Giuseppe Caforio, garante dei detenuti per l’Umbria, ha definito “gravissimo” l’episodio accaduto la sera di Capodanno nel carcere di Spoleto. La notte del 31 dicembre si è trasformata in un teatro di caos e violenza, evidenziando le criticità di un sistema penitenziario al limite.
A Spoleto, un detenuto ha scatenato un incendio nella sua cella, mettendo a rischio la vita di agenti e compagni. L’episodio, che ha coinvolto diversi feriti, ha portato alla chiusura della sezione interessata e al trasferimento dei detenuti in un’altra area.
Caforio, il racconto dell’incendio
Secondo Caforio, l’episodio si è verificato intorno alle 19:00 del 31 dicembre. “Un detenuto, appena ricevuta la terapia e durante la chiusura delle celle, ha avuto una reazione violentissima contro gli agenti”, ha dichiarato. L’uomo, utilizzando bombolette a gas per cucinare, le ha lanciate contro altri detenuti e contro gli agenti, provocando un incendio in una cella occupata da un nuovo arrivato con problemi psichiatrici.
“La situazione è veramente esplosiva e non c’è scappato il morto solo per la bravura degli agenti della Penitenziaria e per il senso di responsabilità che altri detenuti hanno mantenuto in un contesto estremamente difficile”, ha aggiunto Caforio. La polizia penitenziaria è intervenuta prontamente, riuscendo a domare le fiamme e a evitare il peggio, ma non senza conseguenze: sei agenti sono stati portati in ospedale con prognosi di vari giorni, mentre due detenuti sono stati ricoverati in osservazione. Altri agenti e detenuti hanno ricevuto cure presso la struttura sanitaria interna.
Una sezione chiusa e trasferimenti forzati
A seguito dell’incendio, la sezione colpita è stata dichiarata inagibile e completamente chiusa. I detenuti sono stati temporaneamente trasferiti in un’altra area, destinata solitamente ai corsi di formazione. Una soluzione che evidenzia le difficoltà di gestione logistica all’interno del carcere.
La denuncia del garante
Caforio ha espresso con forza il suo malessere rispetto alla situazione attuale. “Oramai si è stanchi anche di lanciare appelli. C’è uno scoramento complessivo di tutto il sistema carcerario e, malgrado gli appelli, vi è totale immobilismo”. Il garante ha richiamato le parole pronunciate dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel discorso di fine anno, ribadendo la necessità di azioni immediate per evitare il collasso del sistema.
“Se non si interviene immediatamente, la situazione potrebbe sfuggire di mano. Dopo, alla responsabilità politica si aggiungerà anche quella giuridica di chi, dovendo e potendo, nulla ha fatto”, ha avvertito Caforio. Ha inoltre sottolineato che “il sistema carcerario umbro è allo stremo delle forze e basta anche l’intemperanza di un solo detenuto per creare una situazione grave, al momento controllata solo con la grande professionalità degli agenti di polizia”.
Incidenti anche a Terni
Le tensioni non si sono limitate a Spoleto. Nel carcere di Terni, tre detenuti hanno devastato una sezione, danneggiando le telecamere e attaccando un poliziotto. Uno di loro, armato con un pezzo di vetro, ha minacciato un agente dopo aver causato ulteriori danni. Fabrizio Bonino, segretario regionale del Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe), ha descritto un quadro preoccupante.
“A Spoleto, un detenuto marocchino lavorante ha fatto esplodere una bomboletta messa sopra un fornellino all’ingresso della sezione transito: poi ha dato fuoco agli indumenti rendendo inagibili due celle”, ha spiegato Bonino. “Due poliziotti sono rimasti intossicati e sono stati dimessi stamattina, mentre è da rilevare l’intervento dei vigili del fuoco ieri sera intorno alle 21:30, oltre a tre ambulanze in via precauzionale”.
Riguardo a Terni, il segretario del Sappe ha aggiunto: “Tre detenuti marocchini della sezione G hanno devastato la sezione, rompendo anche le telecamere, preso a calci e pugni il poliziotto di servizio e cercato di entrare in infermeria. Non riuscendoci, uno di loro è sceso in sorveglianza generale, ha devastato il piano terra e, bloccato, ha minacciato un collega mettendogli un pezzo di vetro sotto al collo”.