Simona Meloni e il “salario minimo” ;  così la capogruppo del Pd in consiglio regionale Simona Meloni annuncia di aver chiesto  ai Comuni del territorio di approvare la stessa mozione, come un gesto di civiltà .  “Con meno di 9 euro l’ora non è lavoro, è schiavitù. Per questo qualche settimana fa ho depositato una mozione che chiede l’istituzione di un salario minimo di nove euro l’ora per i contratti di appalto, servizi e forniture nelle concessioni della Regione”.  

Simona Meloni: la mozione già fatta in altre regioni d’Italia

Dopo un confronto con il sindaco Nardella, la Meloni ha redatto una mozione per proporre che il salario minimo possa divenire un requisito per gli appalti inerenti la Regione, sulla scorta di quanto già fatto a Firenze e in altre Regioni d’Italia.  “ La mozione propone che la Regione, come ente appaltatore – spiega Meloni – richieda tutele più solide per i lavoratori coinvolti nelle gare d’appalto, conformemente alla direttiva comunitaria UE 2022/2041 del 19 ottobre 2022, al fine di prevenire incidenti sul lavoro e garantire diritti e una retribuzione minima di nove euro l’ora. Questo impegno mira a migliorare le condizioni lavorative e ad applicare l’articolo 1 della Costituzione italiana.

Simona Meloni “Mozione in Regione e in tutti i Comuni dell’Umbria”

La meloni poi sottolinea : “la mozione prevede anche incontri tra la Regione e le organizzazioni sindacali per discutere su come garantire che tutti i contratti in essere prevedano una retribuzione minima di nove euro l’ora per i lavoratori nell’Amministrazione regionale. Ritengo indispensabile rafforzare l’importanza della contrattazione collettiva di settore e dare nuovo impulso alle misure di tutela dei lavoratori e della loro retribuzione, in particolare negli appalti pubblici.

In effetti il comune di Firenze è stato il primo ad aver introdotto il principio del salario minimo di 9 euro l’ora come criterio obbligatorio per qualunque tipo di appalto di opere o servizi, e numerosi altri comuni italiani stanno andando in questa direzione. Anche il Consiglio regionale del Lazio ha approvato, nei giorni scorsi, all’unanimità una mozione con la quale si prevede il salario minimo di nove euro l’ora nei contratti di appalto di lavori, servizi e forniture e nelle concessioni regionali. “ Le Regioni sono stazioni appaltanti: garantire, a partire dalla propria sfera di competenza, le condizioni in grado di eliminare ogni possibilità di sfruttamento e di povertà salariale è un dovere – e aggiunge – ho invitato però a fare la stessa cosa tutti i capigruppo del Pd dell’Umbria, per fare insieme questa battaglia di civiltà e modernità”.