Nella sala del Consiglio regionale dell’Umbria, la consigliera regionale del Partito Democratico, Simona Meloni, ha aperto un dibattito sulla transizione digitale e il suo impatto sull’ambiente. Durante la seduta ha sollevato perplessità riguardo alle nuove antenne per le telecomunicazioni.

Simona Meloni sulla transizione digitale

Meloni ha sottolineato come l’Umbria, regione dal patrimonio naturale inestimabile, debba affrontare con cautela l’introduzione di infrastrutture digitali che potrebbero avere ripercussioni negative sull’ambiente circostante. 

“La transizione digitale crediamo tutti che è il futuro e sappiamo bene quanto sia importante l’innovazione, sia per la nostra Umbria, sia per i cittadini sia per le imprese. Dobbiamo però sempre tenere insieme la transizione digitale con la transizione ecologica. Molte aree del nostro territorio rappresentano mete ambite dal turismo lento e spesso l’installazione di queste antenne alte anche 30 metri determinano un forte impatto ambientale compromettendo spesso anche il bene paesaggistico dei territori”.

Uno dei punti critici sollevati durante l’interrogazione riguarda le modifiche legislative che hanno semplificato le procedure per l’installazione di impianti radioelettrici. Meloni ha evidenziato come tali modifiche abbiano reso facoltativa l’adozione di regolamenti comunali da parte dei singoli Comuni. In questo modo si è creato un vuoto normativo che potrebbe compromettere la pianificazione territoriale. 

“In Umbria esisteva una legge, quella del 23 dicembre del 2013, che dettava delle norme in materia di infrastrutture per le telecomunicazioni affidando ai singoli Comuni l’adozione di un regolamento per l’installazione degli impianti radioelettrici (…). La Regione Umbria, il 12 maggio del 2021, ha preadottato delle modifiche e ha fatto delle integrazioni a questa legge. La modifica ha previsto, tra le altre cose, l’eliminazione del precedente obbligo per i Comuni di adottare regolamenti comunali per l’installazione degli impianti radioelettrici rendendoli facoltativi“.

Ha poi aggiunto: “Tutto questo sta rendendo importante il tema della liberalizzazione, tanto che se andiamo a prendere il piano delle richieste da parte di alcune aziende molto importanti di telecomunicazioni vediamo che sono aumentate sia le richieste rispetto a nuovi impianti sia le modifiche rispetto agli impianti esistenti. Tutto questo ci deve far riflettere su cosa è l’Umbria, su quale è lo sviluppo che vogliamo”.

La consigliera ha anche sollecitato la necessità di una maggiore trasparenza riguardo al numero di impianti sviluppati nei dieci anni precedenti alle modifiche legislative. Inoltre, ha chiesto se siano stati previsti organismi di vigilanza e se sia stata pianificata una stretta collaborazione con le autorità locali.

L’assessore Michele Fioroni: “Semplificazione normativa non vuol dire liberalizzazione selvaggia”

La risposta dell’assessore regionale Michele Fioroni ha sottolineato l’importanza della trasformazione digitale per ridurre il divario digitale e favorire lo sviluppo economico della regione. Fioroni ha assicurato che la semplificazione normativa non implica una liberalizzazione selvaggia, ma piuttosto una stretta osservanza dei vincoli paesaggistici e ambientali:

“L’Italia ha accumulato un ritardo cronico su tutto il tema della digitalizzazione. La riforma era indispensabile perché di fatto con le condizioni normative che c’erano a quel tempo sarebbe stato impossibile effettuare qualsiasi livello di sperimentazione sul 5G in Umbria, mettendoci in una condizione di digital divide allucinante. (…) Spetta ai comuni concedere le autorizzazioni e spetta anche alle sovrintendenze, quindi l’aspetto paesaggistico è sempre sottoposto a vincolo e tutela. Il primo elemento fondamentale è anche quello della salute, che viene garantita sempre. Semplificazione normativa non vuol dire liberalizzazione selvaggia”.

La semplificazione normativa, a detta dell’assessore, è un passo necessario per favorire l’innovazione e l’accesso alle nuove tecnologie, ma è cruciale che questo processo avvenga nel rispetto dell’ambiente e della salute pubblica.

La garanzia della tutela paesaggistica e della sicurezza sanitaria deve essere prioritaria in qualsiasi decisione riguardante l’installazione di infrastrutture digitali. La semplificazione normativa è un mezzo per facilitare lo sviluppo, ma deve essere accompagnata da misure rigorose di controllo e monitoraggio per garantire una crescita sostenibile e inclusiva.