Lo smartworking in Umbria, una volta considerato essenziale durante la pandemia, ora si ritira silenziosamente dal settore privato, con quasi 50.000 umbri che tornano in ufficio dopo lo stop al lavoro da remoto per genitori con figli minori e fragili. Questa decisione segna un passo indietro significativo nell’evoluzione del modo in cui lavoriamo.

No allo smartworking in Umbria: una perdita di opportunità

Michele Greco della Cgil Umbria sottolinea la perdita di un’opportunità preziosa per ridefinire il lavoro. Nonostante la sua prevalenza, lo smartworking ha dimostrato un aumento della produttività, con aziende come la Perugina-Nestlé che lo hanno mantenuto attraverso accordi interni. Questo dimostra che lo smart working non solo è possibile, ma può anche portare a risultati positivi per le imprese.

Angelo Manzotti, segretario generale della Cisl Umbria, insiste sul fatto che lo smartworking non deve essere abbandonato ma deve essere integrato nei contratti di lavoro nazionali come un’opportunità di crescita per lavoratori, imprese e comunità. Le potenziali conseguenze negative della fine dello smart working facilitato sono chiare: meno flessibilità per i lavoratori, riduzione dell’equilibrio tra vita professionale e personale e un impatto negativo sull’ambiente a causa di un aumento degli spostamenti.

Maurizio Molinari della Uil Umbria critica la fine dello smart working facilitato come una sfida mancata per l’Italia, sottolineando come questo passo indietro possa riflettere un uso eccessivo e poco regolamentato del sistema. Questo solleva domande sul perché l’Italia stia tornando alla normativa del 2017, ignorando le lezioni apprese durante la pandemia.

Benefici dello smartworking

I benefici economici e ambientali dello smartworking sono evidenti, con un risparmio medio di 10.000 euro per lavoratore e un impatto positivo sui rapporti umani e professionali. Inoltre, offre la possibilità di ridurre l’inquinamento atmosferico causato dagli spostamenti quotidiani verso e dal lavoro, contribuendo così alla sostenibilità ambientale.

Cosa cambia con le nuove regole

Dal primo aprile, è scaduta la proroga del diritto allo smart working nel settore privato per i genitori di figli minori di 14 anni e per i lavoratori fragili. Una decisione che segna un importante cambiamento nel modo in cui il lavoro da remoto è gestito dopo anni di pandemia.

Per i dipendenti pubblici, il diritto allo smart working si era già concluso il 31 dicembre scorso, portando tutti i lavoratori ad affrontare il ritorno in ufficio.

Nonostante la fine della proroga, resta sempre aperta la possibilità di concordare accordi individuali con i datori di lavoro. Lo smartworking non è più considerato un diritto del lavoratore, ma piuttosto una “modalità di esecuzione della prestazione”.

Durante l’emergenza Covid, molte aziende hanno regolato lo smart working attraverso contratti collettivi stipulati a livello aziendale. Questi accordi, se a tempo indeterminato, consentono alle imprese di apportare modifiche e proporre nuovi accordi di modifica al lavoratore.

La disciplina ordinaria del lavoro agile dà priorità a determinate categorie di lavoratori, come quelli con figli fino a 12 anni, con disabilità o anziani dai 55 anni in su. Tuttavia, se l’azienda non prevede lo smart working, anche i lavoratori che rientrano in queste categorie potrebbero non poterne beneficiare.

L’Umbria è la meta preferita per lo smartworking

Eppure, il Corriere dell’Umbria riportava lo scorso dicembre che la regione sta diventando la nuova destinazione privilegiata per i lavoratori stranieri che scelgono lo smart working. Sempre più cittadini provenienti da altri paesi optano per il noleggio di immobili.

Paola Berlenghini, delegata per il turismo immobiliare per Fiaip Umbria, aveva osservato questo fenomeno in crescita, sottolineando che, mentre in passato gli stranieri, soprattutto provenienti dagli Stati Uniti, preferivano acquistare immobili, ora preferiscono firmare contratti di locazione residenziale. Questo trend è in costante aumento, con una fetta sempre più grande di clienti che optano per questa soluzione.