Spoleto Card, con cinque appuntamenti per il mese di aprile tornano le visite guidate organizzate da Sistema Museo, per conoscere il patrimonio storico e artistico della città e del territorio. Il calendario vede in programma la prima data di domenica 7 aprile alle ore 12.00 presso la Rocca Albornoz con uno sguardo dall’alto.

La Rocca Albornoz è un’imponente fortezza che sorge sul Colle Sant’Elia, in posizione strategica e dominante tutta la vallata spoletina. Edificata a partire dal 1359, fa parte di una serie di rocche volute da Papa Innocenzo VI per ristabilire l’autorità del Pontefice, che dimorava allora ad Avignone, nei territori dell’Italia centrale facenti parte dello Stato della Chiesa.

Spoleto Card, con cinque appuntamenti per il mese di aprile tornano le visite guidate organizzate da Sistema Museo

Spoleto Card permetterà di visitare anche una domus di 2000 anni è il titolo della seconda visita dedicata alla Casa Romana che si terrà domenica 14 aprile alle ore 10.00. La prima campagna di scavi finalizzata al rinvenimento della domus venne effettuata dall’archeologo spoletino Giuseppe Sordini tra il 1885-86, grazie ai finanziamenti dell’ambasciatore inglese sir John Lumley-Savile; tuttavia a causa della mancanza di fondi, si dovette aspettare fino al 1912 per poter completare il recupero dei restanti ambienti.

Durante lo scavo emerse un’iscrizione recante la dedica all’imperatore Caligola e ciò ha lasciato ipotizzare che la casa fosse appartenuta a Vespasia Polla, la madre di Vespasiano, nativa di Norcia e proprietaria di beni nel territorio nursino-spoletino. La domus è stata datata al I secolo d.C. e i suoi ambienti conservano ancora, oltre ai bellissimi mosaici pavimentali, lo schema tipico delle case patrizie in voga tra la fine dell’età repubblicana e l’inizio di quella imperiale.

II terzo appuntamento: uno scrigno di antiche pitture, è in programma per domenica 21 aprile alle ore 11.00 e sarà dedicato alla Chiesa dei Santi Giovanni e Paolo.  La piccola chiesa sorge nell’area dell’antica Vaita Filittèria, il quartiere bizantino della Spoleto medievale. Fu consacrata nel 1174 e divenne una delle chiese parrocchiali della città; per la sua costruzione furono utilizzate pietre conce e materiale di spoglio di epoca romana.L’esterno, di linee molto semplici, è impreziosito nel muro sinistro da un grande affresco raffigurante la Madonna e quattro Santi datato al XIII-XIV secolo, purtroppo assai rovinato; l’interno è ad aula unica con presbiterio rialzato e cripta, oggi non più accessibile.

La decorazione pittorica è riferibile ad un arco temporale compreso tra il XII e il XVI secolo. Particolarmente degno di nota è un affresco ubicato nel muro sinistro che rappresenta il Martirio di Thomas Becket da Canterbury, databile al primo quarto del XIII secolo. Esso è uno dei più antichi esempi raffiguranti la scena dell’assassinio del vescovo inglese e si riferisce alla controversia tra quest’ultimo e il Cancelliere del regno d’Inghilterra Enrico II. La vicenda, tuttavia, può essere collegata ad un fatto di storia locale: la lotta tra Papato ed impero per il possesso del Ducato di Spoleto. Sulla parete destra è raffigurato Il banchetto di Erode con la Danza di Salomè.

Giovedì 25 aprile alle ore 17.00 sarà la volta di un Monumento che affascina da secoli, una visita guidata dedicata al Tempietto sul Clitunno. Il Tempietto del Clitunno, piccolo sacello a forma di tempio, si trova nel comune di Campello sul Clitunno, nella frazione di Pissignano, lungo il declivio del colle di S. Benedetto dominante la valle spoletina. Considerato uno tra i più interessanti monumenti altomedievali dell’Umbria, è tra i sette gioielli dell’arte e dell’architettura longobarda in Italia che sono stati di recente inseriti nella prestigiosa lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco.

Tra gli elementi più attraenti della visita vi è la suggestiva posizione, già descritta da Plinio il Giovane come un luogo coperto da “antichi e ombrosi cipressi ai cui piedi scaturisce una fonte che forma un laghetto”. L’edificio, che riutilizza elementi architettonici di età romana pertinenti forse alle strutture di un precedente santuario intitolato al dio Clitumnus (divinità identificata con Giove), ha la forma di un tempietto classico: poggia su alto podio con fronte costituita da quattro colonne corinzie (pronao tetrastilo) che sorregge la trabeazione su cui corre l’iscrizione che dedica la chiesa al “Dio degli angeli.

L’ultimo incontro in programma sarà “Spoletium in scena” che è previsto per domenica 28 aprile alle ore 10.00 presso il Teatro Romano di Spoleto. Il Teatro Romano venne costruito nella seconda metà del I secolo a.C. immediatamente all’interno della cinta muraria, e rimase in uso fino al IV secolo, subendo trasformazioni e restauri. In epoca romana si aprì una profonda spaccatura nella gradinata, forse a causa di un terremoto. Durante l’Alto Medioevo sulla scena furono costruiti la chiesa di S. Agata e il palazzo della famiglia Corvi. 

Nel 1320 quattrocento Guelfi furono rinchiusi, e dopo due anni uccisi, nei corridoi del teatro, usati come carcere. Nel 1395 nel palazzo Corvi si insediarono le monache Benedettine e il teatro, ormai interrato, divenne il chiostro del monastero. I resti furono esplorati per la prima volta nel 1891 dall’archeologo spoletino Giuseppe Sordini e furono riportati alla luce con scavi sistematici tra il 1954 e il 1960.

Le visite guidate tematiche sono gratuite per i possessori della Spoleto Card e sono comunque aperte a tutti ad una tariffa agevolata di € 5,00 a persona oltre il biglietto del museo. Le visite guidate tematiche sono solo su prenotazione, a numero chiuso fino ad esaurimento