Scattato il sequestro per un complesso commerciale all’interno del territorio di Gualdo Tadino. Si tratta di dodici unità immobiliari ed un terreno, per un valore complessivo di circa un milione e mezzo di euro. L’operazione è stata condotta dalla Guardia di Finanza di Perugia.

I beni sequestrati provengono da un’asta pubblica, dove i militari hanno ravvisato presunte irregolarità per la vendita di alcuni immobili nello stesso comune. I beni, infatti, erano stati precedentemente pignorati e riacquistati dallo stesso destinatario del provvedimento. Dietro l’operazione, la Guardia di Finanza ha parlato un “articolato sistema” che ha fatto scattare il sequestro. Su delega della procura di Perugia, è stata esecuzione ad un decreto emesso dal gip.

L’autoriciclaggio dietro al sequestro

Il reato ipotizzato nel fascicolo è l’autoriciclaggio. Il principale indagato, era destinatario di un sequestro preventivo emesso dalla procura perugina nel 2020 – si legge in un comunicato dell’Ufficio – a seguito di indagini condotte dalla tenenza di Gubbio della Guardia di Finanza. Il provvedimento non aveva avuto esito, non essendo stato possibile “rinvenire ed aggredire” denaro o beni riconducibili al soggetto.

Dall’indagine della Guardia di Finanza è emerso che gli immobili sono stati acquistati da una srls con sede a Torgiano, “appositamente costituita” soltanto ventitré giorni prima dell’asta giudiziaria. Tra i soci dell’azienda, il genero del soggetto e una società con sede nella Repubblica Slovacca che è risultata avere come azionista di riferimento lo stesso soggetto del pignoramento. Il trucco è stato presto scoperto dai militari.

Perugia: la droga e i casalesi

Sembra che in Umbria i militari in questo periodo, abbiano purtroppo molto di cui preoccuparsi. Notizia di ieri, l’ordinanza cautelare emessa nel capoluogo umbro nei confronti di 24 indagati, uno dei quali riconosciuto come appartenente al famigerato clan dei casalesi. Gli imputati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata al traffico, alla detenzione e allo spaccio di ingenti quantità di droga, in particolar modo eroina. Il giro di spaccio si aggirerebbe sui 15 milioni di euro.

Per dieci di loro è scattata la custodia in carcere, per altri tre gli arresti domiciliari, mentre per i restanti undici è stato imposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Quattro tra i destinatari del provvedimento, non risultano a oggi raggiungibili alle forze dell’ordine, esattamente come l’imputato di autoriciclaggio di Gualdo Tadino.

Sempre ieri, a riprova dell’esistenza di un ingente giro di spaccio nel capoluogo, nel quartiere perugino di Monteluce, i carabinieri hanno rinvenuto otto chilogrammi di eroina in una base in via del Lavoro. Le indagini hanno anche portato alla luce le modalità di occultamento della sostanza, nascosta in fusti di detersivo, confezioni di succhi di frutta e pneumatici. Inoltre, è emerso che il principale canale di rifornimento dello stupefacente proveniva dal nord Europa. Dato confermato da sequestri significativi effettuati anche da altre forze di polizia.

Il sequestro di Gualdo Tadino e l’autoriciclaggio

L’autoriciclaggio, il sospetto reato commesso a Gualdo Tadino, è stato introdotto dieci anni fa nel nostro Ordinamento (L.186/2014) e fa riferimento all’articolo 648 ter del Codice Penale. Si tratta di un reato commesso da chiunque impiega, sostituisce, trasferisce in attività economiche, finanziarie, imprenditoriali o speculative, denaro, beni o altre utilità che provengono dalla commissione di un delitto non colposo, per poter ostacolare nel concreto l’identificazione della loro provenienza delittuosa. La pena prevista, va dai due agli otto anni di reclusione oltre a una multa da 5 mila a 25 mila euro.