Una corsa contro il tempo, in un bosco silenzioso dove la natura detta ancora le sue regole. È questo lo scenario in cui, questa mattina intorno alle 10, i Vigili del Fuoco del distaccamento di Spoleto sono intervenuti per salvare un cane rimasto intrappolato in un cunicolo scavato da un istrice. Un salvataggio tutt’altro che semplice, consumato lontano dai centri abitati, in una delle zone più impervie di Uncinano, dove la vegetazione fitta e il terreno instabile hanno reso ogni operazione più complessa.
Le prime verifiche hanno rivelato che il cane era finito all’interno di un tunnel sotterraneo scavato da un istrice, troppo stretto per poter essere raggiunto direttamente. Sul posto è arrivata in supporto anche una squadra del Comando Centrale di Perugia, dotata di strumenti per la localizzazione acustica e visiva utili a capire con precisione la posizione dell’animale.
La profondità e la struttura del cunicolo hanno reso impossibile qualunque manovra manuale. Per questo è stato richiesto l’intervento del Gruppo Operativo Speciale (GOS) - Nucleo Movimento Terra, giunto da Terni con un escavatore. Lo scavo, condotto con estrema cautela per evitare crolli o danni all’animale, è proseguito centimetro dopo centimetro, mentre i tecnici monitoravano i rumori provenienti dal sottosuolo per assicurarsi che il cane fosse ancora in condizioni di sicurezza.
Dopo oltre un’ora di operazioni, la cavità è stata finalmente raggiunta. Il cane, spaventato ma in buone condizioni, è stato estratto e riconsegnato al proprietario. Una storia a lieto fine, costruita grazie alla precisione e alla sinergia tra i diversi reparti dei Vigili del Fuoco, che anche in un contesto boschivo complesso hanno messo in campo competenze tecniche e sangue freddo.

Il salvataggio di Uncinano arriva a pochi giorni da un episodio molto più drammatico che ha coinvolto ancora una volta un cane. Nella frazione eugubina di Scritto, nella valle del Ventia, un setter inglese di tre anni, Fara, è stato sbranato da un branco di quattro lupi durante un’uscita venatoria. Il proprietario, un cacciatore di 65 anni, ha assistito impotente all’attacco. Il corpo dell’animale, ritrovato poco dopo, era già parzialmente divorato.
Secondo la normativa, l’uomo presenterà denuncia ai Carabinieri Forestali, che utilizzeranno il caso per aggiornare la mappatura regionale delle predazioni, uno strumento fondamentale per monitorare la presenza dei lupi e studiare strategie di convivenza.
L’istrice è un animale notturno, schivo e raramente visibile a occhio nudo, ma rende la sua presenza evidente grazie ai cunicoli che costruisce nel sottosuolo. Queste gallerie, spesso estese e ramificate, rappresentano il risultato di una strategia evolutiva raffinata, finalizzata alla sopravvivenza in ambienti boschivi e collinari.
La costruzione della tana inizia con la scelta del terreno: gli istrici prediligono pendii morbidi, terreni argillosi o zone ricche di detriti vegetali. Qui scavano con sorprendente efficienza grazie alle robuste unghie anteriori, che funzionano come veri attrezzi da scavo. Con movimenti rapidi e ripetuti, l’animale rimuove la terra davanti a sé, mentre le zampe posteriori la spingono verso l’uscita, creando un corridoio che si approfondisce di minuto in minuto.
La struttura interna non è casuale: il cunicolo principale può raggiungere diversi metri di lunghezza e conduce a camere laterali utilizzate come rifugi, aree di riposo o spazi dedicati ai piccoli. Una delle stanze, più profonda e protetta, funge da camera principale, dove l’istrice si ritira durante il giorno o in caso di pericolo.
La funzione difensiva di queste tane è fondamentale. Nel sottosuolo, l’istrice sfrutta lo spazio stretto per trasformare i propri aculei in una barriera quasi invalicabile: se un predatore prova a entrare, l’animale arretra mostrando la parte più armata del corpo, rendendo estremamente rischioso qualunque tentativo di attacco.
Questi sistemi sotterranei non sono opere temporanee: vengono ampliati e perfezionati nel corso degli anni e spesso riutilizzati da più generazioni. Talvolta, quando un cunicolo si estende in profondità o attraversa zone frequentate da altri animali, può diventare una trappola involontaria, come nel caso del cane di Uncinano, attirato probabilmente da un odore o da una traccia recente dell’istrice.