La stagione estiva è ormai iniziata, ma per i bar e ristoranti del centro storico di Gubbio l’estate 2025 rischia di partire con il piede sbagliato. Da oltre un mese, infatti, gli operatori economici sono in attesa di un’autorizzazione per l’uso degli spazi esterni, indispensabili per lavorare nei mesi caldi e garantire posti a sedere ai clienti.
Nel mirino delle proteste ci sono Corso Garibaldi e l’area di San Martino, zone nevralgiche per la ristorazione cittadina. Gli operatori segnalano un rimpallo estenuante tra uffici e Giunta Comunale, con incontri e colloqui che non hanno ancora prodotto risultati concreti.
Secondo alcune testimonianze, la funzionaria Lucia Cecili dell’Ufficio Tributi – con ruoli di responsabilità nel rilascio dei permessi – avrebbe dichiarato agli esercenti che “non è nelle condizioni di rilasciare alcun permesso in quanto manca la deliberazione della Giunta Fiorucci”. Una situazione che lascia gli imprenditori nell’incertezza più totale.
Negli anni passati, a fine giugno i permessi per l’occupazione di suolo pubblico erano già stati concessi, in linea con l’avvio della stagione turistica. Quest’anno, invece, la lentezza burocratica rischia di compromettere l’operatività di molti locali.
“Siamo già in piena estate e non sappiamo come organizzarci”, lamenta un ristoratore di Corso Garibaldi. “Avevamo programmato l’assunzione di personale stagionale ma senza i tavoli fuori non possiamo sostenere i costi”.
Come se non bastasse, secondo indiscrezioni raccolte tra gli operatori, l’assessore Micaela Parlagreco avrebbe comunicato verbalmente a qualche diretto interessato una nuova regola: quest’anno i locali pubblici potranno avere solo un’autorizzazione per il suolo pubblico.
In termini pratici, un ristorante o bar che ha già un permesso per tavoli davanti all’ingresso non potrà averne un altro – anche se adiacente – per ampliare lo spazio esterno. Una decisione che rischia di penalizzare pesantemente chi, in passato, aveva potuto disporre di più aree per far fronte alle esigenze dei clienti e mantenere sostenibile l’attività.
Tra gli operatori del centro storico circola un’amara ironia sulle promesse elettorali della Giunta Fiorucci. “L’anno scorso, durante la campagna elettorale, parlavano di cambio di passo per il turismo, criticando aspramente la Giunta Stirati per cantieri infiniti e scarse strategie”, racconta un ristoratore, “ma ora ci troviamo nella stessa situazione, se non peggio, perché l’estate è già cominciata e non abbiamo risposte”.
A peggiorare la tensione, un noto ristorante del centro ha ricevuto una multa di 180 euro al giorno per due giorni consecutivi, per aver installato tavolini esterni senza autorizzazione. L’esercente ha spiegato che si trattava di una scelta forzata: i lavori in corso e il calo di turisti avevano reso impraticabile l’attività solo all’interno, e i tavolini esterni rappresentavano l’unica possibilità di garantire un minimo di servizio.
“Capisco la regolarità amministrativa”, dichiara il titolare, “ma la situazione è ormai al limite: non si può bloccare un intero settore produttivo per ritardi burocratici. Così si rischia la chiusura”.
La lentezza è frutto di un rimpallo di responsabilità. L’Ufficio Tributi, guidato dalla funzionaria Cecili, sostiene di non poter rilasciare autorizzazioni senza una delibera della Giunta. Gli assessori, dal canto loro, hanno annunciato che la deliberazione arriverà a breve, ma senza una data certa.
Nel frattempo, bar e ristoranti devono scegliere tra:
rimanere senza tavoli esterni, con conseguente drastico calo degli incassi
rischiare multe salate se decidono di installarli senza autorizzazione.
In base al Codice della Strada (art. 20) e alle disposizioni locali, l’occupazione di suolo pubblico per tavolini, sedie, pedane e ombrelloni richiede:
Permesso dell’ente proprietario della strada (Comune, Provincia, ANAS).
Pagamento di un canone, variabile in base alla metratura occupata e alla zona.
Rispetto dei requisiti di sicurezza (larghezza minima del passaggio pedonale, rispetto di uscite di emergenza, strade, carreggiate).
La mancata autorizzazione comporta sanzioni che possono variare da 173 euro fino a oltre 500 euro, oltre alla rimozione forzata degli arredi non autorizzati.
Dalla pandemia in poi, i tavolini all’aperto sono diventati fondamentali per la ristorazione. Prima per motivi sanitari, oggi per scelta strategica e di comfort dei clienti. L’estate rappresenta un’occasione per recuperare fatturato dopo mesi di bassa stagione, e l’impossibilità di usufruire degli spazi esterni rischia di danneggiare la programmazione aziendale.
“Avevamo già selezionato camerieri e baristi stagionali”, spiega un ristoratore, “ma senza i tavoli esterni dobbiamo rinviare l’inizio del contratto. Non possiamo permetterci personale in più se poi non abbiamo dove farli lavorare”.
Tempi burocratici troppo lunghi: oltre un mese di attesa senza certezze.
Comunicazione confusa: informazioni verbali parziali o contraddittorie.
Nuove restrizioni: un solo permesso per attività limita l’organizzazione degli spazi.
Penalizzazione dell’occupazione stagionale: difficoltà ad assumere personale senza la piena operatività.
Sanzioni immediate senza alternative: multe a chi tenta di garantire un minimo di servizio.
Gli esercenti hanno le idee chiare:
Rilascio immediato dei permessi per non perdere ulteriori giornate di lavoro.
Chiarezza sulle nuove regole, con comunicazioni ufficiali, scritte e tempestive.
Confronto stabile con le associazioni di categoria, per concertare le normative future evitando decisioni calate dall’alto.
Riduzione o cancellazione delle sanzioni per chi, in assenza di risposte, ha dovuto attivarsi per garantire continuità di servizio.
Le tensioni di questi giorni mettono in luce una questione più ampia: il rapporto tra amministrazione comunale, attività economiche e tutela del centro storico. Gli operatori ricordano come “l’attrattività turistica di Gubbio passi anche per un’offerta ristorativa di qualità, con tavolini che animano le vie e accolgono visitatori e residenti”.
La situazione attuale rischia di trasformarsi in un boomerang politico ed economico. Se da un lato la Giunta Fiorucci aveva promesso un cambio di passo rispetto al passato, dall’altro le lentezze e i ritardi rischiano di compromettere la fiducia costruita con fatica durante la campagna elettorale.
Come sottolineano gli stessi operatori: “Non vogliamo privilegi o deroghe, chiediamo solo di poter lavorare come tutti gli anni, con regole chiare e tempi certi. Senza spazi esterni, l’estate è compromessa. E con essa il lavoro di decine di famiglie”.
La sfida ora è tutta politica: trovare un equilibrio tra esigenze di decoro urbano, sicurezza, vivibilità del centro storico e diritto al lavoro di chi, ogni giorno, contribuisce a mantenere viva l’economia di Gubbio.