01 May, 2025 - 08:00

Silvia Piconi con la mostra 'Segni di memoria'. Al Caos di Terni un percorso fra arte, performance e archeologia industriale

Silvia Piconi con la mostra 'Segni di memoria'. Al Caos di Terni un percorso fra arte, performance e archeologia industriale

Si intitola 'Segni di Memoria' la personale dell'artista ternana Silvia Piconi che inaugurerà sabato 10 maggio al Caos di Terni. Un percorso tra arte e performance che indaga le trasformazioni dei siti di archeologia industriale attraverso l'espressione artistica e corporea.

Piconi in questo progetto ha utilizzato la pratica artistica come mezzo di dialogo con la memoria storica dei siti industriali abbandonati, evocando le tracce del passato con performance che fondono grafica, simboli e movimenti corporei. La ricerca è attraversata dall'ipnosi, tecnica che l’artista ha trasposto dalla sfera clinica a quella artistica, utilizzata qui come strumento per superare i confini della percezione e attingere alla profondità dell’inconscio collettivo e personale. In esclusiva per Tag24 Umbria abbiamo incontrato Silvia Piconi che ci ha raccontato di come è nato questo progetto e come si svilupperà.

Una nuova narrazione dei siti di archeologia industriale

"L'intuizione è partita nel 2020, durante il Covid mi appoggiavo da una mia amica che vive a Roma, al quartiere Ostiense - ricorda l'artista -. Di fronte alla finestra della mia camera c'era il Gazometro. Ho sempre vissuto all'ombra delle acciaierie di Terni e trovavo affascinanti questi colossi di ferro: al di là delle funzione li considero vere e proprie sculture. Il tempo l'ha dimostrato perché nonostante molti impianti industriali siano poi stati dismessi, continuano a resistere contro il tempo, contro le intemperie. Per me però questi siti erano svuotati di un significato apparente, così ho iniziato a ricostruire la loro storia attraverso l'arte e la ricerca artistica.

In questo progetto ho messo a disposizione il mio corpo che entrando nei siti industriali va in autoipnosi, uno stato di profondo rilassamento e concentrazione, rivolti verso l'interno: è come se il mondo intero svanisse mentre i sensi si amplificano. Così, durante l'ipnosi, resto in ascolto dei residui di energia dei luoghi e in base alle sensazioni che percepisco, il mio corpo inizia a muoversi. Da queste movenze emergono delle forme corporee, delle linee forza che sono in stretta simbiosi con quel pezzo con cui sto interagendo. Da corpo, pelle e materia estrapolo dei segni simbolo con cui costruisco un alfabeto grafico-artistico e una nuova narrazione di questi luoghi attraverso l'arte. Ormai sono quattro anni che realizzo le azioni perfomartive nei siti di archeologia industriale. Sono partita nel 2021 con i vari sopralluoghi che sono sempre impegnativi considerando la mole di autorizzazioni che vanno richieste".

Quali siti hai toccato con questo progetto?

"Tredici finora, me ne mancano due che sono l'Italsider di Napoli e il porto di Marghera. Il progetto si chiuderà con questi quindici siti e poi ci saranno degli sviluppi ulteriori. L'Italia è costellata di spazi industriali ma era importante avere un limite, almeno rispetto a questa prima fase, per iniziare a dare corpo a tutto il materiale attraverso le mostre".

L'arte come ricomposizione dell'unità

Alla mostra al Caos che cosa vederemo?

"Ci saranno dieci stampe fotografiche arricchite dalla materia, il ferro in questo caso, che restituisce i segni-simbolo. Inoltre, ci saranno altri 21 pezzi che rappresentano gli stabilimenti di Penna Rossa a Papigno e dell'Elettrocarbonium di Narni oltre al Gazometro di Palermo".

Ci parli meglio del tuo approccio con l'arte e del tuo metodo di indagine?

"Fin da piccola ho sempre praticato discipline sportive, come danza, capoeira e pole dance, per me l'aspetto corporeo è sempre stato fondamentale per l'espressione. Sono laureata in psicologia e specializzata in psicoterapia, pnl, mdr e ipnosi e, diventando accademica, ero però andata in sofferenza: mi mancava la parte espressiva che avevo sempre coltivato. Dagli studi sulla realtà quantica, non in termini matematici, mi sono interessata del discorso delle energie, delle movenze e dell'ipnosi, tutti aspetti che ho unito attraverso l'arte. Ho integrato così le mie frammentazioni poliedriche interne".

La curatrice Olga Strada sulla ricerca di Silvia Piconi

La curatela della mostra al Caos è affidata a Olga Strada che ha spiegato in cosa consiste la ricerca artistica di Silvia Piconi. "Nel progetto artistico ospitato negli spazi del Centro Arti Opificio di Siri, l’attenzione dell’artista si sofferma su tredici architetture (numero destinato ad ampliarsi, data l’interesse che l’originale idea dell’artista ternana sta riscontrando) facenti parte della famiglia storico-architettonica dell’archeologia industriale. Da scienza che studia l’origine della civiltà automatizzata e delle strutture da quest’ultima derivate, tale categoria si è arricchita di valenze ulteriori, ed è in tale contesto che va letto il progetto di Silvia Piconi.

Le strutture architettoniche individuate in giro per l’Italia, non dissimili da scheletri di esseri fantastici, rimandano alla fascinazione che delle rovine romane ebbe Piranesi, la cui estetica della decadenza amplificò l’interesse verso le maestose vestigia dell’antichità. In un certo senso è come se i mastodonti di ferro e calcestruzzo, oggetto dell’indagine dell’artista si ricongiungessero nuovamente, un linguaggio visivo che esplora i legami tra corpo, memoria e territorio".

L'appuntamento con l'opening di 'Segni di memoria' è per il 10 maggio 2025 alle 18.00. La presentazione vedrà Michela Bordoni, assessora alla Cultura, Chiara Ronchini, coordinatrice del Caos e la curatrice Olga Strada. Alle 18.30 performance dell’artista, accompagnata al violino da Gustavo Gasperini.

L'evento è realizzato con il contributo di: FIDAPA, BPW ITALY, Sangraf International, Siralab, Ditta Piconi Evidio, Fucine Umbre, Vetro Latino, Assicurazioni Generali, Marchetti Vini Umbria. Coop. Le Machine Celibi, Caos Museum. La mostra sarà aperta e visitabile fino al 17 agosto 2025.

I siti di archeologia industriale coinvolti

Il progetto 'Segni di Memoria' si è sviluppato attraverso l’arte performativa, in iconici siti di archeologia industriale in stato di abbandono quali: La Vela di Calatrava (Roma), il vecchio mulino della Cervelletta, il Gazometro (Roma), il Bilancione (Fiumicino), l’Ex Fabbrica di Penicillina LEO (Roma), l’Ex fabbrica Miralanza (Roma), l’Ex oleificio (Roma), il Parco del Labaro (Roma), i Pilastri del ponte Bailey (Roma), l’Ex Fabbrica idroelettrica Penna Rossa (Papigno), l’Elettrocarbonium ex- fabbrica siderurgica (Narni) e la AMG Energia (Palermo).

Il progetto, come anticipato, troverà la sua conclusione presso l’Italsider di Napoli e al Porto di Marghera, a Venezia. L’obiettivo della mostra è sensibilizzare il pubblico alla bellezza intrinseca e all’energia che continua a vivere in questi luoghi dimenticati, trasformandoli in spazi contemporanei capaci di accogliere nuove forme di espressione artistica.

Nota biografica. Silvia Piconi è un’artista contemporanea il cui lavoro nasce dall’intreccio tra arte performativa, psicologia e realtà quantica. Laureata in psicologia e specializzata in psicoterapia, ha esteso la sua ricerca attraverso la pratica dell’ipnosi, utilizzata come strumento creativo per esplorare la memoria contestuale, collettiva e personale. Le sue opere, che combinano movimento corporeo e installazioni visive, hanno dato vita a performance in siti industriali abbandonati e luoghi dal forte impatto simbolico.

L’approccio di Silvia Piconi mira a rendere tangibile l’invisibile, indagando le tracce del passato e la loro risonanza nel presente, con uno sguardo attento alla trasformazione e alla rigenerazione degli spazi urbani e naturali. Questa sua personale modalità di lavoro le permette di dare a un ”pensiero concreto”, la forma di un “pensiero astratto”, così, nel suo lavoro la mente inizia ad avere una sua personalità e a mostrare un
suo specifico carattere.

L’artista ha iniziato questo suo percorso già nel 2017 dialogando con il suo corpo con alcune delle sculture ospitate nell’affascinante “Parco della Serpara” a Civitella d’Agliano, voluto e abitato dallo scultore svizzero Paul Wiedmer. In seguito, nel 2018, è intervenuta al Parco delle sculture di “Aurelio De Felice” sito a Torreorsina (TR) e con alcune di quelle che segnano il tessuto urbano della città di Terni. Nel 2019, l’artista ebbe il coraggio di affrontare, rievocare e rielaborare i vissuti di una terra profondamente ferita e segnata dal terremoto, la Piana di Castelluccio di Norcia in Umbria a 1452 metri di altitudine, in una performance realizzata in pieno inverno, dentro la neve, senza protezione, a una temperatura sotto lo Zero. Tra le diverse performance: la residenza d’artista e il lavoro proposto sulle interazioni sociali realizzatosi nel 2019 all’interno del museo di arte contemporanea il “MACRO” di Roma. Tra il 2022 e il 2024, ricordiamo alcune delle azioni estetiche tra cui “Azioni”, alla Rocca Albornoz di Narni, “Racconti del 21 Secolo”, Palazzo Vignola, Todi e “L’Impeto della Fralezza”, Gualdo Cattaneo.

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Sara Costanzi
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