E’ disperata Ahmed Lobna, mamma di Elanain Sharif, il 44enne italo egiziano (residente a Terni) ex attore porno, noto come Sheri Taliani, attualmente detenuto in un carcere nei pressi di Alessandria d’Egitto con l’accusa di aver pubblicato dei video hot sul web. La donna intanto avrebbe inviato un vocale in Italia al suo legale, in cui si dice molto preoccupata, facendo sapere che il figlio non sarebbe nemmeno in ottime condizioni fisiche anche a causa di tre operazioni alla schiena, l’ultima delle quali un mese fa.

“Sono molto preoccupata -ha detto la donna nell’audio- perché mio figlio sta male. Aiutatemi, lui ha bisogno di me e io di lui. Non so cosa fare. E’ stato messo in carcere appena siamo arrivati in aeroporto. Non posso sapere come sta, perché non riesco a parlarci e sono molto preoccupata”.

Le parole del legale della mamma di Sharif

Il legale della madre di Sharif, Alessandro Russo parla di “una donna semplice che ha visto il figlio incarcerato all’aeroporto” e che “non ha notizie del figlio se non frammentarie e soprattutto non sono chiari i motivi per i quali è detenuto” -ha spiegato all’Ansa Russo-. “Sto cercando di capire cosa è successo e cosa succederà dal punto di vista della procedura”.

“Non ho ancora una contestazione scritta -ha proseguito- relativa ai motivi per i quali è stato fermato e poi arrestato in aeroporto. Sembrerebbe che la detenzione sia legata a qualcosa tipo incitamento all’immoralità e io la ricollego alla sua attività di attore pornografico che per altro mi risulta avesse cessato da tre o quattro anni”.

Il giorno in cui è stato bloccato la madre ha incontrato un paio di volte il figlio. “La prima -ha detto il legale- il giorno dopo a quello in cui era stato preso in consegna dalle autorità, in carcere al Cairo e poi dopo cinque o sei giorni trasferito dove è ora e l’ha visto l’altro giorno sempre per un paio di minuti. La vicenda è seguita con attenzione dal ministero degli Esteri e I contatti con la Farnesina -ha sottolineato Russo- sono continui”.

Farnesina e ambasciata: al momento qualche parola e poco altro

E’ una vicenda triste e paradossale quella di Elainan Sharif. Un fatto che non può di certo passare inosservato, con i silenzi delle autorità egiziane evocano tragici parallelismi con il caso di Giulio Regeni e Patrick Zaki. L’ambasciata italiana al Cairo e la Farnesina dichiarano di seguire la vicenda con “massima attenzione”. Un’espressione che, a chi aspetta risposte concrete, suona vuota. La richiesta per una visita consolare è stata inoltrata, ma sembra impantanata in un limbo burocratico. Nel frattempo, Sharif resta prigioniero di un sistema che non fornisce trasparenza né umanità.

Cosa è successo di preciso?

Sharif è nelle mani dei servizi di sicurezza egiziana da ormai tredici giorni, senza difesa e senza diritti. Il 9 novembre, insieme alla moglie e alla madre erano atterrati in Egitto (Il Cairo), per visitare alcuni parenti. Quando sono arrivati ai controlli, Sharif però qualcosa è andato storto. L’uomo come detto, è stato fermato dalle autorità locali e tratto in arresto con l’accusa di dissolutezza, per aver pubblicato sul web contenuti pornografici.

La legge egiziana prevede la reclusione per un tempo non inferiore a due anni e non superiore a 5 anni a chiunque, con un programma informatico, tratti intenzionalmente dati personali altrui per collegarli a contenuti contrari alla morale pubblica o per visualizzarli in modo non conforme alla morale pubblica.