In occasione della giornata internazionale della donna la storica Società del Gotto ha organizzato un incontro dibattito dal tema : “Violenza mascile sulle donne, è solo una questione femminile ?”. L’evento si è tenuto preso la sede della Società del Gotto in Via Enrico dal Pozzo, Perugia. Con una notevole partecipazione di pubblico, grazie alla mediazione di Loredana Pesaresi (socia del Gotto e della Fondazione Nilde Iotti), sono intervenuti : Patrizia Mattei, Magistrato Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Perugia; Federico De Salvo, psicologo, coordinatore Sportello uomini maltrattanti associazione Margot di Perugia: Paolo Piazza Associazione Maschile Plurale di Perugia.
Lorena Pesaresi, esperta di politiche di genere, nel suo intervento di apertura, ha lanciato il segnale di voler dare l’opportunità di riflessione e contributo per far maturare la consapevolezza e il senso di responsabilità a tutti i soggetti, per affrontare il dramma sociale della violenza sulle donne e dei femminicidi che coinvolge e investe tutte le categorie senza distinzione di classe sociale. “Dall’inizio del 2024 sono già 9 i femminicidi in Italia – ha dichiarato Pesaresi – oltre 1500 le denunce di giovani ragazze per molestie sessuali negli atenei italiani; 118 le donne uccise nel 2023 (Dati ISTAT) di cui 96 in ambito familiare. Tutti indicatori che devono svegliare le coscienze e indurci a tenere alte le antenne”.
“ È un problema che va affrontato ogni giorno – ha sottolineato Pesaresi – e che non può riguardare solo chi la violenza la subisce ma deve tradursi in un impegno di tutti verso chi agisce violenza per costruire un patto di civile convivenza tra uomini e donne. Le parole di Gino Cecchettin che abbiamo voluto in qualche modo enfatizzare vanno proprio in questa unica direzione possibile per far emergere dall’omertà tante situazioni di violenza che quotidianamente portano alla morte di tante donne “.
8 Marzo : la violenza è solo una questione femminile?
Non serve la “castrazione chimica”, sottolinea la Pesaresi, ma azioni importanti nella prevenzione e recupero di uomini maltrattanti attraverso Centri di ascolto e i Centri di riabilitazione per uomini maltrattanti grazie anche alle risorse messe a disposizioni dallo Stato. Sono gli uomini a doversi interrogare su come mai altri uomini che sono nella vita persone normali e quasi sempre insospettabili, diventano capaci di produrre violenze inaudite sulle donne fino ad ucciderle.
Dalla discussione emerge quanto sia necessario intervenire sui comportamenti degli autori di violenza e non solo a posteriori, quando la violenza è compiuta. “Dobbiamo tutti interrogarci tutti sul perché il 40% circa degli uomini (dati ISTAT 2023) nega l’esistenza della violenza sessuale, – aggiunge nell’intervento la Pesaresi – come mai il 19,7% degli uomini (un uomo su cinque) pensa che “le donne possano provocare la violenza sessuale con il loro modo di vestire” e perché il 16% di giovani ritiene sia accettabile che “un uomo controlli abitualmente il cellulare o i social della propria compagna”.
8 Marzo e Società del Gotto, la violenza di genere nei luoghi familiari
Effettivamente questi dati rappresentano segnali che si riscontrano nel quotidiano: una diffusa cultura del possesso che deve essere sradicata. Se gli uomini per primi non fanno questa passaggio e non si assumono questa responsabilità le cose non potranno mai cambiare. Il pubblico intervenuto all sede del Gotto , insieme ai relatori, hanno animato la serata con i loro contributi rappresentando anche le proprie vicende personali, il bisogno di intervenire nella scuola e nella famiglia nei luoghi di lavoro e affermando come la violenza costituisca il vero fallimento di una società che tutti insieme dobbiamo curare.
Patrizia Mattei , Magistrata ha osservato e messo in evidenza che non sono sufficienti i Centri antiviolenza per le donne vittime di violenza e loro figli minori. Servono semmai anche misure specifiche contro il fenomeno. “Esprimere o sostenere opinioni contro la violenza – è stato affermato in maniera corale dai relatori – rimane una mera azione riduttiva se poi tutte le idee non diventano fatti concreti all’interno della famiglia sviluppando i valori della “genitorialità”, della relazione uomo- donna in primo luogo, e poi nella scuola, nei percorsi educativi e formativi mirati ad insegnare il valore del rispetto verso la persona, dell’altro/dell’altra, dell’affettività, della sessualità”.
Sono stati riportati anche i valori, in percentuali : circa il 10% ritiene che se una donna, dopo una festa, accetta un invito da un uomo e viene stuprata, sia anche lei colpevole. La dott.ssa Patrizia Mattei, Sostituta procuratrice della Rpubblica presso il Tribunale di Perugia, ha posto attenzione alle principali caratteristiche dei reati di violenza di genere e di violenza domestica, alla difficoltà della loro emersione, alla necessità di avere conoscenza tempestiva, in ogni modo possibile, della loro commissione (attraverso la denuncia della vittima anche orale, tramite segnalazioni dei vicini di casa, di un familiare, degli insegnanti e di qualunque persona che ne sia a conoscenza).
Oltre al valore e all’importanza dell’analisi e della ricostruzione della storia del soggetto maltrattante e della vittima, in vista di una corretta valutazione della situazione concreta e del rischio di recidiva. La Magistrata ha altresì evidenziatsottolineato le peculiarità delle indagini che riguardano i reati “da codice rosso” tra i quali figurano i maltrattamenti in famiglia e gli atti persecutori – e le principali novità introdotte dalle recenti Lg. 69/2019 e Lg. 168/2023, con le nuove misure a tutela delle vittime.
Senza dimenticare tuttavia , a seguito dell’intervento tempestivo a tutela della persona offesa, anche mediante il ricorso a possibili misure cautelari che siano giuste e adeguate al caso concreto, l’attenzione verso il presunto autore della violenza, che spesso con l’intervento dell’A.G., ha l’occasione di prendere coscienza della gravità dei propri comportamenti. Infine, l’attività degli operatori del settore, a tutti i livelli, non può fermarsi alla sola repressione, in quanto la prevenzione e la protezione di tutte le parti coinvolte sono indispensabili per affrontare insieme la complessità del fenomeno.
Federico De Salvo , Psicologo e Coordinatore dello Sportello uomini maltrattanti Associazione Margot Perugia riconosce quanto la violenza di genere è un problema puramente maschile. Oltre la fondamentale e insostituibile attività dei Centri Antiviolenza e delle case rifugio è necessario poter lavorare sull’uomo come possibile attività rieducativa di quegli stereotipi di genere strutturati nella nostra cultura.
Da alcuni dati Istat si può notare come il 49 % degli uomini considera la violenza di genere una scelta per la donna; il 40% afferma che una donna se vuole può sottrarsi ad un rapporto sessuale. È da questi dati che si deve partire. Educare per conoscere, educare per prevenire. Le attività dei centri per uomini maltrattanti tendono ad una rieducazione dell’ uomo nell’ ambito della violenza di genere. Non si parla di patologie psichiatriche, ma di esiti culturali.
Il lavoro svolto dall’associazione Margot di Perugia prevede uno sportello per uomini autori di violenza strutturato con diverse figure sanitarie che si occupano di percorsi personali e di gruppo per contrastare gli stereotipi di genere attraverso percorsi rieducativi. “Nel 2023 abbiamo avuto in carico circa 40 uomini e sono aumentati del 25% gli ingressi volontari” commenta Federico De Salvo “ questo è un dato fondamentale da un punto di vista educativo, dobbiamo partire da queste iniziative spontanee di ricerca di aiuto per promuovere la cultura di genere”.
Nell’intervento di Paolo Piazza, Presidente Associazione “Maschile Plurale” di Perugia, motiva la scelta del nome dell’Associazione: “ perché rifiutiamo l’eredità di una identità sessuale rigida, riferita a modelli di genere violenti, non solo nei confronti delle donne ma anche verso gli uomini”. Molti ambiti dell’esperienza maschile nelle relazioni e nel rapporto con sé stessi e con la sessualità sono infatti da sempre limitati e repressi.
Maschile Plurale, fa notare il presidente Piazza, significa quindi rivendicare la ricerca soggettiva di modelli di maschilità differenti da quelli che abbiamo ereditato e che vanno modificati. Il cambiamento, in qualsiasi ambito si realizzi, deve passare attraverso una maggiore consapevolezza e una riflessione critica, sia sulle culture di genere che sui modelli di relazione. Gli uomini sottovalutano l’importanza delle relazioni nella costruzione del sé, salvo poi accorgersene quando vengono lasciati dalle loro compagne. Solo a quel punto, vedono la propria identità disintegrarsi e non sono in grado di accettare il cambiamento.