28 Jul, 2025 - 13:30

Spello, operatore sociosanitario aggredito con un cacciavite e derubato. Arrestati due ospiti della struttura dove lavora

Spello, operatore sociosanitario aggredito con un cacciavite e derubato. Arrestati due ospiti della struttura dove lavora

Una nuova aggressione ai danni del personale sanitario è avvenuta in Umbria, stavolta a Spello. La vittima è un operatore sociosanitario di 50 anni colpito con un cacciavite e immobilizzato, legato mani e piedi, mentre era in servizio presso il 'Centro attività sulla tossicodipendenza Onlus Assisi'. L'aggressione si è verificata la notte scorsa all'interno della struttura, poco dopo la mezzanotte.

I fatti. L'aggressione dentro l'infermeria e poi la fuga

L'uomo - riferisce una nota dei Carabinieri - stava lavorando nel locale infermeria quando è stato aggredito da due uomini, i quali, armati di cacciaviti, lo hanno prima colpito e poi atterrato legandogli i polsi e le caviglie. I due sono quindi riusciti a impossessarsi di circa 60 euro in contanti, quattro telefoni cellulari della struttura e anche delle chiavi dell'autovettura appartenente alla vittima. Proprio con questa si sono dati alla fuga.

L'operatore sociosanitario è riuscito a slegarsi e a dare l'allarme solo una decina di minuti dopo l'aggressione. A quel punto sono immeditamente scattate le ricerche da parte di carabinieri.

Arrestati due ospiti della struttura incastrati dalle telecamere

Decisive le immagini catturate dall'impianto di videosorveglianza grazie alle quali i militari sono riusciti a risalire ai due presunti autori dell'aggresione e dei furti che, a conferma, risultavano infatti assenti dalla struttura.

Nel giro di poche ore i carabinieri hanno localizzato l'autovettura rubata che era stata abbandonata a Foligno, chiusa a chiave e con a bordo l'intera refurtiva, ad eccezione del denaro. I due fuggitivi sono stati trovati poco dopo, mentre si erano nascosti dietro ad alcuni veicoli posteggiati nei pressi del parco dei Canapè, sempre a Foligno. 

I due uomini di 28 e 35 anni, sono ospiti della stessa comunità che si occupa del recupero delle persone tossicodipendenti e dove la vittima lavora. Entrambi erano sottoposti al regime degli arresti domiciliari, col divieto assoluto di lasciare la struttura.

Appena visti i militari, i due hanno tentato nuovamente di fuggire, a piedi stavolta, ma sono stati bloccati. Uno dei due aveva ancora in tasca le chiavi dell'auto rubata. Entrambi sono stati arrestati. A loro carico ci sono le accuse di rapina aggravata in concorso ed evasione dagli arresti domiciliari.

La piaga delle aggressioni al personale sanitario

L'episodio di Spello riaccende i riflettori su quella che ultimamente sembra configurarsi come una vera e propria piaga sociale: le aggressioni al personale sanitario. Coloro che fino a poco tempo fa erano gli eroi della lotta contro la pandemia da Covid-19, sembra stiano diventando i bersagli di rabbia e frustrazioni di pazienti inferociti.

Non solo le cronache ma anche i dati in Umbria purtroppo confermano che il fenomeno è preoccupante. Secondo le indagini del Centro regionale per la gestione del rischio sanitario, nel 2024 si sono registrati 407 episodi di aggressioni - ovvero un +37% rispetto al 2023 - che hanno coinvolto 262 operatori della sanità, +46%.

Una questione di genere: più spesso vengono aggredite le donne

Le aggressioni in Umbria hanno una marcata caratteristica di genere perché le prime vittime delle aggressioni sono le donne che arrivano al 69% del totale. Il 31% è costituito da uomini mentre la fascia di età più colpita è quella tra i 30 e i 39 anni con 86 casi.

Le categorie professionali più esposte sono gli infermieri (58%), seguite dai medici (25%) e dagli operatori sociosanitari (9%). Le aggressioni si verificano tanto in ambito ospedaliero quanto nei presidi sanitari territoriali con percentuali, rispettivamente, del 60% e del 40%. All'interno degli ospedali regionali, i reparti dove si sono avute più aggressioni sono quelli di degenza (42%) e del pronto soccorso (31%) mentre sul territorio le aggressioni più numerose sono avvenute all'interno degli istituti penitenziari (41%) seguiti dagli ambulatori (28%).

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Sara Costanzi
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