Pressioni commerciali e desertificazione bancaria i temi al centro della tavola rotonda organizzata all’interno dell’Esecutivo Nazionale Uilca, che ha portato a un accordo sul tema tra sindacato e imprese.
All’evento hanno preso parte, tra gli altri la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei. E poi il presidente Confartigianato Imprese Terni Mauro Franceschini e il segretario generale Uil Umbria Maurizio Molinari. E, infine, il segretario generale Uilca Fulvio Furlan. Il massimo organismo politico dell’organizzazione sindacale per la prima volta si è svolto a Perugia.
Al centro del dibattito, come detto, i dati della desrtificazione bancaria, che Tag24 Umbria aveva già analizzato in aprile in un’inchiesta, dedicata proprio ai dati Uilca.
I dati della desertificazione bancaria
In Umbria, dal 2018 al 2023, gli sportelli bancari sono diminuiti del 23,7% (-102), passando da 431 a 329.
I comuni serviti da banche sono diminuiti del 19,2% (-15), passando da 78 a 63.
Nel 2023, sono 44.652 gli abitanti senza sportello bancario, pari al 5,2%, di questi 15.671 sono over 60.
Sindacato e imprese chiedono aiuto alle istituzioni per evitare la desertificazione bancaria
“Le pressioni commerciali riguardano i bancari e le aziende del credito. Ma anche istituzioni politiche e società civile. Per questo come Uilca siamo convinti, oggi più che mai, che sia fondamentale recuperare un ruolo sociale delle aziende”, ricorda il segretario generale Uilca Fulvio Furlan.
“Il dibattito di oggi è un esempio della strada che abbiamo intrapreso, quella di un confronto più ampio che coinvolga le parti sociali interessate. Con questa stessa logica portiamo avanti la battaglia contro la desertificazione bancaria, con la campagna Chiusura filiali? No, grazie. E che ora ha dato vita a un tavolo di lavoro al Cnel sul tema, grazie al supporto del presidente Renato Brunetta”.
Appoggio alla battaglia è arrivato dalle imprese, con Mauro Franceschini di Confartigianato che ha sottolineato il ruolo sociale del credito. E la necessità di un intervento delle istituzioni per mantenere il contatto tra banche, cittadini e attività economiche.
“Come imprese siamo molto preoccupati per la chiusura degli sportelli bancari – ha sostenuto -. Soprattutto perché quando una banca chiude viene meno il rapporto umano con l’istituto di credito, che non può essere sostituito dalla tecnologia. Un algoritmo non può fare tutte le valutazioni necessarie e corrette sullo stato di salute di un’impresa”.
Il ruolo della Regione Umbria nell’analisi della governatrice Tesei: difendere il ruolo delle banche di territorio
“L’Umbria è una regione dalla conformazione particolare – ha spiegato la governatrice Tesei – E, proprio in virtù di ciò, il tema dei servizi è fondamentale. La desertificazione bancaria sottolineata da sindacato e imprese è un fenomeno nazionale, con ripercussioni locali. Quello che può fare la politica è mettere in campo azioni che possano prevenire questa tendenza. Ci troviamo, troppo spesso, a far fronte ai piani industriali delle grandi banche che non considerano l’aspetto sociale dell’istituto di credito. Per questo, tra le azioni della politica, c’è e deve esserci una profonda difesa delle banche locali e di quegli istituti che si appoggiano sul territorio”.
Da parte della Uil è stata evidenziata la necessità che da parte del sistema bancario, si continui a presidiare il territorio. Che è stato prima abbandonato dalle banche locali ed oggi è interessato dalla chiusura degli sportelli bancari in molti comuni. Una tendenza che ha addirittura subito un’accelerazione nel corso degli ultimi mesi. A seguito della messa a terra delle previsioni dei piani industriali dei maggiori istituti di credito.
“Il problema della chiusura delle banche diventa un problema sociale vero. Il cittadino vuole parlare con il bancario. Il problema sociale è anche in termini di socialità. Con l’assenza di un servizio essenziale come quello delle banche – ha osservato il segretario generale Uil Umbria, Maurizio Molinari – si compromettono aspetti rilevanti, soprattutto per le persone più anziane. I dipendenti delle banche non sono numeri. Dobbiamo interpretare e reggere un cambiamento sociale alla luce delle nuove tecnologie, che non cambiano però l’importanza sociale degli istituti di credito”.
Dalla Uilca la richiesta di far ripartire il tavolo regionale sul credito inattivo da troppi anni
La campagna nazionale “Chiusura filiali? No grazie”, che ha interessato anche l’Umbria, ha tentato di promuovere una riflessione. Che ha coinvolto sulla desertificazione bancaria sindacato, istituzioni e imprese. Realizzando l’impegno per una ripartenza del tavolo regionale del credito, purtroppo inattivo da anni.
Per Luciano Marini, segretario regionale Uilca Umbria, “le banche devono recuperare il ruolo sociale e presidiare il territorio. Sia in termini di sostegno per le comunità e per le imprese sia per garantire la regolarità dell’accesso al contante”.
Affrontato anche il tema del benessere lavorativo delle lavoratrici e dei lavoratori operanti nelle aziende del settore finanziario. Dalle banche alle assicurazioni, passando per esattorie ed authority. Spesso – è stato spiegato – questo benessere è minato dalle pressioni alla vendita. Che investono in particolare gli addetti agli ambiti commerciali. E poi dai provvedimenti disciplinari contro il personale, con l’aumento esponenziale dei casi che si registrano nel territorio regionale. E, infine, dalle ricadute indotte dalle incessanti revisioni dei modelli organizzativi interni, che rischiano di produrre effetti in termini di mobilità professionale e geografica in diverse realtà aziendali.
“La Uilca – ha concluso il dibattito il sindacato umbro – ritiene che la ritrovata redditività del settore sia la condizione che può favorire anche il perseguimento di politiche del credito meno restrittive nei confronti delle esigenze del territorio. Oltre ai rinnovi contrattuali in tutti gli ambiti di competenza, come già positivamente sperimentato nel settore ABI“