Una stretta necessaria, anzi inevitabile. La Serie C cambia pelle, almeno sul piano amministrativo e regolamentare, e lo fa con l’introduzione di criteri più rigidi per l’iscrizione al campionato 2025/26. Dopo un’annata travagliata, segnata da penalizzazioni e clamorose esclusioni, la Lega Pro prova a voltare pagina con un regolamento che punta a evitare nuovi casi come quelli di Turris, Taranto, Lucchese. La stagione 2024/25 della Serie C è stata tra le più complicate degli ultimi anni. Basti pensare al girone C, dove Turris e Taranto sono state escluse dal campionato a causa di gravissime irregolarità societarie. Stessa musica nel girone B, dove la Lucchese è finita sotto i riflettori per il mancato pagamento degli stipendi: da inizio stagione, i calciatori rossoneri non percepiscono un euro. Eppure, con professionalità, stanno portando a termine il campionato.
Serie C 2025/26, svolta nei criteri di iscrizione: cosa devono sapere i club
Con la nuova normativa, la Lega Pro intende mettere un freno definitivo a questa deriva. Le società, entro il 6 giugno 2025, dovranno rispettare una lunga serie di adempimenti economico-finanziari e organizzativi, con l’obiettivo di presentarsi al via del prossimo campionato con conti in ordine e strutture adeguate.
Ecco i punti chiave della riforma:
- 1. Anticipo delle scadenze.
Il primo grande cambiamento riguarda la data di scadenza per l’iscrizione, fissata al 6 giugno 2025. Un anticipo pensato per garantire controlli più puntuali da parte della Covisoc, che il 9 giugno verificherà tutta la documentazione. - 2. Fideiussione raddoppiata.
L’importo della fideiussione obbligatoria viene raddoppiato: da 350mila a 700mila euro, da presentare tramite banche iscritte all’albo della Banca d’Italia o compagnie assicurative con rating elevato (minimo Baa2 per Moody’s o BBB per S&P). Un modo per garantire che le società abbiano solidità alle spalle. - 3. Pagamento stipendi e indice di liquidità.
Per ottenere la Licenza Nazionale, le società dovranno dimostrare di aver pagato regolarmente gli stipendi di aprile a tutti i tesserati e dipendenti. Inoltre, dovranno rispettare un indice di liquidità minimo di 0,8. In caso contrario, sarà necessario effettuare un versamento compensativo (entro il 6 giugno) attraverso:aumento di capitale, versamenti in conto copertura perdite,finanziamenti infruttiferi dei soci. Se i parametri relativi all’indebitamento superano determinati valori soglia (1,2 per l’indebitamento e 0,7 per il costo del lavoro allargato), l’importo richiesto verrà aumentato del 15%.
- 4. Alternativa: deposito cauzionale.
In alternativa alla fideiussione, i club potranno scegliere di costituire un deposito a garanzia (escrow account) presso una banca autorizzata. Anche in questo caso, l’importo sarà di 700mila euro, riducibile a 350mila solo se l’indice di liquidità rispetta i limiti. - 5. Infrastrutture e impianti.
Le società dovranno indicare con precisione sede e impianto sportivo, corredati dall’autorizzazione alla vigilanza. Il controllo sarà effettuato entro il 9 giugno, con ufficializzazione dei club ammessi entro la metà del mese. - 6. Ripartizione proventi Serie B.
Chi aspira alla promozione dovrà accettare formalmente la normativa che prevede una diversa (e minore) ripartizione dei proventi dalla Serie B. Un altro passo nella direzione della trasparenza e dell’equilibrio finanziario.
Una riforma necessaria per salvare la Serie C
L’obiettivo della riforma è chiaro: garantire la regolarità del campionato, tutelare i tesserati e restituire credibilità a una categoria che, negli ultimi anni, ha faticato a scrollarsi di dosso l’immagine di “terra di mezzo” tra professionismo e dilettantismo. Troppe società improvvisate, troppi progetti fragili, troppe promesse non mantenute.
La nuova normativa rappresenta un punto di svolta. E non solo sul piano burocratico: chi vorrà partecipare alla Serie C 2025/26 dovrà essere realmente in grado di farlo, con bilanci in ordine, stipendi versati e infrastrutture idonee. Il calcio professionistico non può più permettersi di vedere squadre escluse a metà stagione o giocatori costretti a scendere in campo senza stipendio.