Ha riguadagnato tutto il suo originario splendore, lo storico e maestoso sipario del Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti di Spoleto. Uno straordinario intervento da 130mila euro reso possibile grazie alla donazione tramite l’Art Bonus, da parte della società AgriEuro srl e al cofinanziamento del Comune di Spoleto. A realizzare il restauro, che è adesso sta volgendo al termine, è stata la Coo.Be.C. Cooperativa Beni Culturali Società Cooperativa.

Il sipario del Menotti presto tornerà sotto ai riflettori: un restauro di pregio

Il Teatro Nuovo di Spoleto è intitolato dal 2010 a Gian Carlo Menotti, il maestro librettista e compositore, fondatore del Festival dei Due Mondi che ne è stato direttore fino alla sua morte avvenuta nel 2007. Con una capienza di circa 800 posti, è anche il teatro all’italiana più grande dell’Umbria. Inaugurato nel 1864 è dotato di una acustica eccezionale.

Il sipario fu completato nel 1861 ed è opera di Francesco Coghetti. Si tratta di una preziosa tela dipinta dalle dimensioni imponenti: 11,90 metri in altezza per 13,92 metri in larghezza. Il soggetto raffigurato è la scena storica di Annibale sconfitto sotto le mura di Spoleto. Un’allegoria che ripropone le storie gloriose della città e testimonianza di come Spoleto abbia partecipato alle rappresentazioni tipiche diffuse nell’iconografia celebrativa dell’Unità d’Italia che qui trovano uno splendido esempio.

Il restauro del sipario era partito nel mese di febbraio 2024 ed è ora nella fase conclusiva che prevede, nelle prossime settimane, il posizionamento degli stangoni per l’alzata e il successivo ricollocamento al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti. Diverse le fasi che si sono susseguite nell’intervento. Dalla pulitura e ristabilimento della pellicola pittorica alle operazioni conservative, fino alla reintegrazione pittorica. I lavori oltre all’opera pittorica, hanno riguardato anche il recupero del sistema di movimentazione del sipario, con il rialloggiamento degli stangoni ed il ricollocamento degli anelli originali.

Un sipario fermo da oltre vent’anni che finalmente rivedrà la luce

Il sipario non era stato interessato dai precedenti interventi di restauro del Teatro, conclusi nel 2007. Era ormai fermo da oltre vent’anni, rischiando di deteriorarsi seriamente. Nei giorni scorsi l’amministratore delegato di AgriEuro srl, Filippo Settimi, insieme ai consiglieri Alessia e Alessandra Settimi, hanno incontrato la squadra di restauratori della Coo.Be.C Cooperativa Beni Culturali Società Cooperativa, e di vedere in anteprima i risultati di questo pregevole intervento.

Siamo sinceramente grati a tutta la squadra di AgriEuro che ogni giorno contribuisce alla crescita dell’azienda e che ha reso possibile, con il suo prezioso lavoro, questa donazione – ha detto Filippo Settimi, CEO di AgriEuro srl -. I risultati dell’accurato intervento di restauro sono stati straordinari, superando le nostre aspettative; non vediamo l’ora di poter condividere con la città uno dei Sipari più belli d’Italia, tornato ora al suo antico splendore. Questo gesto rappresenta per noi un atto di amore verso il nostro territorio e la città di Spoleto. Siamo profondamente orgogliosi di poter lasciare un segno che rimarrà nel tempo, un bene storico-artistico patrimonio per le generazioni future.”

Grande l’entusiasmo anche da parte dell’amministrazione comunale spoletina. In particolare, il sindaco Andra Sisti, ha rimarcato la fruttuosa sinergia creatasi fra l’azienda AgriEuro e il Comune. “Si tratta di un lavoro di recupero molto importante, che restituisce alla città un bene culturale che fa parte del patrimonio artistico e storico di Spoleto”.

Il primo cittadino ha quindi aggiunto che entro la fine dell’anno il sipario storico dovrebbe tornare al suo posto originario. “Non va comunque dimenticato – ha concluso Sisti – che questo intervento di restauro è stato possibile grazie alla sinergia tra pubblico e privato, con la società AgriEuro srl che ha dimostrato una sensibilità ed una disponibilità veramente meritoria. Da parte nostra continueremo a lavorare per incentivare l’uso dell’Art Bonus”.