La Cassa depositi e prestiti ha messo in campo oltre 5 miliardi di euro per dare nuova vita alle aree colpite dai terremoti del 2016. La Struttura commissariale rivela che ha erogato più della metà di questa cifra, circa 2,7 miliardi di euro. solo nel 2023. Lo scorso anno ci si è trovati davanti a un’accelerazione culminata nel record di 168,5 milioni raggiunto a ottobre.

5 miliardi investiti, l’ottavo anniversario del terremoto del 30 ottobre

L’ottavo anniversario della grande scossa del 30 ottobre 2016 non è solo una commemorazione ma un promemoria della catastrofe che ha colpito il Centro Italia. Alle 7:40 di quella domenica, la terra tremò con una violenza che distrusse la Basilica di San Benedetto a Norcia. Il terremoto ridusse interi paesi a cumuli di macerie, lasciando segni indelebili nei borghi umbri, marchigiani, abruzzesi e laziali. “Quella mattina crollò la Basilica di Norcia e vennero polverizzati interi paesi dell’entroterra umbro e marchigiano”. Questo è quello che ricorda il commissario Guido Castelli, dando voce alla memoria di una tragedia che ha stravolto il territorio.

Nonostante il carico emotivo dell’anniversario, oggi si parla anche di risultati. I recenti interventi, come l’inaugurazione dei municipi di San Severino e Matelica e il completamento della caserma dei carabinieri di Pieve Torina, mostrano segni concreti di progresso. Nella Cabina sisma, Castelli ha parlato di nuove ordinanze per affinare gli strumenti normativi e finanziari a disposizione dei comuni colpiti. Tra le priorità figurano situazioni delicate come Pieve Torina e le frazioni di Arquata del Tronto, aree dove la ricostruzione è stata più ardua.

20 mila cantieri per la ricostruzione privata

Dopo anni di attesa, la ricostruzione privata ha finalmente preso il via. Gli Uffici speciali per la ricostruzione hanno autorizzato più di 20 mila cantieri e hanno già completato oltre 11 mila di questi. La Struttura commissariale evidenzia come la ricostruzione pubblica, storicamente più difficile da avviare, stia ora procedendo con il 95% degli interventi autorizzati e 4,2 miliardi di euro stanziati per oltre 3.500 progetti. In Umbria, gli Uffici hanno autorizzato 3.348 cantieri privati, completandone quasi 2.000 e permettendo così alle famiglie e alle imprese di riprendere una vita che, fino a pochi anni fa, sembrava perduta.

La ricostruzione è un processo complesso e frammentato. Le richieste di contributo presentate fino ad oggi hanno raggiunto quasi quota 5 mila, con una netta prevalenza di domande per danni lievi, che riguardano soprattutto abitazioni e strutture meno compromesse. Tuttavia, una parte rilevante delle richieste riguarda i danni gravi, che hanno coinvolto edifici distrutti o gravemente lesionati e che richiedono interventi strutturali complessi e costosi.

Gli Uffici competenti hanno già dato il via libera al 91% delle pratiche per la cosiddetta ricostruzione leggera, dimostrando un ritmo efficace e costante nell’approvazione delle domande. D’altro canto, la ricostruzione pesante, che implica interventi più profondi e impegnativi, ha ottenuto finora l’approvazione per l’80% delle istanze presentate, confermando l’importanza di gestire con attenzione e determinazione anche i casi più complessi.

Ricostruzione pubblica in Umbria: opere e finanziamenti

La ricostruzione pubblica in Umbria ha visto la partenza di 432 interventi finanziati per un totale di 707 milioni di euro. Tra questi, oltre 445 milioni sono stati destinati a 140 interventi specifici attraverso ordinanze speciali. Le risorse sono state distribuite per dare priorità alle scuole, alle infrastrutture, all’edilizia residenziale pubblica e alle opere di stabilizzazione del territorio. Oltre a questi, 205 interventi riguardano il patrimonio culturale, con un budget di 150,8 milioni di euro, e sono stati affidati alle Diocesi e agli Enti ecclesiastici.

Assistenza alle famiglie: il ritorno alla normalità

Nel 2016, il Contributo di autonoma sistemazione (sigla Cas) supportava 2.352 nuclei familiari in Umbria, per un totale di 5.527 persone. Oggi, però, questi numeri sono drasticamente diminuiti: attualmente 816 nuclei, pari a 1.369 persone, sono ancora assistiti, il che indica che oltre 4.000 persone sono riuscite a rientrare nelle proprie abitazioni. Questo dato è sintomo di una lenta ma costante ricostruzione della normalità, sebbene il percorso resti ancora lungo per alcune comunità.