissimi fedeli presenti, i membri di confraternite, associazioni e movimenti hanno preso parte alla solenne processione. I tanti si sono messi in cammino dietro alla croce, pellegrini verso il Duomo.
Sulla soglia della Cattedrale mons. Boccardo ha preso la croce, l’ha innalzata e rivolta verso il popolo, prima di fare ingresso in chiesa, seguito da clero e fedeli. “Il cristiano sa che per lui la speranza è una responsabilità – ha ricordato nel corso dell’omelia mons. Boccardo per l’avvio dell’Anno Giubilare della speranza – soprattutto oggi che gli orizzonti culturali sono spesso profondamente asfittici ed è difficile formulare speranze a lunga durata e capaci di reggere una vita”.
L’avvio all’anno santo per un “mondo nuovo”
La croce che è stata parte integrante della celebrazione, e che vedrà la sua esposizione in Duomo per tutto l’Anno Santo, arriva della chiesa di S. Sabino in Spoleto: il simbolo di sofferenza appartiene al XVIII secolo e rappresentava la Confraternita del Santissimo Sacramento di S. Sabino.
Mons. Boccardo, una volta raggiunto il presbiterio, si è fermato presso il fonte battesimale e, dopo aver fatto memoria del Battesimo, ha asperso con l’acqua sé stesso, i presbiteri e il popolo, attraversando la navata centrale.
Tantissimi fedeli alla celebrazione per il via dell’Anno Giubilare
Nell’omelia mons. Boccardo ha ricordato alcuni aspetti citati da Papa Francesco nell’Omelia nella notte di Natale 2024, aprendo la Basilica di San Pietro la Porta Santa del Giubileo: “La speranza cristiana non è un lieto fine da attendere passivamente. Si tratta della promessa del Signore da accogliere qui, ora, in questa terra che soffre e che geme. Essa ci chiede perciò di non indugiare, di non trascinarci nelle abitudini, di non sostare nelle mediocrità e nella pigrizia; ci chiede di sdegnarci per le cose che non vanno e avere il coraggio di cambiarle. Essa ci chiede di farci pellegrini alla ricerca della verità, sognatori mai stanchi, donne e uomini che si lasciano inquietare dal sogno di Dio, che è il sogno di un mondo nuovo, dove regnano la pace e la giustizia”.
La celebrazione è stata vissuta con grande emozione, anche grazie all’animazione della liturgia da parte della corale diocesana diretta da Mauro Presazzi, con all’organo Angelo Silvio Rosati. Chi ha, invece, curato il servizio all’altare sono stati i seminaristi e ministranti, coordinati dal cerimoniere arcivescovile don Pier Luigi Morlino. La casula che ha indossato l’Arcivescovo per la celebrazione è stata pensata e donata dall’azienda Mastro Raphael di Spoleto: vi sono riprodotti alcuni fregi del portale di ingresso del Duomo; il colore verde richiama la speranza, tema del Giubileo.