Il “cuore verde d’Italia”, l’Umbria, si trova a un bivio tra la necessità di aderire agli obiettivi energetici sostenibili e la salvaguardia del suo straordinario paesaggio; sessanta giganteschi aerogeneratori industriali, previsti in sei progetti attualmente in fase di autorizzazione, stanno per impattare su alcune delle aree più belle e delicate della regione. Questa invasione delle pale eoliche ha suscitato seria preoccupazione tra gli abitanti, le associazioni ambientaliste e gli esperti di tutela del patrimonio paesaggistico e culturale.
I sei progetti in questione prevedono la costruzione di aerogeneratori in diverse località dell’Umbria: Orvieto, Castel Giorgio, Nocera Umbra, Valtopina, Gualdo Tadino, Foligno, Trevi e Sellano. Questi progetti, che stanno avanzando nel processo di autorizzazione, porteranno all’installazione di un totale di circa sessanta pale eoliche su crinali appenninici e colline che rappresentano alcuni dei paesaggi più suggestivi e incontaminati della regione.
Secondo Italia Nostra, una delle più importanti associazioni italiane per la tutela del patrimonio culturale e ambientale, questi progetti rischiano di deturpare in modo irreversibile il paesaggio umbro, che è stato per secoli un simbolo di bellezza naturale e un’attrattiva turistica di rilievo internazionale. In particolare, l’associazione ha espresso forte opposizione all’impianto previsto a Monte Burano, nel comune di Foligno, dove dieci torri eoliche di 200 metri di altezza dovrebbero sorgere su oltre 110.000 metri quadrati di terreno montano.
I sessanta giganteschi aerogeneratori avranno un forte impatto visivo e paesaggistico
Uno dei principali problemi legati all’installazione di pale eoliche in Umbria è l’impatto visivo e paesaggistico che queste strutture avrebbero su un territorio che ha sempre fatto della sua bellezza naturale uno dei punti di forza. Le torri eoliche, con le loro altezze imponenti, dominerebbero il panorama, alterando irrimediabilmente la percezione visiva dei crinali e delle colline che caratterizzano la regione.
Questi impianti, pur rispondendo a una necessità di produzione energetica sostenibile, rischiano di compromettere l’attrattività turistica dell’Umbria. La regione è conosciuta per i suoi paesaggi pittoreschi, che attraggono ogni anno migliaia di visitatori da tutto il mondo. L’installazione di pale eoliche potrebbe rendere meno appetibili molte delle aree turistiche, allontanando i visitatori e danneggiando l’economia locale, che si basa in gran parte sul turismo.
Oltre all’impatto paesaggistico, l’invasione delle pale eoliche solleva importanti questioni ecologiche. L’installazione di questi impianti richiede la costruzione di infrastrutture che possono avere effetti devastanti sugli ecosistemi locali. In particolare, la costruzione di fondazioni in cemento armato per sostenere le torri eoliche comporta la distruzione di vaste aree di terreno naturale, con conseguenti danni alla flora e alla fauna locali.
Le aree montane, come quelle interessate dai progetti eolici in Umbria, sono spesso habitat per specie animali e vegetali rare e protette. La costruzione di impianti eolici potrebbe disturbare questi habitat, causando la perdita di biodiversità e mettendo a rischio specie che sono già minacciate. Inoltre, il rumore e le vibrazioni generate dalle pale eoliche possono avere effetti negativi sulla fauna selvatica, in particolare sugli uccelli migratori, che potrebbero essere disorientati o colpiti dalle pale in movimento.
Italia Nostra sottolinea la mancanza di uno studio specifico della ventosità
Italia Nostra ha inoltre sottolineato la mancanza di uno studio specifico della ventosità dei luoghi selezionati per l’installazione degli impianti. La mancanza di dati accurati sulla ventosità potrebbe portare a una sovrastima del potenziale energetico delle aree, giustificando l’installazione di impianti in zone che potrebbero non essere adatte alla produzione eolica su larga scala.
Le recenti politiche energetiche nazionali e gli obiettivi di sostenibilità climatica adottati a livello europeo hanno incentivato la costruzione di impianti per la produzione di energia rinnovabile, tra cui quelli eolici. Tuttavia, questi incentivi, che pesano sulla bolletta elettrica degli italiani, hanno spinto molte aziende a proporre progetti anche in aree dove l’installazione di tali impianti potrebbe causare danni irreparabili al paesaggio e all’ambiente.
Mentre la transizione verso fonti di energia rinnovabile è essenziale per affrontare la crisi climatica, è altrettanto importante che questa transizione avvenga in modo equilibrato e sostenibile, tenendo conto delle specificità dei territori e del loro patrimonio culturale e naturale. In Umbria, una regione che ha costruito gran parte della sua identità e della sua economia sulla bellezza del paesaggio, è fondamentale che le politiche energetiche siano accompagnate da un’attenta valutazione degli impatti ambientali e paesaggistici.
Necessario l’intervento del Ministero della Transizione Ecologica
Di fronte a queste preoccupazioni, diverse associazioni e gruppi di cittadini si sono mobilitati per opporsi alla realizzazione dei sessanta giganteschi aerogeneratori in Umbria. Italia Nostra, in particolare, ha presentato osservazioni al Ministero della Transizione Ecologica, evidenziando l’incompletezza delle valutazioni sugli impatti paesaggistici e culturali degli impianti previsti.
Le opposizioni non si limitano alla semplice contestazione, ma includono anche proposte alternative per la produzione di energia rinnovabile. Ad esempio, molti esperti suggeriscono di puntare su altre forme di energia rinnovabile meno invasive dal punto di vista paesaggistico, come il fotovoltaico integrato su edifici esistenti o la geotermia, che potrebbero essere sviluppate senza compromettere il patrimonio paesaggistico della regione.