L'omicidio di Stefano Bartoli, commesso da Erjon Behari, lo scorso 20 luglio, vedrà, dopo circa un anno, nel mese di luglio l'udienza preliminare a carico dell'albanese.
Arriva, quindi, una piccola novità nel percorso giudiziario per l'omicidio ai danni di Stefano Bartoli. Chiesto il rinvio a giudizio e fissata per i primi di luglio l’udienza preliminare a carico di Erjon Behari, il 42enne albanese accusato di aver ucciso il 28enne, con una coltellata al petto, per una questione finanziaria dal valore piccolissimo.
Erjon Behari, difeso dall’avvocato Maria Donatella Aiello, comparirà dunque davanti al gup del tribunale di Spoleto Luca Cercola, chiamato alla prima pronuncia sull’omicidio avvenuto il 20 luglio scorso in via Due giugno, all’interno del quartiere Casette, praticamente davanti all’abitazione di Behari, che era sottoposto alla vigilanza speciale, perché ritenuto socialmente pericoloso.
La data dell'udienza preliminare arriva a circa quattro mesi dalla consulenza psichiatrica del prof Stefano Ferracuti che aveva stabilito come, seppur con qualche deficit, Behari sia capace di intendere e di volere.
All’imputato il pm Alessandro Tana contesta l’omicidio volontario aggravato dai motivi abietti o futili e il reato di porto abusivo di armi e oggetti atti a offendere aggravato dal fatto che con quel coltello da cucina di 22 cm circa, di cui 11 cm circa di lama tagliente e con punta acuminata, visto che Behari avrebbe colpito nella zona sottomammaria sinistra Bartoli, togliendogli la vita.
Stefano Bartoli, disoccupato spoletino, era stato ucciso la sera del 20 luglio nel quartiere delle Casette, in via Due Giugno, dopo una lite sotto casa di Behari, pregiudicato sottoposto alla vigilanza speciale perché ritenuto socialmente pericoloso.
Colpito a morte, il ventottenne aveva provato a scappare ma si era accasciato in una pozza di sangue poche decine di metri più in là chiedendo aiuto. Sempre in via Due Giugno, le forze dell'ordine hanno tratto in arresto Behari.