Il recente caso della nomina della segretaria e dell’addetta stampa del sindaco di Gubbio, Vittorio Fiorucci, ha riacceso il dibattito sull’uso dello spoils system, conosciuto anche come patronage system, nella politica locale. Questo sistema, di origine anglosassone, prevede la sostituzione degli alti dirigenti della pubblica amministrazione con figure di fiducia del nuovo governo, al fine di garantire il perseguimento senza interferenze degli obiettivi politici del vincitore. Sebbene questa pratica sia del tutto legale, in Italia spesso assume connotazioni controverse, alimentando sospetti di favoritismo e clientelismo.

Lo spoils system, nato negli Stati Uniti tra il 1820 e il 1865, richiama il principio che “al vincitore spetta il bottino”. Il termine divenne famoso quando il senatore americano William Marcy nel 1832, difendendo una nomina del presidente Andrew Jackson, affermò: “To the victor belong the spoils of the enemy” (al vincitore spetta il bottino del nemico). Nell’accezione più neutra, questa pratica si limita a sostituire i dirigenti pubblici con persone allineate alla visione politica della nuova amministrazione. Tuttavia, nelle sue forme più estreme, può trasformarsi in una distribuzione delle cariche come premio per la lealtà politica, riducendo la meritocrazia e creando un sistema clientelare.

Nel caso di Gubbio, lo spoils system ha assunto una dimensione particolare, data la modalità con cui il sindaco Fiorucci ha nominato Francesca Sannipoli come sua segretaria e Federica Grandis come addetta stampa, suscitando diverse polemiche.

Nella scelta della segretaria e dell’addetta stampa il criterio usato è stato quello dello spoils system

La vicenda inizia con l’elezione di Francesca Sannipoli al Consiglio Comunale, grazie alla lista Gubbio Civica, con 106 preferenze. Dopo l’elezione, la Sannipoli si sarebbe messa a disposizione del sindaco Fiorucci, pur senza incarico ufficiale, iniziando a frequentare gli uffici comunali e a utilizzare le risorse della pubblica amministrazione. Tuttavia, la situazione è cambiata quando Fiorucci ha deciso di assegnarle un ruolo formale nella sua squadra.

Per evitare accuse di favoritismo, Fiorucci ha indetto una selezione pubblica per il ruolo di segretaria e addetta stampa. La selezione ha attirato l’interesse di numerosi candidati: 67 per la posizione di segretaria e 34 per quella di addetto stampa. Tuttavia, nonostante la trasparenza apparente, la scelta di eseguire solo un colloquio per ciascuna posizione – a favore di Sannipoli e Grandis, come già previsto da voci di corridoio – ha sollevato molte critiche.

A destare ulteriore scalpore è stato il tempismo con cui la Sannipoli ha rassegnato le dimissioni dal Consiglio Comunale subito dopo aver ottenuto l’incarico, completando un passaggio dal gettone di presenza di consigliere a uno stipendio fisso come membro dello staff del sindaco.

Il meccanismo utilizzato da Fiorucci rientra, almeno formalmente, nel quadro legale delle nomine. Lo spoils system, infatti, non è illegale in Italia, e la scelta di affidare cariche chiave a persone di fiducia è una pratica comune a molti livelli amministrativi. Tuttavia, l’apparente mancanza di un vero processo di selezione meritocratica ha sollevato dubbi sulla trasparenza e sull’efficacia del sistema.

Stirati usò un metodo analogo ma per nominare la Grandis svolse colloqui con tutti i candidati

Critiche simili erano già emerse durante l’amministrazione precedente, quando Filippo Mario Stirati aveva utilizzato un iter analogo per nominare Federica Grandis come addetta stampa. Tuttavia, in quel caso, Stirati aveva svolto colloqui con tutti i 12 aspiranti, rendendo la procedura più trasparente agli occhi dell’opinione pubblica. Fiorucci, invece, ha scelto di accelerare il processo, scatenando l’ira di molti cittadini e politici locali, che vedono in questa decisione una mossa per alimentare il clientelismo.

Alcuni esponenti delle opposizioni parlano già di possibili esposti alla magistratura per verificare il rispetto di tutte le norme durante il processo di selezione, mentre altri lamentano che questa vicenda contribuisca a deteriorare ulteriormente la fiducia dei cittadini nella politica.

Lo spoils system entra spesso in contrasto con un altro principio fondamentale della pubblica amministrazione: il merit system. Quest’ultimo prevede che gli incarichi siano assegnati in base al merito, mediante un processo di selezione trasparente e oggettivo. Nel caso di Gubbio, molti sostengono che i due sistemi siano stati mescolati in maniera inefficace, generando un apparente concorso pubblico ma portando a una nomina già predeterminata.

Il metodo dello spoils system ha sollevato critiche anche se formalmente legale

Questo tipo di situazione, sebbene non nuova nella politica locale e nazionale, evidenzia la difficoltà di bilanciare la necessità di fiducia politica con quella di garantire una gestione meritocratica e trasparente della pubblica amministrazione. Gli stessi concorsi pubblici, spesso percepiti come il baluardo della meritocrazia, possono diventare una farsa se vengono strutturati in modo da favorire candidati già scelti.

Ogni percezione di favoritismo, anche se tecnicamente legale, rischia di erodere la fiducia della popolazione e di compromettere l’immagine delle istituzioni locali.

La scelta di Fiorucci di adottare lo spoils system per la selezione dei membri del suo staff potrebbe rivelarsi un’arma a doppio taglio. Da un lato, è normale che un sindaco desideri circondarsi di persone fidate per portare avanti il proprio programma politico. Dall’altro lato, l’apparente mancanza di trasparenza potrebbe danneggiare la sua reputazione e quella della sua amministrazione.