La storia di Sofia Tresoldi, studentessa di Medicina di 23 anni di origini eugubine, ha catturato l’attenzione per il coraggio e la solidarietà dimostrati in una situazione di emergenza che ha colpito Valencia, dove si trovava per un programma Erasmus. Partita a settembre per un’esperienza accademica, Sofia si è ritrovata a spalare fango e a sostenere le persone in difficoltà dopo che la città spagnola è stata devastata da una violenta alluvione. La giovane è diventata uno dei tanti “angeli del fango” che hanno risposto con azioni concrete a una tragedia che nessuno poteva prevedere. La sua storia, raccontata dal collega Massimo Boccucci sul giornale locale Vivo Gubbio, è diventata un simbolo di speranza e di impegno.

Sofia Tresoldi è iscritta al quarto anno della facoltà di Medicina presso l’Università di Perugia e, come tanti giovani, ha deciso di vivere l’esperienza Erasmus per approfondire i suoi studi e conoscere una nuova cultura. Scelse la Spagna, e nello specifico Valencia, per trascorrere un periodo all’estero e perfezionare le sue competenze mediche. Ma il destino ha trasformato il suo soggiorno in qualcosa di molto diverso da quanto immaginato. Nella notte tra il 29 e il 30 ottobre, una violenta alluvione ha colpito la città, provocando devastazione e disperazione tra gli abitanti. Sofia si è subito messa in moto per aiutare, improvvisandosi soccorritrice, e ha iniziato a spalare il fango e a distribuire aiuti.

Sofia Tresoldi ha profonde radici a Gubbio dove vive con la nonna Mariangiola

“Non ci si aspetta di finire in una situazione del genere quando si parte per uno scambio di studi”, racconta Sofia sulle pagine di Vivo Gubbio. “Si va all’estero per crescere, imparare, e poi ci si trova in mezzo a una città distrutta, con persone che hanno perso tutto.” Queste parole, pronunciate con l’emozione di chi sta vivendo un’esperienza di grande intensità, risuonano come un richiamo alla responsabilità e alla solidarietà.

Sofia, che compirà 23 anni il prossimo 12 dicembre, ha radici profonde a Gubbio. La sua famiglia è originaria della Sardegna, dove è nata, ma ha un legame stretto con la città umbra. Suo padre, Emanuele, è stato calciatore del Gubbio, e sua madre Barbara lavora per una compagnia aerea in Germania, dove si è trasferita insieme al fratello Nicolò, calciatore dell’Hannover. Sofia, invece, ha scelto di restare a Gubbio, dove vive con la nonna Mariangiola. Da quando si è stabilita qui, nell’estate del 2004, la città è diventata parte integrante della sua identità, nonostante le sue esperienze di studio l’abbiano portata lontano.

Questa connessione tra la sua vita a Gubbio e l’esperienza attuale in Spagna ha un valore speciale per Sofia, che non ha mai immaginato di trovarsi in una situazione tanto difficile in una città splendida come Valencia, terza per grandezza in Spagna dopo Madrid e Barcellona. L’immagine di Valencia, da sempre associata alla bellezza della sua costa e all’atmosfera vibrante, si è improvvisamente trasformata in un luogo di sofferenza e disastro.

Di fronte ai danni dell’alluvione Sofia Tresoldi ha deciso di non restare a guardare e si è messa a spalare il fango

Sofia vive nella parte nord di Valencia e ha raccontato come l’alluvione abbia colpito soprattutto le periferie, dove in poco tempo il livello dell’acqua ha raggiunto altezze drammatiche. “Noi studenti stranieri che abitiamo in centro abbiamo appreso il giorno dopo ciò che era successo a pochi chilometri di distanza”, racconta Sofia. “È stato allucinante vedere come la gente si fosse trovata sommersa da due metri d’acqua in mezz’ora”. La città, solitamente vivace e accogliente, è stata ridotta a uno scenario di desolazione, con case sommerse, automobili trascinate via dalla corrente e strade impraticabili.

Di fronte ai danni dell’alluvione Sofia ha deciso di non restare a guardare e si è messa a spalare il fango

Di fronte a questa realtà, Sofia ha deciso di non restare a guardare. Si è unita a un gruppo di volontari e ha camminato per un’ora e mezza fino a raggiungere le zone più colpite. La mancanza di un’organizzazione ufficiale ha reso la situazione ancora più difficile, poiché chiunque arrivasse sul posto si trovava a improvvisare il proprio ruolo di aiuto. “Non c’è una vera organizzazione, chi arriva fa quello che può. E c’è bisogno di persone ovunque”, ha dichiarato Sofia, che insieme ad altri volontari ha cominciato a spalare il fango, a rimuovere detriti e a offrire conforto alle famiglie che avevano perso tutto.

Le università di Valencia, sia pubbliche sia private, si sono attivate per affrontare l’emergenza. Hanno organizzato raccolte di beni di prima necessità, tra cui cibo, vestiti, medicinali e prodotti per l’igiene, e hanno messo a disposizione i campus universitari per ospitare temporaneamente gli sfollati. Sofia racconta che i campus sono ora vuoti, poiché le strutture sono diventate punti di accoglienza per i senzatetto e in centri di raccolta di aiuti. Questa emergenza ha superato i confini della quotidianità, portando studenti, docenti e personale universitario a lavorare insieme per fornire sostegno a una popolazione in difficoltà.

Le prima corsie di un ospedale sono state per lei le strade allagate di Valencia

Per Sofia, che si è trovata a vivere il suo Erasmus in un contesto tanto drammatico, l’esperienza è stata inaspettata ma anche profondamente formativa. “Le prime corsie di un ospedale che ho conosciuto sono state le strade allagate di Valencia”, ha detto. Nonostante il contesto sia lontano dall’ambiente accademico e sanitario, Sofia ha saputo mettere a frutto la sua sensibilità e le competenze apprese nei primi anni di studi, trasformandosi in un aiuto prezioso per le persone colpite.

La storia di Sofia ha suscitato commozione e ammirazione a Gubbio, dove familiari e amici seguono la vicenda con apprensione e vicinanza. “Mille messaggi e videochiamate”, racconta Sofia. La giovane ha sentito l’affetto di una comunità che, pur trovandosi a chilometri di distanza, non ha mai smesso di farle sentire il proprio supporto. La sua esperienza ha acceso una luce sull’importanza della solidarietà e sull’impatto che ogni singola persona può avere in momenti di crisi.

Massimo Boccucci, giornalista di lunga esperienza, ha portato la storia di Sofia Tresoldi all’attenzione dei lettori di Vivo Gubbio, dando voce a un esempio di coraggio che incarna i valori di generosità e altruismo. Il racconto della giovane studentessa eugubina ha trovato eco anche in altre realtà, poiché rappresenta la testimonianza di una generazione pronta a dare il proprio contributo per il bene comune, indipendentemente dalle circostanze.